la scrivania di luigi de magistris

“DE MAGISTRIS LA RACCOLTA DIFFERENZIATA LA FA SULLA SCRIVANIA” - FILIPPO FACCI: “GUARDANDO IL TAVOLO DI LAVORO DEL SINDACO DI NAPOLI SI CAPISCONO ALCUNE COSE. QUEL CASINO OSTENTATO SERVE PALESEMENTE A MOSTRARE AGLI INTERLOCUTORI (O TELESPETTATORI) DI QUALE BABELE DI SIMBOLI SIA COMPOSTA L'IDENTITÀ POLITICA DELL'EX MAGISTRATO, INTESA COME UNA PACCOTTIGLIA CHE CAMBIA CONTINUAMENTE DISPOSIZIONE COME UNA BANCARELLA AL MERCATO…”

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

‘O sindaco ha detto che ai semafori, anziché dare una moneta perché puliscano il vetro, si deve darla perché puliscano il marciapiede: «La città dev'essere più pulita, ci dobbiamo lavorare tutti».

 

Chiamate un medico, ma prima fategli dare un occhiata anche alla scrivania di Luigi De Magistris: una profusione di corni e cornetti di ogni dimensione e colore (uno, azzurro, sembra un vibratore) e ferri di cavallo, piccole coppe, figure varie della tradizione napoletana, il pupazzetto di un gufo (forse in chiave Anti-Renzi, che definì gufi i suo avversari) e poi un doppio Che Guevara, una farlocca «agenda rossa di Paolo Borsellino» (che non esiste) e ancora libretti, un medaglione, un ingombrante modello di barca da pesca, foto con Papa Francesco, altre foto con cornici pacchiane, statuette, un Pulcinella, lettere di bambini, la miniatura della chitarra di Pino Daniele, le mimose per la festa della Donna, un modellino di cassonetto della monnezza, un modellino di treno della metropolitana, insomma un ibrido tra le orribili vetrinette della nonna e la cameretta di un adolescente.

 

LA SCRIVANIA DI LUIGI DE MAGISTRIS

Tutti gli oggetti sono rivolti verso l'ospite, anche le corna. Riferiscono peraltro che la composizione di oggetti e cianfrusaglie cambia a seconda dell'interlocutore: che speriamo sia di stanza al pronto soccorso, ripetiamo.

 

LA SCENEGGIATA

Un tempo c'era anche la brocca d'acqua, ma non per berla (sospettiamo bevesse altro) ma per testimoniare la battaglia referendaria sull'acqua libera. La scrivania inquadrata a Stasera Italia su Rete 4, mercoledì scorso, era diversa da quella inquadrata sul Tg3 Campania quando l'intervistò il collega Massimo Calenda, o, ancora, da quella inquadrata durante la trasmissione Tagadà su La7.

luigi de magistris gino sorbillo

 

Talvolta il ripiano è sgombro di fascicoli e talvolta il sindaco ne tiene qualcuno rigorosamente chiuso, come a esporre pure un'attitudine napoletana al lavoro. Strano che non ci siano poster di Maradona, di Totò e di Eduardo: poi magari ci sono, vai a saperlo. Manca anche il modellino di un'ambulanza: ne fanno che si sentono anche le sirene.

 

Visto e detto questo, non serve Sigmund Freud per buttar lì qualche considerazione.

de magistris

La prima: quella non è la scrivania di De Magistris, quella scrivania è De Magistris. Seconda considerazione: essa mostra quanto egli lavori. Terza: la scrivania del rappresentante amministrativo della terza città d' Italia non è una cosa seria, chissà come mai. Quarta: quel casino ostentato serve palesemente a mostrare agli interlocutori (o telespettatori) di quale babele di simboli sia composta l'identità politica dell' ex magistrato, intesa come una paccottiglia che cambia continuamente disposizione come una bancarella al mercato.

 

de magistris de laurentiis

Ultima nota, ma è già troppo raffinata: l'adolescente appende poster in cameretta per rafforzare un'identità in formazione, quindi tende e strapparli quando è cresciuto: qui invece i poster crescono continuamente, il ragazzo non cresce mai. Lo dimostra la sconcertante uscita fatta l'altro giorno a Televomero: «La città deve essere più pulita. E per essere più pulita, ci dobbiamo lavorare tutti. Gli ho dato 5 euro a un ragazzo extracomunitario che l'altro giorno puliva in maniera egregia un marciapiede, e diserbava pure. Ho detto: finalmente! Invece di pulire i vetri - ca 'a gente s'è scocciata, perché il lavavetri stanca - fate questa operazione, che il napoletano è generoso il napoletano è generoso il napoletano è generoso. E questo è un modo di integrazione straordinario, no? Non è una cosa straordinaria?».

 

1439315555567 napoli luigi de magistris contro matteo renzi

DARE L'ELEMOSINA

Come no. Il napoletano è così generoso che ai semafori dovrebbe pagare per quello che migliaia di dipendenti dell'Asia, l'azienda che dovrebbe pulire la città, fa con un successo conosciuto in tutto il mondo. Il filigrana s'intravede un evoluto modello di integrazione fondato sull'elemosina, sul lavoro in nero e sullo sfruttamento degli extracomunitari: questo perché il sindaco non garantisce i servizi essenziali.

DE MAGISTRIS

 

S' intravede anche il cittadino napoletano perbene (quello che in pochissimi quartieri fa la raccolta differenziata) che da imbecille deve o dovrebbe pagare anche la Tari annuale, oltre a 9 milioni e mezzo di euro per i soli dirigenti di San Giacomo, il palazzo dove il sindaco De Magistris ha perlomeno dato il buon esempio: la raccolta differenziata la fa sulla scrivania.

belen luigi de magistris napoli

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…