pietro parolin netanyahu gaza

FIUME DI PAROLE PER PAROLIN! IL SEGRETARIO DI STATO CONTINUA A TESSERE LA TELA IN VISTA DEL CONCLAVE. E’ UNA FIGURA DI MEDIAZIONE TRA PROGRESSISTI E CONSERVATORI E HA L’APPOGGIO DEI LEADER GLOBALI (DA ERDOGAN A XI, DA MELON FINO A MACRON). UNICA ECCEZIONE: ISRAELE. PAROLIN DI FRONTE AI 30MILA MORTI DI GAZA PARLO’ DI “SPROPORZIONATA REAZIONE” DELLO STATO EBRAICO – IL DISGELO CON LA CINA E’ STATO VISTO COME UN CEDIMENTO AL REGIME COMUNISTA DALL'ALA CONSERVATRICE DELLA CHIESA…

Ilario Lombardo per “la Stampa” - Estratti

 

pietro parolin sergio mattarella

Rapporti di forza, cordate, trattative segrete, potere: cosa c'è di più politico del conclave? Evento politico e geopolitico per eccellenza, perché dall'uomo che regnerà su un miliardo e mezzo di cattolici nel mondo dipendono anche una buona parte degli equilibri globali.

 

E allora non è blasfemia raccontare quanto sia interesse dei capi di Stato e di governo sapere chi salirà sul trono di Pietro. Quanto, attraverso un sapiente uso delle proprie relazioni, questi leader provino a sondare, se non addirittura orientare, qualche cardinale, o i pontieri, nella speranza che alla fumata bianca, dal balcone di San Pietro, si affacci un volto a loro gradito.

 

pietro parolin

Sarebbe poco più di un gioco - chi tifa per chi - se non ci fossero prove di corteggiamenti reali, se tra cardinali e fonti diplomatiche non si raccontasse di precise predilezioni, e in alcuni casi anche di colloqui veri e propri a sostegno di un candidato. Le previsioni della vigilia premiano il segretario di Stato Pietro Parolin, inquadrato tra i progressisti. Con qualche notevole eccezione, tipo Israele, è il porporato che più di altri in questi complicati anni di guerre e frammentazione delle alleanze ha conquistato i cuori dei leader, trasversalmente alla loro appartenenza politica, grazie al ruolo di capo della diplomazia vaticana.

 

PAROLIN, FARRELL E PENA PARRA ANNUNCIANO LA MORTE DI PAPA FRANCESCO

Ma partiamo da ieri. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in visita di Stato a Roma, ha chiesto di infilare all'ultimo una tappa in Vaticano, per un saluto proprio a Parolin. Considerando se stesso la guida dei popoli musulmani che si affacciano sul Mediterraneo, Erdogan ha apprezzato come il segretario di Stato, ancora prima di papa Francesco, di fronte a 30 mila morti a Gaza abbia parlato di «sproporzionata reazione di Israele». Per lo stesso motivo, Parolin non potrà certo contare sul tifo del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

papa francesco pietro parolin

 

La continuità con Bergoglio è una faccenda delicata. Raccontano in Vaticano come Parolin abbia subìto il piglio da accentratore del pontefice argentino, e come sia stato a volte depotenziato, per esempio quando Francesco spedì in Ucraina e in Russia il capo dei vescovi italiani Matteo Zuppi, per parlare di pace. Nel duello tutto italiano e interno ai riformisti, di fronte a una ipotetica scelta, Parolin avrebbe molte più chance di raccogliere consenso tra i conservatori, etichetta che in questo caso va intesa sia per i cardinali sia per i leader politici. Il suo riconosciuto pragmatismo potrebbe aiutarlo ora in conclave, come lo ha aiutato in questi anni, anche in confronti difficili.

 

matteo salvini pietro parolin giorgia meloni inaugurazione piazza pia roma foto lapresse

Sui migranti, per esempio.

 

Fermo sui principi dell'accoglienza e d'accordo con l'inflessibilità di Bergoglio, è riuscito a mediare con la destra italiana ogni volta che è stata al governo: contribuendo, per esempio, a una soluzione umanitaria assieme al premier Giuseppe Conte per far sbarcare i migranti che Matteo Salvini teneva fermi in mare.

 

benjamin netanyahu papa francesco

Ha lavorato per smussare i conflitti con il governo di Giorgia Meloni, trovando alla fine un'ottima interlocuzione con Palazzo Chigi, pure nell'organizzazione del Giubileo. Tanto è vero che nei ragionamenti degli uomini di fiducia della premier si considera l'elezione di Parolin a pontefice un ottimo compromesso, se non dovesse emergere e spuntarla un conservatore.

 

(...)

pietro parolin

 

Uno dei risultati diplomatici del pontificato di Bergoglio è stato l'accordo con la Cina, prorogato qualche mese fa per altri quattro anni. Un capolavoro dal punto di vista di Parolin che lo ha gestito, un cedimento al regime comunista per l'ala conservatrice della Chiesa. Questo, secondo le fonti cardinalizie, potrebbe essere il suo punto debole, nella ricerca di un consenso più largo, aperto a destra.

 

Letto con gli occhiali dei rapporti internazionali, è un nodo da sciogliere anche con Donald Trump, che sta ridefinendo le priorità geopolitiche degli Stati Uniti proprio contro le ambizioni egemoniche di Xi Jinping. Parolin è allievo del cardinale Achille Silvestrini, tra i registi della Ostpolitik vaticana, la politica di progressiva apertura all'Est Europa e di normalizzazione dei rapporti con l'Unione Sovietica.

 

Una strategia politica riapplicata verso l'Estremo Oriente, dove è nato e ha origine un altro cardinale spendibile con i cinesi: il filippino Luis Antonio Tagle, anche lui un bergogliano finito nella short list dei favoriti.

MATTARELLA PAROLIN GIORGETTI VESPA LA RUSSA DEL FANTE pietro parolin bergoglio SERGEY LAVROV PIETRO PAROLIN giorgia meloni pietro parolin

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....