artem uss mario draghi giorgia meloni

È UN CASO CHE IL PASTICCIO DI ARTEM USS SIA MONTATO APPENA DRAGHI HA LASCIATO PALAZZO CHIGI? – LA VICENDA DELL’OLIGARCA RUSSO SCAPPATO DAI DOMICILIARI HA DUE FACCE: I PRIMI 5 GIORNI, I NOSTRI APPARATI RISPONDONO PRONTAMENTE ALLE RICHIESTE DEGLI USA E DELL’FBI, CHE “TELEGUIDA” L’ARRESTO DI USS, IL 17 OTTOBRE SCORSO. POI, DAL 20 OTTOBRE, CON MARIOPIO “L’AMERIKANO” NON PIÙ PREMIER, SI SUSSEGUONO AMNESIE, RITARDI, FINO ALLA SCARCERAZIONE E ALLA FUGA…

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “La Stampa”

 

ARTEM USS

[…]  La vicenda di Artem Uss ha due facce. Quella dei primi cinque giorni in cui i nostri apparati alle richieste degli Stati Uniti si mostrano rapidi e inappuntabili. Ma questo vale, curiosamente, fino al 20 ottobre 2022. Quando a palazzo Chigi sedeva Mario Draghi, l'Amerikano. Altra storia nei mesi seguenti, quelli del governo Meloni, contrassegnati da amnesie, ritardi e sottovalutazioni sul destino del cittadino russo tanto caro al Cremlino.

 

La relazione del ministro Carlo Nordio al Parlamento rivela un dettaglio non secondario: l'arresto di Artem Uss, accusato di contrabbando di petrolio venezuelano e materiale militare a beneficio dell'amata patria in guerra, fu teleguidato dall'Fbi. Tutto ha inizio infatti con una nota statunitense del 15 ottobre per il ministero della Giustizia e per l'ufficio romano dell'Interpol, presso il Ministero dell'Interno.

 

DRAGHI MELONI

Di colpo il Department of Justice degli Usa chiedeva l'arresto provvisorio del cittadino russo Uss Artem, evidenziando la pericolosità dello stesso, che ha «orchestrato un'operazione di frode, esportazione illegale, riciclaggio di denaro, e si è impegnato in una serie di attività in violazione delle leggi penali statunitensi e delle sanzioni statunitensi occidentali, tra cui l'esportazione illegale di milioni di dollari in tecnologie militari e sensibili a doppio uso».

 

Il Viminale si attiva immediatamente. Poche ore dopo la nota americana, il 16 ottobre, gli uffici centrali del ministero dell'Interno segnalano alla polizia di frontiera dell'aeroporto di Milano che il signor Artem Uss si sarebbe presentato presso quell'aeroporto per un volo in partenza per Istanbul, rimarcando la pericolosità di questo cittadino russo.

carlo nordio alla camera 4

 

[…]

 

Il successivo 17 ottobre, come previsto dalla nostra polizia, e in tutta evidenza gli americani già sapevano tutto e avevano messo a parte i nostri, il signor Artem Uss si presenta a Malpensa. È reduce da qualche giorno in Italia, ora cerca di tornare a Mosca via Istanbul. La polaria lo ferma all'imbarco e Uss si ritrova in un baleno in carcere. Il grande trafficante russo è caduto nella trappola americana e gli italiani stanno cooperando attivamente.

Questi i fatti del 17 ottobre. In ambasciata si festeggia.

 

MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI

Il 19 ottobre, il Department of Justice manda una nuova nota al nostro ministero della Giustizia e all'ufficio Interpol per segnalare il rischio di fuga di Uss. Sono tutti documenti che vengono girati istantaneamente alla magistratura di Milano. Il 20 ottobre c'è anche la nota di Marta Cartabia che richiede la misura del carcere per Uss. Ma siamo alle ultime ore del governo Draghi. Il 21 Giorgia Meloni annuncia i futuri ministri; il 22 c'è il giuramento al Quirinale.

 

Da quel momento e per i mesi che seguono, questa rapidità ed efficienza draghiana diventano un pallido ricordo. Si arriva alla scarcerazione del 2 dicembre, con i domiciliari e il braccialetto elettronico, ma a Roma nessuno se ne cura. I servizi segreti non entrano in partita formalmente perché «non c'è stata alcuna attivazione da parte della Cia», come se non fosse il loro lavoro prevenire certe fughe. La polizia ritiene che sia un caso talmente minore da lasciarlo alle cure della stazione dei carabinieri di Basiglio.

 

LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI

L'attaché legale dell'ambasciata in verità il 29 novembre scrive alla Giustizia una allarmatissima nota sulla quasi certa fuga di Uss, nota che il ministro Nordio in Parlamento ha derubricato a «pedissequa ripetizione, non un fatto nuovo» delle note precedenti.

 

La risposta viene partorita il 6 dicembre ed è un clamoroso scaricabarile perché il ministero scrive «come sia di esclusiva spettanza della corte d'appello italiana stabilire quale sia la misura cautelare più idonea, anche nell'ambito della procedura di estradizione». È un fatto che agli americani viene anche risposto di non preoccuparsi perché tanto c'è il braccialetto elettronico. E figurarsi. Ai giudici di Milano questo carteggio arriva diciassette giorni dopo. Il ministro dice di avere informato anche l'Interpol. Sì, ma soltanto il 15 dicembre.

 

ARTEM USS NEL 2011

Nel frattempo, al signor Uss i giudici hanno pure restituito, come nulla fosse, i cellulari e il computer per una beata permanenza ai domiciliari. Eppure gli americani lo chiedono da subito; finiscono pigramente in un deposito del carcere di Busto Arsizio dove Uss viene rinchiuso al momento dell'arresto. Ma poi non segue un atto formale. Sono dimenticati da tutti e glieli restituiscono quando va a casa.

 

Nelle stanze dei nostri apparati non suona nessun allarme neanche stavolta e tocca agli americani attivarsi di nuovo: il 12 gennaio chiedono al ministero retto da Nordio di attivarsi, quello si muove solo il 17 febbraio, e il sequestro viene eseguito il 13 marzo. Di nuovo: la velocità draghiana è un ricordo lontano.

GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI carlo nordio alla camera 1GIUSTIZIA LA GRANDE FUGA - IL CASO ARTEM USS BY MACONDO LA VERA FOTO DI ARTEM USS

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…