giovanbattista fazzolari

CHE ROTTURA DI FAZZO! - E’ IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI A METTERE ALL’INDICE I CRONISTI SCOMODI - “REPUBBLICA” CONFERMA: “IL SUO COMPITO MATTUTINO È RIMASTO LO STESSO: SEGNARE IN NERO E IN ROSSO I GIORNALISTI E I GIORNALI NEMICI O AMICI. È SUA LA REGIA DALL’ATTACCO DELLA MELONI ALLA STAMPA NON AMICA CHE SI TRATTI DI ‘REPUBBLICA’ , DI ‘PIAZZAPULITA’ DI FORMIGLI O DI ‘OTTO E MEZZO’ DI LILLY GRUBER. O DI DAGOSPIA, ALTRO SITO CHE NON PARE GRADITO ULTIMAMENTE A PALAZZO CHIGI”

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

FAZZOLARI

Da sempre, fin da quando la premier era solo la giovane segretaria di Fratelli d‘Italia, le ha curato la rassegna stampa. Anche se lui in fondo odia la stampa. Soprattutto se non fa eco al suo pensiero e a quello della presidente del Consiglio. D’altronde il pensiero di Giovambattista Fazzolari e di Giorgia Meloni è cosi intrecciato, come ha ammesso la stessa premier nella sua autobiografia, che non si sa da chi nascano le idee. Di sicuro da quando Fazzolari ricopre il ruolo di uomo ombra di Meloni, […] il suo compito mattutino è rimasto lo stesso: segnare in nero e in rosso i giornalisti e i giornali nemici o amici.

IL MATTINALE DI PALAZZO CHIGI - FAZZOLARI E L'ATTACCO A REPUBBLICA

 

Adesso dalla rassegna stampa Fazzolari è passato a ben altri ruoli e incarichi e ha preso le redini del “pensiero” di governo meloniano: è sua la regia dall’attacco della presidente Meloni, e dei suoi fedelissimi sempre teleguidati (loro sì), alla stampa non amica. Un attacco diretto, senza giri di parole, senza intermediazione (che per cultura alle loro latitudini non piace): che si tratti di Repubblica , dei programmi Piazzapulita di Corrado Formigli o di Otto e mezzo di Lilly Gruber, solo per citare alcuni esempi in questo primo anno di governo al vertice della coalizione di destracentro.

 

Non è un caso quindi che il “mattinale” di ieri inviato a deputati, senatori e componenti di governo di Fratelli d’Italia, sia stato riempito da un travaso di bile che conteneva un intero paragrafo contro Repubblica . Pensato da Fazzolari, scritto e corretto dalla cerchia di fedelissimi di “sangue” meloniano, come Paolo Quadrozzi che è anche cognato di Giovanna Ianniello, l’altra ombra di Meloni da quanto erano ragazze. Il cerchietto magico.

Fazzolari Meloni

 

Perché poi Fazzolari, come Meloni, si fida di pochissimi e parla con pochissimi. […] non ama apparire anche se c’è da strigliare qualcuno di suoi. […] Non si vede mai in Parlamento, non si vede nelle fotografie degli eventi mondani su Dagospia (altro sito che non pare gradito ultimamente a Palazzo Chigi).

 

Eppure è lui che ha in mano la comunicazione e l’immagine del melonismo: ottimi rapporti con pochi direttori, come Gianmarco Chiocci al Tg1 che dicono senta quotidianamente, e sui giornali preferisce andare sul velluto, come con la triade del gruppo di Antonio Angelucci: Libero, Tempo e Il Giornale. E ultimamente gradisce molto anche Il Foglio di Claudio Cerasa. Ma su tutti adora Mario Sechi: dicono che l’idea di fare quella prima pagina di Libero titolata “L’uomo dell’anno” con la faccia di Meloni sia stata quanto meno avallata da Fazzolari.

 

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI A CINQUE MINUTI

Comunque in tv e sui giornali lui preferisce apparire con il contagocce e quando lo fa gli parte la frizione: come quando parlò «dell’omino della Cia» che si aggirava attorno a Palazzo Chigi, o quando dopo lo scorso Sanremo disse che «occorreva riportare il decoro in Rai». Fazzolari parla con pochi fidati, anche quando sul suo tavolo arrivano i dossier sulle partecipate. Pochissimi i suoi riferimenti, come Fabio Barchiesi in Cassa depositi e prestiti, Giovan Antonio Macchiarola dell’Enav, Stefano Meloni all’Eni e Giuseppe Lasco in Poste. […]

 

giovanbattista fazzolari intervistato all eos show la fiera delle armi di verona

Perfino per le società di lobbying Fazzolari rimane ostico: «Parla solo con quelli di Utopia del suo amico Giampiero Zurlo, gli altri nemmeno li riceve», dicono. Non si fida e non fa fidare di nessuno nemmeno Meloni. Perché poi i due si trovano bene su un altro terreno: quando ci sono problemi, evocare complotti che non si sbaglia mai. Lo ha fatto Fazzolari tirando in ballo anche Bankitalia, lo fa da quando è al governo Giorgia Meloni in pieno stile trumpiano. Governano, ma hanno bisogno di un nemico da dare in pasto all’opinione pubblica. […]

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI A CINQUE MINUTI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....