LA “DUE DILIGENCE” DI RENZI PRIMA DELL’OPA SUL PD

Christian Rocca per IlSole24Ore.com

In gergo societario si chiama «due diligence», il processo investigativo con cui i possibili compratori analizzano il valore e le condizioni di un'azienda prima di procedere all'acquisto. L'azienda, in questo caso, è il Partito democratico. Matteo Renzi sta preparando con cura e attenzione la sua seconda sfida per la leadership politica del Pd, da far partire soltanto nel caso il tentativo di Pierluigi Bersani di formare un governo di minoranza non andasse in porto.

Il sindaco di Firenze si è fatto dare i dati sui costi della macchina burocratica del Pd, anche per valutare la sostenibilità della sua proposta di abolire i rimborsi elettorali. Lo studio dei renziani, letto dal Sole 24 Ore, fotografa l'organigramma e i costi della struttura centrale del Partito. Circa centottanta persone lavorano a sostegno dell'attività politica del Segretario e della direzione del partito.

Lo staff di Bersani è composto di quattro consulenti, a cominciare dal portavoce Stefano Di Traglia, del capo della segreteria Zoia Veronesi e di quattro assistenti. L'ufficio stampa, guidato da Roberto Seghetti, conta quattordici persone. Gli stipendi variano a seconda delle mansioni, da 1200 a 5mila euro. C'è da aggiungere la squadra di YouDem, la web tv del partito guidata da Chiara Geloni e il team che cura il sito. I dipendenti della tv sono assunti da Eventi Italia, guidata dal responsabile Feste ed eventi Lino Paganelli, una «società a cui fa capo il Pd» si legge nel report. Oltre al direttore Geloni ci sono un coordinatore di redazione, otto redattori e un collaboratore.

Al sito lavorano la responsabile Tiziana Ragni e altri quattro dipendenti del Pd. Anche il vicesegretario Enrico Letta, il coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca, la presidente Rosi Bindi e i vicepresidenti Ivan Scalfarotto e Marina Sereni hanno un loro piccolo staff di funzionari assunti a tempo indeterminato: in totale altri diciassette tra consiglieri, addetti stampa e assistenti. La segreteria politica è composta da dodici persone, assunte a tempo determinano con 3.500 euro più l'alloggio per chi non è di Roma.

L'amministrazione del partito, affidata al tesoriere Antonio Misiani (non retribuito in quanto deputato, come Migliavacca e tutti gli altri eletti), può disporre di sei persone. L'organizzazione è guidata dal neo deputato Nico Stumpo, finora dipendente del partito. Cinque funzionari con funzioni specifiche (organizzazione, tesseramento, italiani nel mondo, circoli) lavorano sotto la direzione di Stumpo, che si avvale anche dell'aiuto di tre segretarie. Gli stipendi non superano i 6 mila euro e non sono inferiori ai 1.500 al mese.

Poi ci sono i responsabili tematici: Enti Locali, Economia, Comunicazione, Formazione, Scuola, Terzo Settore, Trasporti, Diritti civili, Università, Ambiente, Donne. Ciascuno dei responsabili guadagna 3.500 euro, più l'alloggio per chi non è di Roma. Sotto di loro decine di dipendenti e collaboratori stipendiati dal Partito con contratti a tempo indeterminato, determinato o a progetto (nessuno dei quali supera i 3.000 euro il mese). Ci sono anche incarichi non retribuiti.

Il partito ha un'ulteriore struttura intermedia, i Forum guidati da personalità del partito non retribuite, anche perché parlamentari, ex parlamentari o consiglieri regionali. Ciascuno dei venti forum impiega addetti stampa, collaboratori e funzionari dipendenti del Partito.

 

MATTEO RENZI CON LA MANO NELL'OCCHIOPIERLUIGI BERSANI CHIARA GELONI Maurizio Migliavacca NICO STUMPO

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