ROYAL COMMONER – CON L’EREDE AL TRONO SONO FINITI GLI ESAMI PER KATE MIDDLE-CLASS: LA FIGLIA DELLA HOSTESS È DIVENTATA SUA ALTEZZA REALE

Vittorio Sabadin per "La Stampa"

Ora che ha partorito un erede al trono, per Kate Middleton è finalmente finito il tempo degli esami. Da qui in avanti, sarà circondata dal rispetto che si deve al titolo che porta: Sua Altezza Reale Catherine, duchessa di Cambridge, contessa di Strathearn, baronessa di Carrickfergus, futura regina consorte e, se sopravviverà al marito, regina madre.

Chissà come sarebbe contenta sua nonna materna, Dorothy Goldsmith, la donna d'acciaio che aveva traghettato la propria famiglia dalla povertà all'agiatezza e che mai avrebbe osato sognare di vedere un giorno una nipote seduta fianco del re.

Chi conosce la duchessa di Cambridge, dice che sicuramente ce la farà, perché tutte le donne dalle quali discende hanno dimostrato una forza sorprendente. Anche sua madre Carole, la ex hostess che si è inventata «Party Pieces», un'azienda che vende online tutto quello che serve a un party, per poter mandare i figli alle scuole private: grazie a lei, Catherine è stata la prima laureata della famiglia.

Certo la tenacia non le manca. Ha aspettato William per dieci anni, senza mai dare segni di cedimento quando il rapporto si incrinava. Anche Diana aveva cercato con determinazione il suo principe, ma non aveva la minima idea di quello che la aspettava.

È stato Carlo a spiegare bene le vere ragioni del fallimento del loro rapporto. «I membri della Royal Family - ha detto - sono duramente allenati fin dalla nascita al ruolo che avranno. Questo training manca del tutto alle persone che entrano all'improvviso nella famiglia e che sono disorientate e a volte annientate dalla complessità degli obblighi e dei doveri che ne derivano».

Dopo avere sposato un erede al trono d'Inghilterra, Catherine non farà l'errore di innamorarsi del figlio del proprietario di Harrods o di confessare in tv i problemi con il marito, se ne avrà. Ma non si può nascondere che mentre pranzava da sola nella stanza con il bow-window affacciata su Green Park, la Regina rifletteva spesso con preoccupazione sull'arrivo di questa «commoner» dai modi spigliati, che nulla sapeva di obblighi e doveri reali e rischiava di proiettare di nuovo a corte un film che Elisabetta non vorrebbe mai più rivedere.

È stato William a convincerla, insieme con la necessità tutta politica di dare della monarchia un'immagine più moderna e vicina al popolo. Come una volta si cementavano le alleanze con i matrimoni, questa unione è servita a rinsaldare fortemente il legame tra i sudditi e il Palazzo.

I maligni dicono che Kate si è iscritta all'università di St Andrews in Fife perché sapeva che la frequentava William, e che il suo principale obiettivo non era mai stato la laurea in storia dell'arte. Ci ha messo un anno a farsi notare: decisiva è stata nel 2002 una sfilata di moda benefica alla quale si è presentata con un «revealing dress», come ora dicono pudicamente gli inglesi, senza specificare quanto il vestito rivelasse al sempre più interessato principe seduto in platea.

Ancora convinto che fotografi e giornali siano responsabili della morte di sua madre Diana, William ha cercato di mantenere segreta la loro storia, vietando vicinanze ed effusioni in pubblico, ma non è bastato certo questo per tenere a bada i mastini del «Sun», del «Telegraph» e del «Daily Mail».

La tenacia di Catherine è emersa in tutta la sua grandiosità nel 2007, quando William ha deciso improvvisamente di lasciarla con una telefonata. Il principe aveva 25 anni, si sentiva troppo giovane per il matrimonio e non ne poteva più delle richieste di Kate, che lamentava di essere trascurata per gli impegni del fidanzato con il servizio militare nella Raf. Persino la Royal Family si era fatta sentire, per invitare William a decidere una volta per tutte. E William aveva deciso per il no.

Qualunque ragazza sarebbe corsa a piangere dalle amiche, ma non Catherine. Se era stata troppo aggressiva, bisognava ora tornare al proprio posto, fare passare del tempo e assediare la fortezza, invece di cercare di abbatterla con azioni traumatiche. Quattro anni dopo entrava nell'abbazia di Westminster indossando il bellissimo vestito bianco di Sarah Burton, lo strascico sorretto dalla sorella Philippa, indimenticabile anche lei nella sua prima apparizione pubblica.

Da quel giorno Catherine ha commesso pochissimi errori. L'unico grave, nel settembre 2012, è stato cambiarsi il costume da bagno in una situazione nella quale poteva essere ripresa da fotografi, cosa puntualmente avvenuta. Prima e dopo il matrimonio, ha seguito appositi corsi a Buckingham Palace su come comportarsi, che cosa dire e che cosa fare quando si trova in pubblico.

Non c'è niente di strano: anche la Regina è stata ad esempio istruita a porre alla gente che incontra domande alle quali non si possa rispondere con una frase troppo lunga, per non farle perdere tempo. Il punto è prendere questo corso formativo sul serio, e applicarlo.

Poiché Camilla non lascerà tracce di sé, toccherà a Catherine perpetuare il grande ruolo delle regine consorti e delle regine madri, come Queen Mary e Queen Elizabeth, che hanno contribuito così tanto a costruire la grandezza dei loro mariti e dei loro figli saliti al trono. E non è necessario diventare bacchettone o farsi imbalsamare dal protocollo, per riuscirci.

Al funerale della madre di Elizabeth parteciparono milioni di persone commosse, e lei, la donna che Hitler aveva definito la sua più pericolosa nemica, beveva gin e Dubonnet a mezzogiorno, vino rosso a pranzo, porto e Martini alle 18 e due bicchieri di champagne a cena.

Ma era così intelligente, simpatica e spiritosa, e nello stesso tempo così pronta al dovere, che era impossibile non amarla. Quando andò con Sir Noël Coward a un ricevimento e si accorse che lo scrittore gay sbirciava con interesse le guardie schierate sullo scalone, gli disse: «Al tuo posto non lo farei, Noël. Prima di metterle lì le contano». Catherine sarà capace di tanta responsabile ma spensierata regalità?

 

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