david ermini matteo renzi

“ERMINI CONFERMA PER FILO E PER SEGNO CIÒ CHE IO HO SCRITTO NEL MIO LIBRO” – MATTEO RENZI GODE DOPO LE DICHIARAZIONI DEL VICEPRESIDENTE DEL CSM: “DUNQUE ERMINI, CHE MINACCIAVA INVANO QUERELE (POI NON FATTE) O NON HA LETTO ‘IL MOSTRO’ O NON L’HA CAPITO. ANCORA POCHE SETTIMANE E IL CSM DI DAVID ERMINI SARÀ SOLO UN BRUTTO RICORDO”. MATTEUCCIO SI DIMENTICA CHI FU IL GRANDE ELETTORE DELL’EX DEPUTATO DEL PD PER IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA: LUI!

MATTEO RENZI - IL MOSTRO

1 - CASO AMARA: RENZI, "ERMINI CONFERMA QUANTO HO SCRITTO NE `IL MOSTRO`"

(Adnkronos) - "Oggi il vicepresidente CSM Ermini,  interrogato come testimone nell`ambito del processo Davigo, conferma  per filo e per segno ciò che io ho scritto nel libro `Il Mostro`.

 

Dunque Ermini che minacciava invano querele (poi non fatte) o non ha  letto `Il Mostro` o non l`ha capito. Ancora poche settimane e il CSM di David Ermini sarà solo un brutto ricordo". Così Matteo Renzi su Fb. 

 

2 - CASO AMARA: ERMINI, RIFERII A PRESIDENTE REPUBBLICA PAROLE DAVIGO

david ermini foto di bacco

Benedetta Dalla Rovere per LaPresse

 

Verbali di interrogatori "non firmati, inutilizzabili e inservibili", il cui contenuto però era dirompente. Così il vice presidente del Csm, David Ermini, ha definito i verbali secretati in cui l`avvocato Piero Amara, interrogato a Milano per il caso del `falso complotto` Eni, ha parlato della loggia Ungheria.

 

Una "presunta loggia massonica coperta", ha spiegato Ermini, che avrebbe alti magistrati, avvocati, vertici delle forze armate e di polizia, imprenditori e politici. Fatti talmente gravi che, poche ore dopo essere stato informato da Davigo, il 4 maggio 2020 Ermini ha deciso di andare a parlare della vicenda con il Presidente della Repubblica.

 

david ermini giovanni salvi

"Davigo mi disse che sarebbe stato opportuno che andassi dal Presidente della Repubblica" perché "della presunta loggia facevano parte esponenti delle forze armate e delle forze di polizia - ha chiarito Ermini - specialmente polizia e carabinieri. E poi anche magistrati, ex magistrati, un ex vicepresidente del Csm". 

 

"Io risposi di sì - ha aggiunto - . Andai dal presidente e gli riferii anche quello che mi aveva detto Davigo". E Mattarella "non fece alcun commento". Nei giorni successivi, Davigo si era recato da Ermini e gli aveva consegnato una copia non firmata di quei verbali. Documenti che aveva ricevuto in pieno lockdown dal pm Storari. Il magistrato milanese aveva voluto in questo modo "autotutelarsi" di fronte alle lentezze della Procura di Milano nell`avviare formalmente le indagini sulla vicenda.

PIERO AMARA

 

"Ritenni quella di Davigo una confidenza", ha ricordato Amara, che non appena ricevuti i documenti ha detto di averli strappati e buttati  nel cestino, non sapendo che fossero secretati. "In consiglio noi non possiamo avere atti che non siano formali", ha spiegato. Non solo. "La cosa doveva rimanere segreta, perché se qualche consigliere fosse rimasto coinvolto non era opportuno", ha precisato il vicepresidente del Csm sottolineando come l`avvocato Amara avesse indicato come affiliati alla loggia coperta i consiglieri del Csm Sebastiano Ardita e Marco Mancinetti.

 

david ermini sergio mattarella al csm

"In cuor mio pensavo che quelle carte" relative agli interrogatori in cui l`avvocato Piero Amara parlava della loggia Ungheria "dovessero arrivare al comitato di presidenza in modo rituale e per le vie ufficiali", ha aggiunto Ermini, altrimenti il Csm "non avrebbe potuto fare nulla". "Davigo non mi chiese di veicolare quei verbali al comitato di presidenza del Csm, sennò gli avrei detto che erano irricevibili. Me li ha consegnati perché li leggessi", ha precisato Ermini.

 

L`ex pm di Mani Pulite aveva anche detto di aver consegnato il plico anche al procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e a quel punto per Ermini "la vicenda era finita". "Nelle condizioni in cui abbiamo vissuto in questi anni", dopo il caso di Luca Palamara e lo scandalo sulle nomine del Csm "una velina non firmata con dichiarazioni dubbie non la posso accettare", ha chiarito Ermini.

luca lotti david ermini luca palamara

 

"Io che me ne dovevo fare di questi verbali? - ha aggiunto -  Erano irricevibili, mica potevo diventare il megafono di Amara".Anche Davigo è intervenuto in aula facendo dichiarazioni spontanee.  "Una delle ragioni per cui non ho formalizzato immediatamente è perché, una volta protocollato, il plico viene visto dalla struttura" del Csm, inclusi i componenti delle commissioni interessate, i giudici segretari e i funzionari.  "Non si trattava di una vicenda isolata e anomala - ha chiarito Davigo -  ma di una situazione in cui il comitato di presidenza aveva ragione di dubitare della tenuta della struttura consiliare".

 

RENZI IL MOSTRO DI FIRENZE

"Quando il pm Storari viene da me" per "autotutelarsi" di fronte a quelle che riteneva un`inerzia della Procura di Milano nell`avviare le indagini "io ricevo una notizia di reato - ha proseguito -. Io sono un pubblico ufficiale, ho l`obbligo di denunciare, cosa che feci al pg Giovanni Salvi. La questione era che io dovevo segnalare la vicenda in modo che non potesse comunque recare danno alle indagini. Avrei potuto fare una denuncia alla Procura di Brescia, che avrebbe chiesto gli atti alla Procura di Milano, con il risultato che le indagini non si sarebbero più fatte. La mia finalità principale era che quel processo tornasse sui binari di legalità, perché non c'erano i binari della legalità".

 

"Non ricordo se ho detto al vicepresidente del Csm David Ermini che i verbali sono secretati - ha concluso Davigo - ma sono certo di avergli detto che dopo 5 mesi la Procura di Milano non aveva ancora fatto nulla". Il processo riprenderà il 13 ottobre.

 

 

Articoli correlati

GIUSTIZIA AMARA - IL VICEPRESIDENTE DEL CSM DAVID ERMINI TIRA IN MEZZO MATTARELLA SUI...

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?