IL FATTORE GREGANTI – ALTRO CHE “COMPAGNO G”, L’EX MANAGER DI EXPO ANGELO PARIS LO DEFINISCE UN “MARTELLO”, CHE SERVIVA PER FARE “RIGARE DRITTO” LE COOPERATIVE ROSSE NEL VARIEGATO MONDO DEGLI APPALTI

Davide Milosa per "Il Fatto Quotidiano"

Se Tangentopoli battezzò Primo Greganti come il "Compagno G", ora l'inchiesta sulla cupola degli appalti che programmava l'assalto all'Expo gli regala un nuovo soprannome: il martello. Così lo definisce l'ex manager di Expo Angelo Paris in un sms inviato il 12 febbraio scorso. Il particolare emerge da un'annotazione della Finanza di Milano, agli atti dell'indagine dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio.

La conversazione fotografa l'attività della presunta organizzazione criminale, tesa a intavolare rapporti e contatti per favorire la cerchia delle imprese amiche. Al centro del dialogo ci sono le coop rosse e il grande affare di Expo 2015. Quel 12 febbraio Paris è in contatto con "tale Massimiliano Riva".

Ecco cosa scrive l'ex braccio destro del commissario Giuseppe Sala: "Ne ho parlato ieri con Primo Greganti, il partito si spacca". L'incipit resta senza un seguito, perché in un altro messaggio Paris chiede: "Sai chi è Primo Greganti? Uno che conta in quel mondo".

DALL'ALTRA PARTE l'interlocutore risponde preoccupato: "Ma hai a che fare con Primo Greganti? Perché?". Chiarissima la risposta dell'ex funzionario pubblico: "Perché è uno che governa le coop rosse che, al momento, performano male su Expo, e quindi lui è il martello che le fa rigare. Ma hai capito che dimensione c'è in ballo su Expo?". Da questa telefonata emerge come la cupola, dopo la gara "Architetture di servizi", si era infiltrata anche nel ma-xi-appalto della Piastra. Valore, 149 milioni di euro.

Di questo appalto si è occupata l'impresa Viridia svolgendo "lavori nel sito di Expo 2015, verosimilmente in qualità di consorziata del Consorzio Veneto Cooperativo". In una telefonata del settembre 2013 il rappresentante legale Fernando Turri diceva a Greganti che sarebbe servita "una posizione di controllo e per tale scopo aveva proposto un ‘uomo" e poi gli faceva presente, annota la Gdf, di non aver "potuto parlare con ‘l'amico Fritz' e invitava Greganti a "parlarci lui, quando lo vedrà a Roma".

Greganti, che davanti al giudice Fabio Antezza, oltre ai soliti silenzi, ha detto di occuparsi da anni solo della filiera del legno e non certo di appalti, appare sempre più centrale in questa indagine che ha scoperto un enorme mazzettificio bipartisan, con "il martello" Greganti a garantire il fronte del centrosinistra e Gianstefano Frigerio a tessere la rete di relazioni nel centrodestra.

Una rete che giorno dopo giorno si allarga. E che potrebbe tracimare la prossima settimana quando scatterà la fase due dell'operazione. In calendario, infatti, la Procura ha diversi interrogatori. Le nuove informative della Gdf confermano la grande influenza di Greganti sulle coop rosse. Un dato che secondo gli investigatori viene avvalorato da un contratto tra la Seinco, società intestata alle figlie di Greganti, "e la Cooperativa Muratori & Ce-mentisti - Cmc di Ravenna".

L'accordo avrebbe previsto per la Seinco "una provvigione sulle attività e progetti". Tanto che il 12 febbraio Greganti al telefono con la segretaria Ester dice: "Bisogna mandare bozza del contratto alla Cmc". Se le coop a lui legate avevano interessi in Expo, la cupola degli appalti stava già lavorando per spartirsi i 323 milioni della Città da salute mettendo in prima fila un cartello di dieci società amiche. L'ex "Compagno G" mette al servizio della presunta cupola la sua agenda politica. Da Milano a Torino, dove ha le porte aperte in Comune.

IL 14 FEBBRAIO al telefono con Paolo Fusaro, Ad di Olicar, gruppo che si occupa di servizi per l'energia, dice: "Sono qui in assessorato". È uno spezzone di telefonata fatta per confermare a Fusaro un incontro con Paris all'hotel Michelangelo di Milano. La rete di contatti emerge anche da una nuova intercettazione tra Sergio Cattozzo, ex segretario ligure dell'Udc, e Alberto Alatri, all'epoca manager della Sogin.

I due parlano dei rapporti tra Luigi Grillo, ex senatore di Fi (arrestato) e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Quando Alatri chiede a Cattozzo se Grillo abbia incarichi ufficiali al ministero, l'altro "risponde negativamente evidenziando, tuttavia, che lui è responsabile nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti di Ncd e palesando l'esistenza di consolidate aderenze anche con Maurizio Lupi".

La capacità di tutelare le carriere dei funzionari emerge da un'intercettazione tra Frigerio e Cattozzo del maggio 2013, in cui discutono del destino di Giulio Antonio Rognoni, all'epoca dg di Infrastrutture Lombarde, che la cupola vorrebbe spostare all'Anas.

Dopo aver detto di voler mandare un "bigliettino" a Lupi "per suggerirlo come presidente Anas", Cattozzo dice: "Ne parliamo con Primo, e per quello che io volevo fare una cena o un pranzo a Milano: l'Antonio, Primo, io e te, per battezzare (...) questa è la chiave, perché quelli danno garanzie politiche ad Antonio sul suo futuro a Roma che è la cosa che gli interessa di più".

 

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