SI RIACCENDE LA “FIAMMA”? - DA FINI AD ALEMANNO, I REDUCI DI AN PENSANO DI CREARE UNA “COSA DI DESTRA” PER IL DOPO BERLUSCONI E NON ESSERE COSÌ RISUCCHIATI DALL'ISOARDO SALVINI - MA GIORGIA MELONI SE NE FREGA E FLIRTA CON LA LEGA

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

Il popolo di Alleanza Nazionale Il popolo di Alleanza Nazionale

I soldi ci sono, i 230 milioni chiusi a doppia mandata nella cassaforte della fondazione An e salvati per ora da liti giudiziarie e veti incrociati tra i “colonnelli”. Case e uffici per altrettante sedi di partito, pure, sparse in tutta Italia. Un lusso, in questi tempi di magra e finanziamenti pubblici azzerati. «Ora si tratta di ricostruirla, quell’area, perché An c’è ma sarebbe grave riesumare un’operazione nostalgia», ammette il pur volenteroso Ignazio La Russa. La destra italiana, da anni ormai in piena diaspora, è tutto un cantiere, l’attività ferve sotto traccia, sveglia puntata all’indomani delle Europee di maggio.

 

Il popolo di Alleanza Nazionale Il popolo di Alleanza Nazionale

«Perché qui il rischio è di essere risucchiati tutti da Salvini e dalla Lega e noi questo non lo possiamo accettare», spiega Isabella Rauti, ispiratrice assieme al marito Gianni Alemanno della manifestazione che due settimane fa, al cinema Adriano di Roma, ha posto le basi per la “cosa” post An.

 

«Pensiamo a un grande contenitore da lanciare dopo il risultato del voto alle regionali, che presumiamo non sarà entusiasmante per il centrodestra, nel quale si potranno riconoscere tutti coloro che hanno voglia di riaggragazione» continua la responsabile di Prima l’Italia (sempre con Alemanno), che è al contempo dirigente di Fratelli d’Italia. Come fondatore di Fdi è La Russa, altro protagonista dell’iniziativa.

 

logo alleanza nazionalelogo alleanza nazionale

Non solo gli unici. Gianfranco Fini non sta a guardare. Nato e cresciuto a pane e politica, dà segni di impaziente attivismo pure lui dopo due anni ai box. Da settimane è tornato con frequenza nei talk televisivi, si sono intensificati i contatti tra lui e Alemanno. Forse i tempi per il rientro sono maturi.

 

«Anche se Gianfranco sconta un ostracismo nella destra che, ammetto, è superiore alle sue pur non poche responsabilità», racconta l’ex braccio destro e amico La Russa. A marzo ci sarà un convegno, il sito Forumdestra.it («Per la casa comune» è il sottotitolo) per ora è il contenitore mediatico del progetto e segna un’unica data nell’agenda in homepage: “Giugno 2015”.

 

FINI, TULLIANI, LA RUSSAFINI, TULLIANI, LA RUSSA

Alla kermesse di febbraio a Roma erano presenti anche Francesco Storace, Domenico Nania, Roberto Menia (che ancora sarebbe portavoce di Fli), tra gli altri. Sono altra cosa, ma non stanno a guardare nemmeno gli ex An più berlusconiani. Altero Matteoli, uno che da quel mondo proviene ma che non abbandonerebbe mai il leader forzista, è al lavoro assieme a Maurizio Gasparri a una manifestazione che si dovrebbe tenere a Roma a marzo.

 

«Ma io mi muovo nell’ottica di Forza Italia, per rilanciare l’unità del partito e del centrodestra che qualcuno vorrebbe minare» sottolinea l’ex ministro toscano. Fatto sta che tutto è tornato ancora una volta in movimento, sulla fascia destra finora estinta. E non a caso adesso. Il sorpasso della Lega di Salvini su Forza Italia si è ormai consumato nei sondaggi e, prima che sia conclamato dal voto delle future politiche, i “colonnelli” della “fu” An non vogliono farsi trovare impreparati.

 

Fini sul palco Larussa osserva perplessoFini sul palco Larussa osserva perplesso

C’è il panico da “si salvi chi può”, intravedono il tramonto politico di Berlusconi, anche sulla scia degli ultimi sviluppi giudiziari, e si rifiutano di consegnarsi mani e piedi a Salvini. «Perché una cosa è avere una struttura, un partito alle spalle, e con quello trattare con la Lega o con quel che sarà, altra cosa è finire assorbiti» ragiona Alemanno coi suoi interlocutori di questi tempi. Anche perché il tracollo alle regionali lo prevedono un po’ tutti, nel centrodestra.

DOMENICO NANIA DOMENICO NANIA

 

Si tratterà poi di non farsi travolgere dalle macerie. «Le basi per la ricostruzione le abbiamo poste un anno fa nella fondazione An, concedendo l’utilizzo del simbolo a Fdi, ma si deve lavorare per allargare l’area — spiega La Russa — la frantumazione è deleteria, ma lo sarebbe anche una rievocazione nostalgica. Sarebbe un errore. Le vecchie glorie servono, ma non per giocare in prima linea, il contenitore dovrebbe servire a promuovere nuove leve».

 

Vuole giocare invece in prima linea, forte della sua età, Giorgia Meloni. Storia e sensibilità politica assai diversa da La Russa e dagli altri, niente nostalgia per lei, anche se finora ha militato nello stesso Fdi. Già proiettata su un altro pianeta, l’ex ministra della Gioventù. Sabato sarà sul palco di Piazza del Popolo promosso dalla Lega di Salvini.

Roberto Menia e Francesco Storace Roberto Menia e Francesco Storace

 

Poi, sabato 7 marzo, sarà Salvini a salire su palco che lei ha organizzato in Piazza San Geremia a Venezia, “Renzi a casa” e molto altro. Tanto che i due, insieme porteranno in Italia ad aprile (o ai primi di maggio) Marine Le Pen, loro faro in Europa. Altri seguiranno “Giorgia”. Barbara Saltamartini, uscita dal Ncd e sempre più vicina alla lista Salvini, sarà forse anche lei sabato in piazza. È solo l’ultimo volto noto che approda in squadra. Non sarà l’unico.

 

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNOSALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...