mario draghi matteo salvini enrico letta

FANTA-COLLE: A MENO DI 20 GIORNI DALLA PRIMA VOTAZIONE IL SOTTI-LETTA HA CAPITO CHE DEVE TRATTARE CON SALVINI ANZICHE’ PERDERE TEMPO CON CONTE CHE NON RIESCE A TENERE I GRUPPI PARLAMENTARI DEL M5S – IL PD E IL CARROCCIO HANNO LO STESSO OBIETTIVO: UN CAPO DELLO STATO DAL PROFILO PIÙ UNITARIO POSSIBILE (DRAGHI?) CHE METTA IN SALVO LA LEGISLATURA – NELLA PARTITA IN GIOCO ANCHE LA LEGGE ELETTORALE – SALVINI, SEMPRE PIU’ INSOFFERENTE PER LA CANDIDATURA BERLUSCONI, DISPOSTO A DISCUTERE ANCHE DI PROPORZIONALE…

MARCO CONTI per il Messaggero

 

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

A meno di venti giorni dalla prima votazione per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, le tensioni nei due schieramenti preparano quel rimescolamento atteso sin dalla nascita dell'attuale esecutivo e della larghissima maggioranza che lo sostiene.

 

Come previsto, ieri mattina il presidente della Camera Roberto Fico ha fissato per il 24 pomeriggio l'avvio delle votazioni per l'elezione del successore di Sergio Mattarella. Più l'appuntamento si avvicina e più forti si avvertono gli scossoni dentro le coalizioni e dentro i partiti. In un sistema politico di fatto balcanizzato e in un Parlamento che ha il gruppo misto più grande della storia repubblicana, 66 deputati e 48 senatori, per trovare le «intese larghe» che tutti dicono di volere, diventa necessario tagliare le alleanze e, qualche volta, passare anche dentro i partiti.

 

enrico letta matteo salvini meeting rimini

LA PRIORITA' A sinistra il patto di consultazioni che Enrico Letta aveva proposto a Giuseppe Conte è saltato. Nei prossimi giorni i due si ritroveranno insieme a Roberto Speranza, ma il leader 5S non riesce a tenere i gruppi parlamentari, ormai in «autogestione», come constata Paola Taverna. Anche l'idea di proporre una donna, partorita nell'incontro a tre prima di Natale, è stata bruciata. Il punto di caduta della strategia sarebbe dovuta essere Anna Finocchiaro, ma Conte allargando ad un nome di centrodestra è finito col discutere della faccenda al telefono con Letizia Moratti sollevando l'ira dello stesso centrodestra oltre che lo sconcerto di Letta. Luigi Di Maio è per molti parlamentari un punto fermo ma arrivare a tenere dentro un'intesa i 233 grandi elettori grillini appare missione disperata.

 

enrico letta matteo salvini meeting rimini 3

Al Nazareno si attende la direzione convocata per giovedì della prossima settimana. Letta chiederà ai suoi un mandato basato su due direttrici: arrivare ad un Presidente dal profilo più unitario possibile passando per un accordo che permetta alla legislatura di arrivare alla scadenza naturale. Se la linea come è probabile verrà confermata, malgrado lo stop dato ieri l'altro alla proposta di Salvini di istituire un tavolo, il segretario dem sa che difficilmente può evitare di interloquire con il leader della Lega per stringere un'intesa che, passando per l'accordo sul Capo dello Stato, salvi anche la maggioranza di governo. A dispetto di alcune previsioni, il leader del Carroccio, in una recente conversazione con i suoi, ha mostrato di non avere nessuna intenzione di mollare il governo e seguire la Meloni all'opposizione.

letta salvini

 

La sua insistenza su un incontro allargato non solo mostra l'insofferenza di Salvini per la candidatura di Berlusconi che lo ostacola nelle trattative, ma anche l'intenzione di voler discutere del futuro del governo, soprattutto qualora Draghi dovesse succedere a Mattarella come lo stesso leader della Lega ora non esclude più. Come accade spesso, nell'ultimo scorcio di legislatura, il tema della legge elettorale torna sul tavolo e per Salvini questa potrebbe essere l'occasione per testare la compattezza del centrodestra sul sostegno al nuovo esecutivo o per dare la Lega disponibile a una sostanziale revisione del Rosatellum in senso proporzionale come vorrebbe una parte del Pd e il M5S. Per andare all'appuntamento chiesto da Salvini i dem chiedono al centrodestra di ritirare la candidatura di Silvio Berlusconi.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 13

 

L'eventualità è meno remota di quanto si coglie dalle dichiarazioni dei parlamentari di FI. Ad Arcore è in corso una riflessione che tiene conto dei numeri, ma soprattutto pesa la volontà del Cavaliere di non restare tagliato fuori, magari dopo essere stato bocciato, dal Parlamento e di non andare al voto anticipato. Non serve avere particolari antenne per comprendere che per la maggior parte dei parlamentari conta forse più la tenuta della legislatura che il nome del nuovo inquilino del Quirinale. E' per questo che l'eventuale accordo dei leader su un nome - soprattutto su quello di Draghi - dovrà essere accompagnato da un'intesa sul governo che sia accessoriata da adeguato programma di governo di fine legislatura dove entrerà anche la legge elettorale, oltre alla lotta alla pandemia e le riforme del Pnrr.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 11matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 10matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 12

ENRICO LETTA MATTEO SALVINIENRICO LETTA E MATTEO SALVINI ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI letta meloni salvini

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...