1. E TRE! È ARRIVATO IL RUBY-TER: INDAGATI BERLUSCONI, I SUOI LEGALI E PURE LE PAPI GILS 2. L’ACCUSA È CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI: IL BANANA AVREBBE PAGATO PER FAR TESTIMONIARE IL FALSO A RUBY, GHEDINI, LONGO E AD ALTRI OSPITI DELLE SERATE ELEGANTI 3. LA TERZA INDAGINE SULLE NOTTATE DI ARCORE È PEGGIO DEL MAXI-PROCESSO: GLI INDAGATI SONO 45! CHE FARANNO, COSTRUIRANNO UN’AULA BUNKER ALL’ “HOLLYWOOD” DI MILANO? 4. BRUTI LIBERATI: “L’ISCRIZIONE ERA DOVUTA”. VERO, I GIUDICI DEL PRIMO GRADO AVEVANO OBBLIGATO I PM A COMINCIARE UN’INDAGINE. CHE NON È DETTO ARRIVI IN AULA 5. AZZ! PROPRIO ORA CHE SILVIO HA SMESSO DI DARE LA PAGHETTA PER PAURA DEGLI ARRESTI DOMICILIARI: LE OLGETTINE SONO ORMAI A SECCO, BASTA MENSILE DA 2500 €

1. RUBY TER: INDAGATI BERLUSCONI E SUOI LEGALI
(ANSA) - Silvio Berlusconi e i suoi difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, sono indagati a Milano nell'inchiesta cosiddetta Ruby ter. La loro iscrizione segue la trasmissione degli atti da parte del tribunale di Milano con l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari, in particolare dei testimoni.

2. RUBY TER: INDAGATE KARIMA E ALTRE RAGAZZE - L'EX PREMIER LE AVREBBE CORROTTE PER TESTIMONIARE A SUO FAVORE
(ANSA) - Ruby e alcune delle ragazze che hanno partecipato alle serate ad Arcore sono indagate a Milano nell'inchiesta cosiddetta Ruby ter. Le giovani sono state iscritte nel registro degli indagati perché, come ha indicato il Tribunale, sarebbero state corrotte del'ex premier Silvio Berlusconi per testimoniare a suo favore nei processi.

3. RUBY TER: IN NUOVA INCHIESTA 45 INDAGATI
(ANSA) - Sono 45 gli indagati nella inchiesta Ruby ter aperta a Milano in seguito alla trasmissione degli atti da parte dei due collegi del Tribunale di Milano che hanno giudicato rispettivamente Silvio Berlusconi, e Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Lo ha comunicato il procuratore della repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati.

4. RUBY TER: BRUTI LIBERATI, ISCRIZIONE DOVUTA
(ANSA) - ''Si è proceduto alla dovuta iscrizione nel registro notizie di reato''. E' quanto iscritto in uno scarno comunicato stampa letto oggi dal procuratore della repubblica dio Milano Edmondo Bruti Liberati in relazione all'indagine Ruby ter in cui sono indagati, tra gli altri Silvio Berlusconi, i suoi legali e altre 45 persone.


5. RUBY-TER, OLGETTINE SENZA PAGA BERLUSCONI TAGLIA GLI STIPENDI PER PAURA DEGLI ARRESTI DOMICILIARI - VIA IL MENSILE DA 2500 EURO PER LE TESTI AL PROCESSO
Da "la Repubblica"

Da alcune settimane, Silvio Berlusconi non corrisponde più la paga alle oltre trenta cosiddette "olgettine". Dalla fine del 2013, a quanto pare, le ragazze che hanno percepito in questi ultimi anni 2.500 euro al mese, in media, hanno visto chiudersi i rubinetti dai conti correnti personali del leader di Forza Italia. Troppo alto il rischio di finire ai domiciliari fin dai prossimi giorni, avrebbero intimato gli avvocati Ghedini e Longo.

Il fatto è che domani con molta probabilità la Procura di Milano deciderà se aprire formalmente le indagini per corruzione di testimone nel filone cosiddetto Rubyter. L'eventuale sospetto di reiterazione del reato - il pagamento delle testimoni, appunto - potrebbe fornire ai pm una motivazione valida per la misura cautelare. Il Cavaliere ha preferito dunque correre ai ripari: «Io non le pago più quelle lì ed è bene che si sappia».

La situazione era precipitata quando nei mesi scorsi ben sette delle "papigirls" avevano ammesso in sede processuale di essere stipendiate da Silvio Berlusconi. Si tratta di Marysthelle Polanco, Elisa Toti, Iovana Visan, Eleonora De Vivo, Myriam Loddo, Aris Espinoza e Lisney Barizonte. Ma il sospetto dei magistrati di Milano, stando a quanto emerso dal processo Ruby e dalle indagini successive, è che a ricevere il "beneficio" siano state almeno una trentina di altre persone poi finite nelle maglie delle indagini. Il leader di Forza Italia vuole anche evitare che possa scattare il sequestro dei conti correnti dai quali sarebbero partiti in questi anni i pagamenti.

Della mossa Berlusconi ha parlato con alcune delle persone più fidate, con i dirigenti del partito, poco prima di partire alla volta del beauty centersul Garda dove si trova da martedì con la Pascale, Giovanni Toti e consorte per buttare giù chili e brutti presentimenti. Ha confidato la preoccupazione che lo attanaglia, ma anche con l'intento di far circolare l'informazione: perché chi debba sapere, sappia che quell'andazzo è finito. Sta di fatto che il clima si è fatto di nuovo pesante, anche nei capannelli forzisti in Transatlantico.

La sensazione diffusa è che la vera mannaia potrebbe scendere non tanto il 10 aprile, con l'udienza del Tribunale di sorveglianza di Milano sull'applicazione dei servizi sociali post condanna Mediaset. Ma ben prima, se verrà formalizzata l'apertura dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza e se verrà riconosciuto il rischio di reiterazione del reato. «Il capo rischia di finire ai domiciliari anche prima se i giudici si convinceranno che il reato c'è stato davvero», si dicevano ieri mattina alcuni deputati durante la pausa dei lavori. Il nuovo spettro si chiama Rubyter.

Escluso che il settantesettenne già condannato a quattro anni in via definitiva possa finire in carcere, ma i domiciliari potrebbero integrare le eventuali «esigenze cautelari». Questo il timore. Che va di pari passo con quello di trovarsi decapitati, privi di leader e del mattatore proprio a ridosso della campagna elettorale per le Europee. Che si aprirà proprio quel 10 aprile, quando si deciderà intanto sui servizi sociali. Figurarsi cosa comporterebbe, la misura restrittiva, se dovesse pesare anche sulla campagna per le Politiche a maggio o comunque tra un anno.

Berlusconi vuole anticipare le tappe rispetto al sipario che comunque scenderà per lui tra 50 giorni. La dieta full immersion di questi giorni, le immagini di ieri dal lago con Toti in abiti bianchi, prelude all'avvio anzitempo della campagna elettorale, con uscite tv e comizi. «Non abbiamo tempo da perdere», va ripetendo. E le dispute interne al partito le giudica davvero secondarie, comunque risolte a modo suo.

Da ieri circola l'ipotesi che possa fare una puntata domenica alla kermesse per il ventennale della «discesa in campo», organizzata da Raffaele Fitto nella sua Bari dopo l'annullamento di quella nazionale a Roma. Bagno di folla da tremila e passa elettori pugliesi convocati al Palatour del capoluogo. Nessun invito ad altri parlamentari lealisti per non dare l'impressione della convention di corrente, certo l'appuntamento è una risposta al clima da "rottamazione" che spira da Arcore. «Se il presidente ci farà l'onore di esserci saremo entusiasti, sarà il protagonista assoluto - spiega Fitto - Diversamente, celebreremo comunque».

 

 

Ruby rubacuori ruby rubacuori ghedini longo lele mora emilio fede rfCaricatura-Silvio-Berlusconi-e-Nicole-Minetti-nicole minetti PROCURATORE EDMONDO BRUTI LIBERATI GIUDICE ANTONIO PIZZI MARYSTHELLE POLANCO IN REGGISENO E MUTANDINE Marysthelle Polanco

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....