
COME MAI IL NOME DI GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI È STATO SBIANCHETTATO DAL TESTO DELL’INTERROGAZIONE DEL M5S SUL PRESUNTO SPIONAGGIO DEI SERVIZI A DANNO DI “REPORT”? IL 27 MARZO IL CONDUTTORE DEL PROGRAMMA D’INCHIESTA DI RAI3, SIGFRIDO RANUCCI, PARLANDO AL PARLAMENTO EUROPEO, AVEVA DENUNCIATO: “HO AVUTO CERTEZZA CHE FAZZOLARI HA ATTIVATO I SERVIZI SEGRETI PER CHIEDERE INFORMAZIONI SULLA MIA ATTIVITÀ”. “FAZZO” HA RISPOSTO PARLANDO DI “ACCUSE DELIRANTI” E CHIEDENDO 50MILA EURO DI RISARCIMENTO (PIÙ ALTRI 100MILA A “REPORT”) – A INIZIO APRILE, LA SENATRICE 5STELLE DOLORES BEVILACQUA PRESENTA L’INTERROGAZIONE, IN CUI VENIVANO RIPORTATE LE PAROLE DI RANUCCI. E MAGICAMENTE, FAZZOLARI DIVENTA “UN SOTTOSEGRETARIO” (CE NE SONO SEI)…
Dalla pagina Facebook di Sigfrido Ranucci
SIGFRIDO RANUCCI AL PARLAMENTO EUROPEO
REPORT SPIATO DAI SERVIZI: SBIANCHETTATO NOME DEL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI DA INTERROGAZIONE M5S.
È quanto si apprende da un articolo di Giacomo Salvini e Ilaria Proietti. L'interrogazione nasce da quanto avevo detto in un'audizione in Europa. Gli uffici di Palazzo Madama hanno cancellato il nome del fedelissimo di Meloni a Chigi da un’interrogazione del M5S.
Quello di Giovanbattista Fazzolari, potente braccio destro di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, è un affare che scotta al Senato. Al punto che il nome del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è misteriosamente scomparso da un’interrogazione del M5S.
L’oggetto? Il presunto spionaggio che Sigfrido Ranucci di Report aveva denunciato di aver subito: “In un’occasione ho avuto certezza che Fazzolari ha attivato i Servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività”, aveva detto il conduttore Rai il 27 marzo parlando al Parlamento europeo. Nella versione sbianchettata dagli uffici di Palazzo Madama, Fazzolari è diventato “un sottosegretario”.
L’atto di sindacato ispettivo a prima firma della senatrice 5Stelle Dolores Bevilacqua (e sottoscritto da altri 14 senatori pentastellati) era stato presentato a inizio aprile: nella versione originaria si chiedeva conto alla presidenza del Consiglio di riferire in aula sulle parole pronunciate dal giornalista Rai durante il convegno sulla libertà di stampa al Parlamento europeo.
E qui va aperta una parentesi. In quell’occasione, rispondendo a una domanda dell’eurodeputato Pd ed ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, Ranucci aveva affermato di aver avuto la certezza che Fazzolari, dopo le inchieste di Report, avesse richiesto “l’attivazione” dei Servizi segreti finalizzata a ottenere “informazioni” sulla sua persona e sulla sua attività.
A stretto giro, il sottosegretario Fazzolari gli aveva risposto parlando di “accuse deliranti” minacciando di portarlo in tribunale.
Mercoledì scorso, lo stesso Ranucci, in un post su Facebook, ha fatto sapere che la causa è arrivata: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha chiesto 50 mila euro di risarcimento danni al giornalista Rai.
Il fatto è che la denuncia fatta da Ranucci al Parlamento europeo era stata così clamorosa da suscitare non solo la replica di Fazzolari, ma pure l’iniziativa dei pentastellati a Palazzo Madama, decisi a chiedere alla presidenza del Consiglio una risposta sugli episodi denunciati dal giornalista che aveva detto di aver avuto almeno in tre occasioni la certezza di essere stato spiato (“la mia scorta ha sorpreso persone che mi inseguivano e filmavano durante un incontro con una fonte”).
Con un’interrogazione che ha avuto una curiosa gestione al Senato. Nel testo originario, che Il Fatto ha letto, il M5S chiedeva di sapere se il governo confermasse “l’attivazione dei Servizi segreti per monitorare l’attività giornalistica di Sigfrido Ranucci su richiesta del sottosegretario Fazzolari”, quali iniziative urgenti intendesse “intraprendere per accertare la verità” e se, nel caso in cui le accuse fossero state fondate, intendesse “assumere provvedimenti nei confronti del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e di chiunque abbia abusato dei Servizi segreti per fini illegittimi nonché promuovere iniziative per prevenire il ripetersi di simili abusi”.
Dell’interrogazione si erano perse le tracce per diverse settimane: solo dopo le sollecitazioni del M5S e dopo una serie di correttivi proposti ai presentatori è stata pubblicata sul sito del Senato nei giorni scorsi.
giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse
Ma senza alcun riferimento a Fazzolari che è anche responsabile comunicazione del governo: nel nuovo testo, il suo nome non compare fin dalla premessa dove è evocato genericamente “un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio” (che in tutto sono 6). Stessa cosa per il cuore dell’interrogazione: omissato il nome di Fazzolari e sfumato a differenza del testo originario la questione dello spionaggio.
La versione rivista e corretta a Palazzo prevede che il governo chiarisca “se vi siano disposizioni del livello politico circa il monitoraggio dell’attività giornalistica di Sigfrido Ranucci”, se “nel caso in cui le accuse fossero fondate, si intendano assumere le eventuali iniziative di propria competenza” e quali iniziative si “intendano intraprendere per garantire la massima trasparenza e il rispetto della libertà di stampa”.
A spiegare come sono andate le cose è la stessa senatrice Bevilacqua: “Ho notato verso metà aprile che l’interrogazione depositata i primi del mese non risultava ancora pubblicata.
A quel punto ho chiesto agli uffici competenti il perché del ritardo”, spiega al Fatto la senatrice che riannoda i fili della vicenda.
Per farla breve, gli uffici di Palazzo Madama le avevano inizialmente spiegato che l’interrogazione così come l’aveva scritta non andava bene: perché nel testo era stato evidenziato il coinvolgimento, anche se marginale, dei Servizi segreti che possono essere oggetto di sindacato ispettivo solo in seno al Copasir.
“Consapevole di questo aspetto – spiega ancora Bevilacqua – avevo circoscritto adeguatamente la richiesta perché a me non interessava sapere se ci fosse poi stata effettivamente un’azione da parte dei Servizi segreti, ma ritenevo necessario che fosse fatta chiarezza sul comportamento del sottosegretario Fazzolari”.
Così, continua, “ho richiesto una riformulazione del testo che potesse consentirne la pubblicazione. In quella riformulazione è stato anche espunto il nome del sottosegretario. Una cosa per me del tutto irrilevante dal momento che dalle notizie di stampa era assolutamente chiaro chi fosse il sottosegretario menzionato. Ma tant’è…”.
Stasera alle 20.30 su Rai3 ultima puntata di Report. Vi aspetto.