giorgia meloni elly schlein

TREMAR-ELLY DI PAURA – ELLY SCHLEIN RIFIUTA L’INVITO DELLA SORA GIORGIA A UN CONFRONTO AD “ATREJU”, LA FESTA DEI GIOVANI DI FDI, E PASSA AL CONTRATTACCO: “MELONI VUOLE COMANDARE, NON GOVERNARE. QUESTO GOVERNO STA PROVANDO A CAMBIARE DA SOLO LE REGOLE DEL GIOCO, CON UNA RIFORMA BUTTATA LÀ COME UN FUMOGENO PER COPRIRE I BUCHI DELLA MANOVRA” – LA MELONI HA GIOCO FACILE NELLO SBERTUCCIARE LA FIFA BLU DI ELLY: “BERTINOTTI NON AVEVA PAURA DI DIALOGARE. MA SONO VENUTI ANCHE LETTA E GENTILONI”. ORA CHI INVITERA’ LA DUCETTA? CONTE O LANDINI?

SCHLEIN: “MELONI VUOLE COMANDARE NON GOVERNARE. MERCOLEDÌ LE PROPOSTE SULLA MANOVRA, IL GOVERNO LO ASPETTIAMO IN AULA”

Estratto dell’articolo di Matteo Giusti per www.lastampa.it

 

schlein meloni

Elly Schlein riparte da Radio24. Ma soprattutto dalla riforma Costituzionale cara alla premier Giorgia Meloni. E parte in attacco: «Meloni vuole comandare, non governare». «Questo governo sta provando a cambiare da solo le regole del gioco, con una riforma buttata là come un fumogeno per coprire i buchi della manovra. Una riforma pericolosa, scardina l'equilibrio fra i poteri dello stato, indebolisce il Parlamento e il capo dello Stato».

 

schlein meloni

[…] ospite di Annunziata e Bellasio a “Amici e nemici” su “Radio 24 ore Il Sole 24 ore”, torna sul tema dell’invito alla festa Atreju. «Ho scelto di non andare alla loro festa di partito perché li aspettiamo in Parlamento, ad esempio sul salario minimo. Siamo sempre aperti al confronto, ma stanno esautorando il Parlamento, stanno umiliando i lavoratori e le lavoratrici contestando pure il diritto allo sciopero e stanno sfasciando la Costituzione, non sono del mood per una festa di partito. Sono io che aspetto che» Giorgia Meloni «abbia il coraggio di portare in Parlamento l'accordo con l'Albania, li stiamo aspettiamo ancora sul Mes». […]

GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN - SISTER ACT - BY MACONDO

 

MELONI ATTACCA SCHLEIN PER IL SUO NO AD ATREJU LA PREMIER: "BERTINOTTI NON AVEVA PAURA"

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

C'è stato un tempo in cui Fausto Bertinotti, leader di un partito comunista, sedeva sul palco dei giovani della destra di Alleanza Nazionale, disponibile a una sfida culturale tra mondi a distanze incolmabili. Giorgia Meloni, nella hall dell'hotel Westin di Zagabria, usa i ricordi lunghi due decenni per rispondere al rifiuto di Elly Schlein di partecipare alla festa di Atreju di metà dicembre […]

GIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN

 

La segretaria del Pd dice di no per evitare la trappola di un confronto aperto e imprevedibile, e perché crede che la sfida debba andare in scena in aula. […] Meloni evita di rendere esplicito quello che pensa – e cioè che l'avversaria ha paura di questo confronto –, ma paragona Schlein a Bertinotti, che invece «non aveva timore di dialogare» in quell'arena dove fu proprio la futura leader di Fratelli d'Italia a introdurre la tradizione di invitare ospiti ideologicamente lontanissimi dalla destra sociale che al tempo la giovane leader incarnava.

 

GIORGIA MELONI - ELLY SCHLEIN

Meloni elenca i nomi di alcuni di loro, quando erano presidenti del Consiglio e sedevano dove lei siede adesso: da Enrico Letta all'attuale commissario europeo Paolo Gentiloni. È un messaggio chiaro a Schlein, a mettere alla prova il coraggio delle proprie idee. Magari Meloni dimentica che oggi lei è altro, è un capo di governo, e che il suo partito guida la coalizione di maggioranza, e che tutto questo comporta anche precise formalità istituzionali: sta di fatto che la premier vive il rifiuto della segretaria dem come l'assist inatteso a cui puntava quando ha pensato di invitarla. Adesso sarà interessante capire quale oppositore salirà sul palco di Atreju.

MELONI SCHLEIN 1

 

Anche perché la scelta di chi chiamare – e chi investire dell'ufficialità dell'avversario – definisce la strategia di Meloni, e svela le sue paure. Per esempio, ultimamente anche i suoi fedelissimi non nascondono una crescente insofferenza per il leader del M5s Giuseppe Conte. E il motivo è semplice: l'avvocato parla a una porzione di elettorato che incrocia in parte quello attratto da Meloni. […]

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…