giorgia meloni carlo fuortes rai viale mazzini.

IL FESTIVAL DI VIALE MAZZINI - L'OBIETTIVO DEL GOVERNO È CAMBIARE L'INTERO CDA! SE VIENE CAMBIATO SOLO L'AD FUORTES, NON SERVE A NIENTE: LA DESTRA AVREBBE TRE COMPONENTI AL PARI DELLA SINISTRA E IN PIÙ LA PRESIDENTE SOLDI CHE CERTO MELONIANA NON È - MELONI POTREBBE TORNARE A CHIEDERE A FUORTES LA NOMINA DI UN DIRETTORE GENERALE, MA QUESTA FIGURA NON HA POTERI SULLE DIREZIONI DI GENERE E SULLE TESTATE INFORMATIVE - SU TUTTO QUESTO PESA COME UN MACIGNO IL RISULTATO ELETTORALE DELLE COMPETIZIONI REGIONALI CHE POTREBBE PORTARE A ULTERIORI TENSIONI TRA I PARTITI DI MAGGIORANZA… - VIDEO

carlo fuortes foto di bacco

1 - NESSUN BLITZ CONTRO I VERTICI RAI L’ATTACCO A FUORTES PASSERÀ DAL CDA

Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”

 

La verifica sui vertici della Rai, invocata da molti esponenti di Fratelli d’Italia per quelli che considerano atti di «killeraggio politico» andati in onda, alla vigilia delle Regionali di Lombardia e Lazio, nel corso del Festival di Sanremo, richiederà tempo. Nessun blitz è in vista sull’amministratore delegato Carlo Fuortes e sul direttore dell’Intrattenimento Stefano Coletta. […]

 

STEFANO COLETTA AMADEUS

Forza Italia vorrebbe anche andare alla carica per ottenere che si componga finalmente quella commissione di Vigilanza, in assenza della quale oggi l’azienda veleggia senza alcun controllo politico.

 

L’altro motivo che induce a credere che, se ricambio ci sarà, avverrà non nel breve termine, è che, non avendo Fuortes intenzione di dimettersi, bisognerà cercare l’occasione per farlo cadere in cda utilizzando i voti contrari di Lega, FI, M5S e del rappresentante dei dipendenti. Ma la prima riunione utile, dopodomani, reca all’ordine del giorno il piano editoriale e le nomine dei vice del neodirettore del Tg2, Nicola Rao, su cui non c’è voto.

 

giorgia meloni conferenza stampa dopo il consiglio europeo 10 febbraio 2023 5

La successiva convocazione è datata 3 marzo, ma difficilmente sarà quella in cui l’ad presenterà atti importanti, come l’atteso piano industriale, su cui il cda sarà chiamato a votare. E che peraltro avrebbe bisogno del parere obbligatorio di quella Vigilanza che ancora non è insediata. Di questo passo si arriva già a metà marzo.

 

Di tempo la premier Giorgia Meloni ha peraltro bisogno nel caso dovesse mettere mano a tutto il dossier Rai. E potrebbe esserci la tentazione di far rientrare anche questo riassetto nel calderone delle nomine nelle partecipate, previste per aprile. Per questo alcuni immaginano che Meloni potrebbe per ora fare una prima mossa simbolica, come toccare la casella del Tg1.

 

gianmarco chiocci

Ma il nome che circola, quello del giornalista Gianmarco Chiocci, oltre a essere quello di un esterno, è troppo vicino a Meloni perché possa passare senza rivedere la direzione del Tg2, appena coperta da un altro fedelissimo, Nicola Rao. A meno che non sia lui a passare al Tg della prima rete. Un risiko complicato.

 

Meloni potrebbe tornare a chiedere a Fuortes la nomina di un direttore generale.

Mossa che però ha i suoi limiti, visto che questa figura non ha poteri sulle direzioni di genere e sulle testate informative. Su tutto questo pesa come un macigno il risultato elettorale delle competizioni regionali che sarà svelato stasera e che potrebbe portare a ulteriori tensioni tra i partiti di maggioranza. […]

 

nicola rao

2 - SI CERCA UN'USCITA MORBIDA A FUORTES MA L'OBIETTIVO È CAMBIARE TUTTO IL CDA

Estratto dell’articolo di Mario Ajello per “il Messaggero”

 

[…] Fuortes, area dem e nomina draghiana, ha le settimane o i mesi contati. E le manovre di sostituzione sono due: o il nuovo ad sarà Roberto Sergio, un interno di lunga esperienza con aderenze nel centrodestra, affiancato da Giampaolo Rossi di area FdI e insieme profondo conoscitore dell'azienda come direttore generale che poi prenderà la guida di tutto;

 

Giampaolo Rossi

oppure - e a questo punto più probabile - la nomina al più presto proprio di Rossi direttamente come ad, dopo che una semplice norma al decreto Milleproroghe eliminerà il divieto al secondo mandato come membro del Cda Rai dando il via alla sostituzione in favore di quello che è già stato nel consiglio del Settimo Piano in quota meloniana.

 

Una cosa comunque è sicura, dicono fonti di governo e di partito: «Fuortes deve farsi da parte e accettare un posto sostitutivo». Sì, ma quale? La trattativa per renderlo soprintendente del teatro Alla Scala di Milano è finita, anche perché il sindaco Sala vuole portare nel Cda del 15 marzo la riconferma di Dominique Meyer fino al 2027. La collocazione a cui la destra vorrebbe destinarlo, e viene assicurato che ci sarebbe il placet del sindaco Nardella, sarebbe quella della guida del Maggio Fiorentino ma tutti sanno che Fuortes aspira ad altro.

STEFANO COLETTA AMADEUS

 

Quindi? «Gli conviene accettare questa perché poi non avrà più possibilità di scegliere e dovrà trovarsi un posto da solo», dicono i duri di FdI. Ma Meloni con Fuortes ha un buon rapporto personale e amerebbe evitare traumi troppo forti con un ad che comunque industrialmente ha ben meritato.

 

Insomma, la separazione - si spera consensuale - ci sarà ma occorre vedere come. Oltretutto, se viene cambiato solo l'ad il Cda resterebbe comunque sbilanciato non a favore della destra: che avrebbe tre componenti (Agnes, Di Biasio e il nuovo ad), mentre gli altri ne hanno altri tre (Laganà in rappresentanza dei dipendenti, Bria per il Pd e Di Majo per M5S) e in più la presidente Soldi che certo meloniana non è. Quindi, l'obiettivo della destra è cambiare l'intero Cda: e del resto, quando cambia il governo è sempre cambiata anche la governance Rai.

 

alessandro di majo foto di bacco

Stesso discorso vale per il Tg1. Improbabile che resti Monica Maggioni (espressione dell'esecutivo Draghi, anche se affatto ostile ai nuovi arrivati) ma non è detto che giunga un direttore da fuori (il più quotato è Gianmarco Chiocci) e fioccano le ipotesi interne: Giorgino in rappresentanza dell'intero centrodestra o Rao di totale affidabilità meloniana che dal Tg2 passerebbe al giornale ammiraglio lasciando il posto al berlusconiano Preziosi?

 

sergio mattarella carlo fuortes marinella soldi

Le caselle, tra Viale Mazzini e Saxa Rubra, si decideranno. Ma la prima soluzione da trovare riguarda Fuortes: il governo, per mandarlo via, sta cercando una contropartita all'altezza e non vuole spargimenti di sangue. Va trovata una quadra e prima o poi si troverà.

francesca bria FIORELLO E CARLO FUORTESstefano coletta mara venier ANDREA ORLANDO E FRANCESCA BRIA A CENA ALLA GARBATELLAevgenij morozov alessandro di battista francesca bria YAROSLAV MELNYK E CARLO FUORTES

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...