massimo mucchetti maria elena boschi

FUOCO AMICO SULLA MINISTRA BOSCHI - IL SENATORE PD MUCCHETTI: ''SE IL PADRE DESSE DELLE RISPOSTE SU BANCA ETRURIA, LEI SAREBBE PIÙ FORTE. FAREMO UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA'' - ''NON AVREBBERO DOVUTO PIEGARSI ALL'UE E INCLUDERE GLI OBBLIGAZIONISTI SUBORDINATI''

massimo mucchettimassimo mucchetti

Dino Martirano per il “Corriere della Sera

 

Massimo Mucchetti, presidente dem della commissione Industria del Senato, per amore di precisione divide in due, un «prima» e un «dopo», la parabola del salvataggio delle 4 banche che sta mettendo alla prova il governo anche a causa del padre del ministro Boschi, per anni consigliere e poi vicepresidente della Popolare dell' Etruria: «Le eventuali colpe dei padri non possono ricadere sui figli, e viceversa. Tuttavia la posizione del ministro sarebbe rafforzata se Pierluigi Boschi anticipasse qualche precisa risposta alle questioni che toccherà la commissione parlamentare d' inchiesta».

Anche lei si stupisce che le banche siano saltate?
«Proprio no. Erano marce. Mi ha colpito, invece, che non siano state ricapitalizzate attraverso il Fondo interbancario di garanzia dei depositi solo perché la Direzione Ue per la Concorrenza ha espresso un orientamento contrario. A suo dire il Fondo avrebbe natura pubblica, e dunque il suo intervento costituirebbe aiuto di Stato, perché istituito per legge e con un esponente della Banca d' Italia in consiglio. Un po' poco ove si consideri che i quattrini del fondo li mettono le banche».

Si poteva osare di più?
«Sì. Avremmo dovuto tirare diritto, lasciar formalizzare l' orientamento e, ove fosse, impugnarlo. Il Lussemburgo si è difeso sul tax ruling e ha subito impugnato la procedura d' infrazione. E invece, meno coraggiosi del Granducato, abbiamo colpito, oltre agli azionisti com' era nell' ordine delle cose, anche gli obbligazionisti subordinati, che rappresenta la novità, discutibile, delle nuove regole di risoluzione».
 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Ma il Parlamento europeo le ha votate.
«Vero. Ma prima degli europarlamentari vengono gli esponenti del governo e della banca centrale che hanno partecipato ai negoziati e hanno concorso a preparare la norma. Toccava a loro dare il primo allarme».
 

Il premier ha proposto una commissione parlamentare d' inchiesta.
«Ben venga se si tratterà di una vera commissione bicamerale d' inchiesta, con gli stessi poteri della magistratura. Se ben guidata, grazie anche all' acquisizione della documentazione della Banca d' Italia, oggi secretata, la commissione potrà fare luce su questioni delicate. Per esempio, quali dirigenti e consiglieri hanno dato prestiti a soggetti loro collegati? Sono state osservate le procedure per operazioni tra parti correlate?

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

 

I debitori raccomandati hanno rimborsato? Sono stati erogati fondi alla politica? Quali direttive sono state impartite dalla direzione agli sportelli per il collocamento delle obbligazioni subordinate? C' erano premi per chi ne piazzava di più? Come si è rapportato il consiglio con la direzione su queste materie sensibili? Che cosa si faceva in vista della riforma delle Popolari?».
 

renzi a cernobbio con la boschi nirenzi a cernobbio con la boschi ni

Di solito le commissioni d' inchiesta le chiedono le opposizioni...
«In genere le esigono i Parlamenti. In questo caso, la mossa di Renzi dovrebbe dirci che il governo si sente al sicuro» .

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…