giorgia meloni arianna francesco lollobrigida donzelli fdi

FRATELLI COLTELLI – COME DAGO-DIXIT, LA MOSSA DI GIORGIA MELONI DI CONSEGNARE FDI ALLA SORELLA ARIANNA SI DEVE AL TIMORE DI PERDERE IL CONTROLLO DEL PARTITO NELL'ANNO CRUCIALE DELLE EUROPEE. E COSÌ LA “FAMIGLIA” PROVA A TIRARE ANCORA DI PIÙ LE REDINI. A PARTIRE DALLE LISTE – È SCONTRO APERTO TRA LOLLOBRIGIDA E DONZELLI. IL DEPUTATO, INVIPERITO DOPO ESSERE STATO GETTATO VIA COME UN KLEENEX USATO DA SORA GIORGIA, VUOLE ALLARGARE LA SUA INFLUENZA SUI GRUPPI PARLAMENTARI – LA FAIDA PER LA SCELTA DEI CANDIDATI IN PUGLIA, FRIULI E…

Articoli correlati

FLASH! - COSA HA SPINTO LA DUCETTA A DARE IN MANO IL PARTITO A SISTER ARIANNA?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

Giorgia e Arianna Meloni

In questi mesi, Francesco Lollobrigida si è visto spesso a Montecitorio, mai così tanto da quando lo scorso ottobre è stato nominato ministro dell'Agricoltura. Un caffè in buvette, una chiacchierata sui divanetti, un capannello in cortile. […] è la prova che la nomina di sua moglie Arianna Meloni a capo della segretaria politica di Fratelli d'Italia è stata meditata ed è il frutto di un attento e insistito monitoraggio dei gruppi parlamentari.

 

Per capire cosa sta succedendo dentro il partito creato undici anni fa da Giorgia Meloni bisogna partire proprio dalla Camera. Salire al sesto piano e osservare la fila di deputati che attendono di parlare con Arianna, nella stanza che da fine giugno si è ritagliata vicino all'ufficio parlamentare della sorella premier.

 

francesco lollobrigida arianna meloni

[…] C'è una naturale evoluzione delle correnti, e un altrettanto fisiologica complessità territoriale da dover gestire. Il clan Meloni teme di perdere la presa su FdI proprio nell'anno che porterà alle Europee. E così la famiglia prova a stringere ancora di più il controllo sul partito.

 

C'è un nome che in queste ore ricorre nelle ricostruzioni velenose dei vertici di FdI. Dicono che Giovanni Donzelli stia provando ad allargare la sua influenza sui gruppi parlamentari. Il deputato è il responsabile nazionale del partito. Un ruolo che gli ha dato un potere enorme, finché non è arrivata Arianna a gestire tessere, liste elettorali, soldi.

 

Donzelli non lo vive come un ridimensionamento e smentisce chi vuole descriverlo come un antagonista di Lollobrigida: «Sfido chiunque a sostenere che non andiamo d'accordissimo». Ma sa benissimo che sono queste le voci messe in circolo dalle fonti parlamentari e di governo del partito. Fonti che non provengono solo dall'ala sconfitta, quella del vicepresidente Fabio Rampelli, l'anima dei Gabbiani di Colle Oppio, il volto della destra romana che ha plasmato le origini della premier, colui che ancora si sente il padre politico tradito dalle sorelle Meloni.

giovanni donzelli

 

Di sicuro c'è che Donzelli pensa di non aver avuto la giusta gratificazione. È l'unico dei fedelissimi della leader rimasto fuori dal governo. E Lollobrigida, ex capogruppo nella scorsa legislatura, gli ha preferito come suo successore alla Camera il più mite Tommaso Foti. A Giorgia Meloni hanno sussurrato delle ambizioni di Donzelli, di una truppa di parlamentari – soprattutto toscani – che si sta strutturando attorno a lui, e che avrebbero messo Foti nel mirino.

 

Ma controllare gruppi di deputati e senatori vuol dire anche controllare i territori, dove il partito in crescita ha imbarcato cacicchi, transfughi, rastrellatori di voti. Il conflitto interno per un posto in lista, in vista della grande battaglia proporzionale per le Europee, è la logica conseguenza.

 

Una faida che è già in atto in Puglia, come in Friuli o altrove. Per Meloni, tutto questo può solo complicare la vita del governo, rendere più difficile la convivenza nella maggioranza e dunque il lavoro sulla manovra economica, da cui dipenderà molto della credibilità che FdI dovrà mettere sul tavolo della campagna elettorale.

 

GIOVANNI DONZELLI

Il partito-famiglia serve a evitare che si formino quelle correnti che intossicarono Alleanza Nazionale. Meloni è ossessionata dal rapporto di fiducia con i suoi. Non vuole dibattiti sulla leadership, o sul congresso che da tempo chiedono gli uomini di Rampelli per ridiscutere la linea di un partito nato nella destra sociale e che la premier sogna di trasformare in una forza conservatrice molto più larga negli orizzonti europei e globali.

 

VIGNETTA DI NATANGELO SU FRANCESCO LOLLOBRIGIDA E ARIANNA MELONI - 15 AGOSTO 2023 - DAL FATTO QUOTIDIANO

[…]  Aver piazzato Arianna al vertice e il fidatissimo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari al coordinamento della comunicazione tra governo e gruppi parlamentari, serve per vigilare su ogni spiffero che non sia perfettamente sincronizzato con la linea decisa di giorno in giorno a Palazzo Chigi. E che proprio Fazzolari, che ha già la delega all'attuazione del programma, detterà a chi si occuperà di avere a che fare con la stampa in una sorta di ufficio propaganda che riporterà direttamente alla premier.

ITALIA S GOT PARENT - ARIANNA E GIORGIA MELONI MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...