matteo salvini giorgia meloni donatelli tesei angelo mellone paola agabiti

DOPO LA SARDEGNA, L’UMBRIA: GIORGIA MELONI VUOLE PRENDERSI TUTTO, E UMILIARE SALVINI – LA REGIONE DEL CENTRO ITALIA, IN CUI SI VOTERÀ A FINE 2024, È IN MANO ALLA LEGA, CON DONATELLA TESEI, MA DOPO LA RESA DEL “CAPITONE” SU SOLINAS, LA DUCETTA PENSA DI TENERE LA BARRA DRITTA ANCHE A PERUGIA. RIVELATORE È IL PROBABILE PASSAGGIO A FRATELLI D’ITALIA DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA, LA CIVICA PAOLA AGABITI, SPONSORIZZATA DAL MELONIANO ANGELO MELLONE (DIRETTORE DEL DAY TIME DELLA RAI NONCHÉ DI UMBRIALIBRI)

1. MELONI VUOLE ANCHE L’UMBRIA. ARRIVA LA CANDIDATA DI MELLONE

Estratto dell’articolo di Lisa Di Giuseppe per “Domani”

 

giorgia meloni

Per lungo tempo lo slogan pubblicitario per attirare il turismo in Umbria è stato «Il cuore verde dell’Italia». Ora, quel cuore rischia di diventare nero: nel grande schema delle alleanze del centrodestra alle prossime regionali può infatti rientrare anche la trattativa sulle elezioni umbre, anche se l’appuntamento è per la fine del 2024, se non addirittura per la primavera del 2025.

 

Attualmente la regione è in mano alla Lega, ma la situazione rischia di svilupparsi in maniera speculare a quella sarda, dove la barra dritta di Giorgia Meloni ha spaccato il centrodestra: il presidente uscente Christian Solinas farà un passo indietro […] e Fratelli d’Italia otterrà il sostegno unitario della coalizione a Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari […].

 

salvini meloni tesei berlusconi

La destra aveva conquistato l’Umbria per la prima volta nel 2019, a valle di una stagione di scandali e arresti del centrosinistra. L’ipotesi che la maggioranza possa spaccarsi fa nutrire nuova speranza alla sinistra, che […] ha potuto approfittare dei conflitti interni della destra a Spoleto e spera di farlo anche a Città di Castello, dove la giunta è in rotta.

 

La questione si complica ulteriormente dopo un quinquennio non specchiato della presidente leghista Donatella Tesei, che anche a destra non suscita entusiasmi esagerati, soprattutto per quanto riguarda la gestione della sanità regionale […].

DONATELLA TESEI E MATTEO SALVINI

 

Soprattutto dalle parti di Fratelli d’Italia, però, alla presidente non viene perdonato che non abbia allargato la giunta dopo la vittoria alle politiche del 2022: nel 2019 il partito di Meloni era al 10 per cento, secondo i sondaggi regionali adesso sfiorerebbe il triplo dei consensi.

 

Ora, però, a pochi mesi dalle elezioni, la compagine di governo regionale potrebbe cambiare: l’assessora alla Cultura e al Turismo, Paola Agabiti, è infatti in odore di passaggio a Fratelli d’Italia.

 

angelo mellone paola agabiti

Originariamente eletta come civica, Agabiti […] è stata in passato sindaca di Scheggino, ed è considerata efficiente e abile conoscitrice dei meccanismi dell’amministrazione regionale. Il suo passaggio viene salutato con favore dal partito. «Porta sicuramente un’expertise che a noi manca. Siamo bravi a fare opposizione, ma ci serve qualcuno che sappia muoversi negli assessorati», spiegano a taccuini chiusi i meloniani umbri.

 

Ma il tempismo appare sospetto: «Certo, non si entra in un partito a pochi mesi dalle elezioni per niente». Come minimo, è il ragionamento, Agabiti punta a un assessorato nella prossima giunta, anche se tanti sospettano che le ambizioni della ternana non si fermino qui.

 

ANGELO MELLONE

Agabiti, in effetti, ha un ottimo sponsor a palazzo Chigi: si tratta di Angelo Mellone, fedelissimo di Meloni e direttore del day time della Rai nonché di Umbrialibri, uno dei principali eventi culturali della regione, che gli ha permesso di costruire un solido rapporto con l’assessora.

 

[…] La Sardegna sta cancellando la regola secondo cui il presidente uscente viene automaticamente ricandidato […]. Un’eventualità a cui guardano con grande interesse ovviamente i meloniani, anche se il segretario regionale della Lega, Riccardo Marchetti, annuncia che non mollerà così facilmente: «Stiamo tranquilli e proseguiamo per la nostra strada. Ricevo quotidianamente rassicurazioni sulla ricandidatura di Tesei, se qualcuno decidesse di spaccare il centrodestra se ne prenderà la responsabilità».

 

tesei

Ma la scadenza ancora lontana costringe tutti a guardare al domino delle regioni che vanno al voto prima dell’Umbria: se la Sardegna finirà a FdI, Matteo Salvini ha già anticipato di voler mettere le mani sulla Basilicata, dove però Forza Italia […] non è disposta a rinunciare a Vito Bardi.

 

L’Umbria non è la partita della vita per il segretario leghista, che ha la grossa preoccupazione di non scendere sotto al 10 per cento alle europee, ma se dovesse perdere le altre partite regionali la tolleranza su proposte alternative a Tesei per l’Umbria sarebbe prossima allo zero.

LEONARDO LATINI

 

Dalle parti della Lega poi non perdono occasione per segnalare che l’ultima volta che si è deciso di puntare su un nome nuovo invece di rinnovare la fiducia nel candidato uscente le cose non andarono proprio a meraviglia: il riferimento è alle elezioni comunali di Terni, dove FdI impose a una Lega già stanca del suo sindaco uscente, Leonardo Latini, un candidato d’area.

 

L’esito è stato disastroso, con un ballottaggio perso contro Stefano Bandecchi, homo novus populista che ha lanciato il suo vicesindaco anche alle regionali e sta drenando consensi alla Lega. Per il momento le sue possibilità realistiche sono di entrare in Consiglio, forse anche in giunta, se riuscisse a giocarsi bene le sue carte all’indomani del voto.

 

[....]

 

2. SARDEGNA, LA LEGA CEDE SU TRUZZU MA AVVERTE FI SULLA BASILICATA

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni a forli

La bandiera è ripiegata, la battaglia per la Sardegna finita: «La Lega, come da insegnamento di Silvio Berlusconi, è consapevole che l’unità del centrodestra è un valore da difendere». Per questo, «il partito ricompatterà la coalizione anche in Sardegna, con senso di responsabilità e per amore dell’isola, nonostante lo sconcerto per le iniziative di parte della magistratura».

 

La nota arriva in serata: la Lega abbandona Christian Solinas, il presidente uscente e si prepara a sostenere, chissà con quale entusiasmo, il candidato di FdI Paolo Truzzu.

Ma le tensioni non sono finite. Tanto che la premier Meloni ieri ha sentito, separatamente, i suoi due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani.

 

VITO BARDI

Ma la capitolazione leghista era già stata anticipata sia da Salvini che dal suo vice Andrea Crippa. Resta da capire che cosa farà il Partito sardo d’azione, di cui Solinas è segretario, che riunirà oggi la direzione.

 

Ieri sera è arrivato un appello di FdI a «contribuire alla prosecuzione di un progetto politico di centrodestra, civico e sardista». La Procura di Cagliari mercoledì aveva disposto il sequestro di 350 mila euro a Solinas nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Salvini non parla di giustizia ad orologeria. Però, la «riforma della giustizia servirà al Paese ed è urgente».

 

Ma non ha influenzato la decisione su Solinas: «Io rischio 15 anni di carcere perché ho bloccato gli sbarchi. Ma se la politica va al tempo che una certa magistratura vorrebbe, smette di far politica».

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Anche il vicesegretario Andrea Crippa ieri aveva anticipato: «Vista anche l’insistenza di FdI, credo che il candidato sarà Truzzu». Questo, però, non chiude la partita delle regionali che sta stressando la coalizione. Prosegue Crippa: «La Lega in Sardegna ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito. Credo che adesso ci sia un altro partito che dovrebbe fare lo stesso sforzo: se vale la regola che contano le percentuali dei partiti, la Lega è in credito».

zaia salvini

 

Quel partito è Forza Italia, il nuovo epicentro dello scontro la Basilicata. Dove gli azzurri vogliono la ricandidatura del governatore uscente Vito Bardi. E fanno muro: «Un passo indietro di Bardi? — dice il capogruppo Paolo Barelli — Non esiste». Ma le onde sismiche potrebbero raggiungere l’Umbria e proiettarsi anche sulle Regioni che andranno al voto l’anno prossimo come la Liguria e soprattutto il Veneto.

 

E così, Salvini ieri è tornato alla carica sul terzo mandato per i governatori: «Mettere un limite alla possibilità dei cittadini di scegliere un sindaco o un governatore è sbagliato.

La Lega su questo non cambierà mai idea». Il terzo mandato consentirebbe a Luca Zaia di ricandidarsi in Veneto.

 

Cosa importante per lo stesso Salvini: un potenziale competitor interno del calibro del governatore sarebbe un problema. Ancora più dopo il voto contrario al provvedimento sostenuto da Zaia sul fine vita dato da FdI, FI e una parte della stessa Lega, e ben accolto dallo stesso Salvini.  […]

paolo barelli

ANGELO MELLONE

vito bardi MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

salvini tesei

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...