È TORNATA LA DC! – AGENDA MONTI UNTO DAL PAPA SCATENA DESTRA E SINISTRA - FELTRI: “BERTONE E BAGNASCO SI SONO VENDUTI IL PAPA PER 17 MILIONI, CIOÈ I FINANZIAMENTI AGLI OSPEDALI RELIGIOSI” - LERNER: ‘’È LA STESSA CURIA, GOVERNATA DA BERTONE NONOSTANTE GLI SCANDALI, CHE MAL SOPPORTANDO PRODI NON ESITÒ A STIPULARE UN PATTO DI POTERE STRUMENTALE CON IL BERLUSCONISMO” – IL DUBBIO: QUALE PESO ELETTORALE CONSERVA DAVVERO IL VATICANO?…

1- VENDONO IL PAPA A MONTI PER DICIASSETTE MILIONI
Vittorio Feltri per "il Giornale"

Non sappiamo se sia un bene o un male, ma è un fatto che non è più la Chiesa di una volta: ha perso la capacità di nuotare sott'acqua. Non è colpa sua: sono cambiati i tempi e i prelati si adeguano, molto in fretta. Sessant'anni orsono, le cose della politica erano drammatiche (scontro tra Occidente e Unione Sovietica) ma semplici, direi schematiche: gli elettori decidevano se stare di qua o di là, ed era finita lì. I partiti che contavano erano due: la Democrazia cristiana e il Partito comunista.

Tutti gli altri movimenti erano di contorno. Ovvio che la Chiesa confidasse nella Dc, alla quale non lesinò aiuti e appoggi, dalla Madonna Pellegrina portata in giro per l'Italia alle prediche domenicali dei parroci, quando le parrocchie erano affollate e guidavano, oltre alle anime, anche le matite copiative in cabina elettorale. Oggi il costume dei cattolici, nel senso di battezzati, è profondamente mutato: la maggioranza di essi, pur rispettosi della tradizione, ascoltano poco o nulla i sermoni (specialmente se scivolano in politica) e assistono raramente alla messa domenicale.

Agiscono di testa loro, non danno retta al prevosto e al curato, salvo in punto di morte: nel caso, diventano osservanti, si confessano e accettano, anzi chiedono, l'estrema unzione. Non si sa mai. Basti pensare che il 90 e rotti per cento dei defunti vengono portati in chiesa prima di essere trasferiti nella dimora definitiva.

Cosicché le parrocchie pesano assai meno, quasi zero, nelle scelte elettorali dei cittadini. I quali però sono influenzati dai mezzi di comunicazione, in particolare dalla tivù. Ovvio. La parola delle gerarchie ecclesiastiche, se divulgata da giornali ed emittenti, riesce ancora a persuadere una buona percentuale (15-20 per cento?) di persone, che possono determinare la vittoria e la sconfitta alle urne.

Ecco perché ogni partito si preoccupa di avere la benedizione del Vaticano. Il quale, consapevole di ciò, in occasione di consultazioni, si sbilancia verso quelle forze che garantiscono ( almeno sulla carta) rispetto per il proprio verbo. Dato che la Dc (esclusa la particella infinitesimale denominata Udc) è svaporata, i cardinali hanno il loro bel daffare a identificare il gruppo politico da sponsorizzare, e spesso falliscono l'obiettivo;ma questo è un altro discorso.

Con l'avvicinarsi del 24 febbraio, i porporati hanno sentito l'esigenza di esprimersi:l'uomo su cui hanno posato gli occhi, sperando di averlo azzeccato, è - manco a dirlo - Mario Monti, che ha il pregio di essere credente e apprezzato in alto loco ( banche e finanza rapace).

La nostra non è indiscrezione, ma una notizia pubblicata dall' Osservatore Romano , la voce del Papa e del suo entourage. L'articolo è un elogio del premier dimissionario e può anche essere letto quale incitamento ad andare avanti nei suoi propositi: coagulare consensi attorno alla famosa Agenda, una specie di Vangelo in cui si spiega come procedere nella spoliazione degli italiani usando la garrota fiscale. Un bestseller per chi nella povertà vede una virtù (povertà degli altri, s'intende).

Non ci stupisce la santa indicazione, ma le tribolazioni da cui è sortita: non tutti i principi della Chiesa erano della stessa opinione. E le divisioni sono rimaste. Normale che tra i prelati ci sia chi giudica in un modo e chi in un altro; meno normale è che ultimamente quanto avviene nelle segrete stanze si sappia.

Diciamo che ha prevalso il parere di Angelo Bagnasco, erede di Camillo Ruini alla guida della Cei, quello che accettò le dimissioni di Dino Boffo dalla direzione di Avvenire per la nota vicenda della quale mi sembra si sia discusso abbastanza. Transeat. Il succitato Ruini all'epoca dei cinque referendum ( uno di essi riguardava la fecondazione assistita) passò per un grande politico perché avrebbe convinto gli aventi diritto al voto a non recarsi al seggio, causando così il mancato raggiungimento del quorum.

Sottolineiamo che quella legge era stata approvata dal centrodestra, «regnante » Silvio Berlusconi, considerato nella circostanza, quindi, il premier della Provvidenza. La quale evidentemente è di umore mutevole, dato che ha cambiato idea: ora predilige Monti, semi-leader del semi-centro destinato a trasformarsi in un centro forte e potente al punto da obbligare Pier Luigi Bersani a soccombere. Sarà come Dio vorrà e può darsi che Bagnasco si debba rassegnare alla volontà celeste, che spesso non coincide con quella dei porporati: e non è solo un problema cromatico.

Intanto un miracolo il Professore lo ha già compiuto: l'ospedale Gaslini di Genova (sta a cuore ad Angelo Bagnasco) e l'ospedale Bambin Gesù di Roma (sta a cuore a Tarcisio Bertone) hanno ricevuto dal pio governo Monti, in articulo mortis , un finanziamento rispettivamente di 5 e 12 milioni di euro. Incoraggiante.


2- LA CHIESA E IL PROFUMO DELLA VECCHIA DC
Gad Lerner per "la Repubblica"


Era dai tempi lontani della Dc che il Vaticano non interveniva con tanta nettezza nella vicenda politica italiana. Mario Monti viene indicato dall'"Osservatore Romano" come il leader che oggi sarebbe in grado di corrispondere al bisogno di una "politica alta".

Facendo leva "legittimamente" sulla sua esperienza di governo "extra partes".
L'investitura di Monti è accompagnata da un altrettanto impegnativo giudizio critico sui partiti con i quali sarà chiamato a confrontarsi nelle prossime elezioni. Sostiene, infatti, l'"Osservatore", che "Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva prendersi la responsabilità diretta, per timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto". Giudizio che suona quanto meno ingeneroso nei confronti di chi ha pur sempre sostenuto in Parlamento l'azione di risanamento finanziario dei tecnici.

Enfatizzando con una buona dose di azzardo i sondaggi favorevoli alla lista Monti, il giornale vaticano benedice "chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare". Ma ora felicemente si sottrae a tale condanna; anzi, potrebbe trarre giovamento dalla sua medesima severità, rivolgendosi direttamente ai cittadini e facendo leva sul loro senso di responsabilità: "Mi hai tartassato ma mi fido, perché sei una persona seria".

Possibile che la Chiesa di Roma sposi così, senza esitazioni, una visione rigorista della politica economica in tempi di crescente sofferenza sociale? Ci è più facile riconoscere nell'incoraggiamento a Monti dell'organo - non dimentichiamolo - di una Segreteria di Stato straniera, ben altra istintiva, atavica pulsione ideologica: erigere un argine per fronteggiare la possibilità concreta di una vittoria elettorale della sinistra.

È una vecchia storia che si ripete sempre uguale. Stiamo parlando della stessa curia vaticana, tuttora governata da Tarcisio Bertone nonostante gli scandali da cui è stata investita, e tuttora afflitta da una visione italocentrica, che mal sopportando i governi del "cattolico adulto" Romano Prodi non esitò a stipulare un patto di potere strumentale con il berlusconismo: sottocultura libertina e clericale al tempo stesso. Ma, ancor più indietro nel tempo, già in altre occasioni i vertici della Chiesa furono sospinti dalla medesima pulsione a instaurare un rapporto privilegiato con settori dell'establishment confindustriale e finanziario.

Rapporto oggi mitigato dalla presenza, al fianco di Monti, di personalità dell'associazionismo cattolico come Riccardi, Bonanni e Olivero (il che peraltro non comporta una scelta di campo automatica di Sant'Egidio, Cisl e Acli). Mentre ancora incerta figura la collocazione di Comunione e Liberazione fra la destra e il nuovo Centro.

Certo, la figura di Mario Monti non è assimilabile per spessore e credibilità a quella di Berlusconi, come dimostrava ancora ieri la patetica rivendicazione di un "rango superiore" da parte di quest'ultimo. Ma quanto è credibile nel 2012 l'insistito richiamo alla figura di Alcide De Gasperi come fondatore di un grande partito moderato di matrice cattolica? Esso risuona piuttosto come una speranza antistorica, al giorno d'oggi. Tanto più fino a che il Partito Popolare Europeo tollererà la presenza tra i suoi affiliati (dal 1998) di una forza populista come il Pdl. L'eventuale, a questo punto non improbabile, espulsione del Pdl dal Ppe, favorirebbe certo una salutare ristrutturazione del nostro bipolarismo malato.

Ma anche in tal caso l'Italia difficilmente farebbe eccezione rispetto allo scenario europeo: neanche l'attivismo sul fronte moderato di molti vescovi impedirebbe all'elettorato cattolico italiano di distribuirsi liberamente fra ambedue gli schieramenti. La libertà di scelta, fra i fedeli, è ormai un dato culturale acquisito: c'è molta Chiesa viva anche nel centrosinistra, a prescindere dall'endorsement dell'"Osservatore Romano".

In particolare l'associazionismo cattolico impegnato nel terzo settore del no profit si è espresso in termini assai critici sugli inasprimenti fiscali e sui tagli con cui il governo dei tecnici ha penalizzato il volontariato sociale. Ricordiamo la copertina del mensile "Vita", solitamente assai moderato, sulla quale compariva un Monti deformato in Dracula.

Si ripropone in definitiva il dubbio su quale peso elettorale conservi davvero l'intromissione vaticana in un paese non solo scristianizzato, ma altresì turbato dal peso eccessivo degli interessi materiali delle strutture ecclesiastiche. L'esplicita presa di posizione dell'"Osservatore" conferma che intorno al "Monti politico" si sta coalizzando un significativo fronte moderato. Ma non gli fornisce alcuna garanzia di assumere una dimensione maggioritaria.

 

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