1. DIARIO DI UN PEONES IN TRANSATLANTICO: CHI VOTEREMO, SANT’IDDIO? AMATO TRAMONTATO, VELTRONI APPASSITO, SEVERINO FUORI GIOCO. QUI NON CI SI CAPISCE PIÙ UNA MAZZA 2. GENTILONI: MIRACOLATO ALLA FARNESINA, BASTA E AVANZA. PADOAN: VERO CANDIDATO DI D’ALEMA, CHE PUNTA A PIAZZARE IL “SUO” GAROFOLI COME SEGRETARIO AL QUIRINALE 3. CASINI E FRANCESCHINI, VECCHIE VOLPI DC, SI MUOVONO MOLTO. FASSINO A TORINO NON SI VEDE PIÙ, FISSO A ROMA. PIACE A MEDIASET, È PIÙ RENZIANO DI RENZI. QUOTAZIONI IN AUMENTO 4. DE SIERVO, DEL RIO, CASTAGNETTI: SE PITTIBIMBO LI CANDIDASSE, LA MINORANZA FAREBBE LE VALIGIE. PARLAMENTO, GOVERNO E QUIRINALE IN MANO AI RENZIANI È DAVVERO TROPPO 5. LANZILLOTTA CI CREDE SOLO LEI, HA PIÙ CHANCES IL MARITO BASSANINI. FINOCCHIARO IN CALO, È TROPPO LA CANDIDATA DEL PATTO DEL NAZARENO. PIERO GRASSO, ULTIMA SPIAGGIA 6. E POI C’È IL VERO CANDIDATO DEGLI ITALIANI: L’IMPREVISTO, DADAISTA, IRRESISTIBILE GIANFRANCO MAGALLI. HA FATTO BRECCIA IN MOLTI ONOREVOLI CUORI. SARÀ MOLTO VOTATO

DAGOREPORT

 

GIULIANO AMATO E ROMANO PRODIGIULIANO AMATO E ROMANO PRODI

Tramonta Giuliano (poco) Amato. Valter Veltroni appassisce come una mammola. La Severino pare ormai fuori gioco. Onorevoli colleghi: qui non ci si capisce più una mazza. Mancano quattro giorni al primo voto per il Quirinale e ancora ci ritroviamo con un elenco di candidati lungo come l’elenco del telefono. Ma chi voteremo, sant’Iddio?

 

Quando ci incrociamo perplessi in Transatlantico, alla Camera o al Senato, ormai facciamo l’un con l’altro un’aria furbissima. Passiamo in rassegna voci, pettegolezzi, retroscena veri e retroscena presunti.

 

Poi: come la vedi tu? E tu? L’ho chiesto prima io. No, io.

transatlanticotransatlantico

E’ un casino così.

Al momento, visto dalla prospettiva della plebe, ossia della carne da urna che un giorno o l’altro dovrà dare il voto decisivo per il Colle, e che però non ha ancora capito assolutamente a chi dovrà darlo, al momento, dunque, la mappatura degli umori e dei candidati parrebbe questa:

 

Gentiloni  Paolo: lui al Colle pensa parecchio, ma qui conta solo quello che pensa Renzi: già miracolato con la Farnesina. Basta e avanza.

 

laura boldrinilaura boldrini

Prodi Romano: è apparentemente fuori dai giochi. Tocca però monitorare Stefano Fassina e i voti dei ribelli del Pd congiunti a quelli dei Cinque Stelle.  Potrebbe esserci qualche sorpresa divertente.

 

Boldrini Laura: Boldrini chi?

 

Pinotti  Roberta: ma de che.

 

Lanzillotta Linda: ci crede solo lei. Ha molte, molte, molte più chance il marito, Bassanini Franco, presidente di Cdp. Massoneria inglese a sostegno. Davide Serra a sostegno. A sostegno persino un pezzo di Forza Italia, capitanato dalla fittiana senatrice Bonfrisco. Tenerlo d’occhio.

pinotti gentilonipinotti gentiloni

 

Severino Paola: molto agitata a sponsorizzarsi presso gruppi imprenditoriali di varia entità. Tifava per lei il gruppo Caltagirone, ma anche a Napolitano e al Cav non dispiaceva affatto. Pure l’ex segretario generale del Senato, il consigliere di Stato Antonio Malaschini, era al suo fianco, per non parlare di Massimo D’Alema, l'amerikano. Al momento, però, è in calo. Forse out.

Franco Bassanini e Linda Lanzillotta Franco Bassanini e Linda Lanzillotta

 

Veltroni Valter: al momento ci pare anche lui molto uhm, molto mah. Nonostante il sostegno del gruppo De Benedetti e il tifo (esagerato!) di Repubblica.

 

Amato Giuliano: sarebbe stato gradito agli americani e quindi a Napolitano, dicono, ma anche un po’ a Berlusconi e molto a D’Alema (i due hanno creato, ricordiamocelo, la Fondazione Italianieuropei). Ma già è finito fuori corsa anche lui. In effetti: con 31 mila euro al mese di pensione, partirebbe l’assalto al Colle coi forconi.

finocchiaro veltronifinocchiaro veltroni

 

Fassino Piero: a Torino non lo si vede più, ormai presidia stabilmente la capitale con vista sul Colle. Per gli uomini di Mediaset è senz’altro il candidato che darebbe, dicono, più garanzie. E' diventato più renziano di Renzi. Quotazione in rialzo. Monitorare.

 

Casini Pierferdinando e Franceschini Dario. Due ex Dc. Vecchie volpi. Astutissime. Pronte a ricordare all’Italia che, dopo un presidente comunista, ci tocca adesso un presidente cattolico. Meglio ancora: ex democristiano. Qualcuno di grigio; di banale. Stile Vecchia Repubblica. Rassicurante.

CASINI E AZZURRA CALTAGIRONE ALLA PRESENTAZIONE MILANESE DEL MESSAGGERO FOTO TOIATI CASINI E AZZURRA CALTAGIRONE ALLA PRESENTAZIONE MILANESE DEL MESSAGGERO FOTO TOIATI

 

Dario – monitorare, please - è una macchina da guerra ma si muove ancora sott’acqua; è convinto di avere buone carte, da cattolico e da Pd e da scrittore belloccio appena sposato con una fanciulla molto carina e molto Pd anche lei.

 

DARIO FRANCESCHINI E MICHELA DI BIASE FOTO LAPRESSE DARIO FRANCESCHINI E MICHELA DI BIASE FOTO LAPRESSE

Ma anche il caro Pierferdi pareva un carrarmato da non scherzarci, con tanto di Caltagirone come suocero. Il Cav e Alfano si sono accordati per fare blocco su di lui, e il solerte Cesa sta sputando l’anima a mediare tra le varie anime di Mediaset per trovargli sostegno. Casini ha pure, ovviamente, l’appoggio del Vaticano più vecchio stile. Ma nelle ultime ore ha gli occhi spenti, l’aria smorta. La faccia di uno che prima ci credeva, ora non più.

 

gianni letta gaetano quagliariellogianni letta gaetano quagliariello

Quagliariello Gaetano, detto anche  l’anguilla di Ncd. Ufficialmente sostiene Casini ma ambisce personalmente al Colle grazie all’appoggio del fronte cattolico più tradizionale, ancora potentissimo tra i parlamentari. Inutile.

 

De Siervo Luigi, Del Rio Graziano, Castagnetti Pierluigi: emanazione diretta di Renzi, a cui il Cav ha già detto no grazie. O così, almeno, si dice. O si finge. Se Pittibimbo li candidasse davvero, la minoranza Pd farebbe le valigie: parlamento, governo e Quirinale in mano ai renziani sarebbero davvero troppo.

UGO DE SIERVOUGO DE SIERVO

 

Mattarella Sergio: è il candidato di Rosibindi. Sarebbe il cavallo di Troia della minoranza Pd contro il patto del Nazareno. Mah.

 

Finocchiaro Anna: ahi ahi ahi. Non le è andato troppo bene l’incontro coi diplomatici Usa dalle parti di Villa Taverna (l’accento siculo-americano, perfetto sul set del Padrino, oggi è considerato parecchio demodé) e il suo sponsor più sfegatato al momento pare la Lega capitanata da Roberto Maroni, che sarà il delegato della Lombardia. Anche molti Fi la sostengono.

Castagnetti e Del Rio Castagnetti e Del Rio

 

D’Alema no, il centro nemmeno, e il Pd sul suo nome probabilmente deflagrerebbe: è considerata emanazione diretta del patto del Nazareno. Insomma, le mancano i voti. A febbraio – oltretutto - potrebbero tornare a far notizia le vicende giudiziarie del marito Fidelbo per gli appalti siculi della Sanità. A Roma, invece, contro di lei ci sono sempre le intercettazioni della sua amichetta Rita Lorenzetti, ex governatrice dell’Umbria oggi nei guai per l’alta velocità in Toscana.  Ricapitolando: Colle in allontanamento...

MENTINE DELLA FINOCCHIARO PER DALEMA MENTINE DELLA FINOCCHIARO PER DALEMA

 

Padoan Pier Carlo: è un po’ (molto) acciaccato dalle ultime papere del suo ministero, ma è però sempre, attenzione, il vero candidato di D’Alema. Il conte Max, il più intelligente di tutti, lavora in apparenza per Amato e Severino, ma quel che più brama è piazzare Padoan al Quirinale e, soprattutto, il suo attuale capo di gabinetto, Roberto Garofoli, come segretario generale.

 

draghi padoan 2draghi padoan 2

Va da sé che Garofoli - consigliere di Stato, ras della formazione per i magistrati, editore di testi specialistici, eccetera eccetera – è dalemianissmo, nonché esponente della Fondazione Italianieuropei. Chissà che tale elezione non aiuti a portare un po’ di fiato alle casse, molto provate, della fondazione medesima. Gira voce che ormai a piazza Farnese siano alla frutta, e che restino risorse solo per qualche settimana ancora di attività…  

Roberto Garofoli Roberto Garofoli

 

Visco Ignazio: per il governatore di Bankitalia, dicono, si muovono Draghi e Napolitano e i famosi poteri forti che a noi peones manco ci considerano. Boh.

ignazio visco ignazio visco

 

Grasso Pietro: poche chances. Ma in caso di intasamento istituzionale, alla fin fine, potrebbe essere una soluzione accettabile anche per Berlusconi, visti i rapporti pregressi tra i due.

 

Monti Mario: qualcuno, fantasiosamente, si avventura a darlo per recuperabile.

 

pietro grasso con la moglie foto lapressepietro grasso con la moglie foto lapresse

Cassese Sabino: il candidato principe di Napolitano. Decisamente tramontato.

 

Rodotà Stefano e Zagrebelski Gustavo, candidati di Grillo e del Fatto: ma chi li vota?

 

Dalla Chiesa Nando: autocandidato con un autocomitato da 1500 adesioni in una settimana. Non pervenuto.

 

Stefano Rodota Stefano Rodota

Abbiamo scordato qualcuno?

Certo!

Il vero candidato degli italiani: l’imprevisto, dadaista, irresistibile Gianfranco Magalli. Il grande trionfatore delle primarie del Fatto sta facendo onestamente breccia in molti onorevoli cuori. Anzi: moltissimi. Scommettiamo che giovedì, alla fine del primo spoglio, tra i voti di Fi ad Antonio Martino e le schede bianche del Pd, sentiremo molte volte risuonare il suo nome? Anche i peones nel loro piccolo s’incazzano.

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E siamo tutti Magalli. 

sabino cassese sabino cassese

 

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