gentiloni camera

GENTILONI, IL CONTE ZIO: TRONCA, SOPISCE E ASSOPISCE – IN PARLAMENTO E’ GIA’ PARTITO LO SBERLEFFO PER LE ORIGINI NOBILIARI DEL PREMIER – E QUANDO LA BOLDRINI LO ANNUNCIA (“PRENDE LA PAROLA L’ONOREVOLE PAOLO GENTILONI SILVERI”) DALLA TRIBUNA FOTOGRAFI RISPONDONO “VIENDALMARE!” - A GENTILONI VIENE RICONOSCIUTO UN SOLO MERITO: NON ESSERE RENZI

1 - DISCONTINUITA’

Jena per la Stampa - «Il Parlamento non è un social network», duro attacco di Gentiloni a Renzi

 

2 - I SUSSURRI RAGIONEVOLI DEL CONTE

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

 

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERAGENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

Lo chiamano già tutti il conte. Venti minuti di sussurri, mentre i deputati compulsano i telefonini. Cicchitto: «Mi ricorda il conte zio: troncare, sopire». Lo chiamano già tutti il conte: «Mo' sentiamo il conte», «vediamo che dice il conte». La Boldrini lo annuncia: «Prende la parola l' onorevole Paolo Gentiloni Silveri».

 

«Viendalmare» si sente nitida una voce dalla tribuna dei fotografi. Venti minuti di sussurri.

Non un fremito, tranne quando all' inizio per l' emozione fa crollare il microfono. Non un applauso, salvo quando cita «il rispetto delle istituzioni». Non una polemica. Una deputata della destra a un tratto alza la voce; ma sta telefonando. Cicchitto: «Mi ricorda il conte zio di Manzoni. Troncare, sopire, padre molto reverendo; sopire, troncare».

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA  ALLA CAMERAGENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

 

Brunetta evoca altre reminiscenze liceali: «Avete studiato Mimnermo? L' uomo è il sogno di un' ombra…». Il neopremier dice cose ragionevoli nel disinteresse più assoluto dell' Aula semivuota. «L' amicizia con gli Stati Uniti…». I ministri parlano tra loro con la mano davanti alla bocca per nascondere il labiale, come i calciatori quando criticano l' allenatore. «Lo storico legame con la Nato…». I deputati danno mano all' iPad. Li osserva perplessa una scolaresca in visita. Giachetti si è portato un libro. «La green economy…». Il ministro dell' Ambiente Galletti whatsappa.

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA  ALLA CAMERA  GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

 

A Gentiloni viene riconosciuto un solo merito: non essere Renzi. Per l’uscente neppure un applauso, neanche quando il successore ne elogia «la coerenza». Tre anni fa l'uomo di Rignano si insediava al Senato: mani in tasca, discorso a braccio: «Questa è l'ultima volta che i senatori votano la fiducia a un governo». Si sbagliava; ma parlava da leader politico. Il sollievo per esserselo tolto dai piedi è palese, non solo nella sinistra pd.

 

Non ci sono neppure Berlusconi, Salvini, Grillo. L'assenza dei grillini e l' arrivo di ex parlamentari alza l'età media. Citazioni cinematografiche: il conte Tacchia con Montesano, il conte Mascetti di Amici miei. «Io lo chiamerei semmai conte Camomillo - sogghigna Bossi -. Ma lui è un nobiluomo, io sono uno del popolo».

GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA  ALLA CAMERA   GENTILONI CHIEDE LA FIDUCIA ALLA CAMERA

 

Gentiloni consulta gli appunti: «Governo di responsabilità…». I parlamentari compulsano freneticamente i siti, in particolare Dagospia . «Andremo avanti fino a quando avremo la fiducia…». La Bindi manda sms, Fioroni ha le cuffie alle orecchie. «Linea dura con l' Est europeo…». Il tesoriere Bonifazi arriva dopo un quarto d' ora e non si affretta, sale a salutare Cuperlo, cerca un posto adatto, mentre il neopremier si avvia sussurrando alla conclusione. Cirino Pomicino lo promuove duca conte, come quello di Fantozzi.

 

paolo gentilonipaolo gentiloni

Cicchitto e Pomicino non sono il nuovo che avanza, ma sono tra i pochissimi qui che hanno fatto studi regolari. Cicchitto: «Sconfitta chiama sconfitta. Ho consigliato a Renzi di stare fermo. Tanto qui gli unici che vogliono davvero votare sono i grillini». Pomicino: «Il conte trisavolo passò alla storia per il patto tra cattolici e liberali. Ora il conte pronipote può siglare il nuovo patto: tra i democratici del Pd e i cattolici di Forza Italia e del nuovo centro. Visto il temperamento flemmatico, mi pare più adatto di Renzi a guidare la nuova fase». E la Lega? «Andrà con Grillo».

 

mattarella e gentilonimattarella e gentiloni

L' atmosfera si fa più vigile nel passaggio sul terremoto. Gentiloni assume impegni importanti. Ma non c' è nulla da fare: il carisma del terzo classificato alle primarie di Roma, dietro Ignazio Marino e David Sassoli, è quello che è. Bersani reclina il capo, dà l' impressione di assopirsi, gli occhiali scivolano sul naso; solo il roteare dei pollici segnala lo stato di veglia. Il marcato accento romanesco del neopremier non aiuta: «Il libro bianco della Difesa…». «L' era della post verità…». «L' impoverimento della classe media…».

 

Tabacci è l' unico a scrivere ancora con carta e penna. «La sofferenza del Mezzogiorno…». Il ministro Galletti chatta a due mani come un adolescente.

Deputati e osservatori sono entusiasti. «So' inebriato» commenta Diego Bianchi in arte Zoro. «Un discorso da requiem» dice il capogruppo della Lega Giorgetti. «Pareva una commemorazione» conferma un decano dei commessi. La Boschi coerentemente in nero. Unica macchia di colore la giacca della Finocchiaro, rossa quasi come i capelli della Fedeli. La presenza di Lotti allo Sport non cambierà le sorti del Paese; ma qualunque cosa farà il nuovo governo rischia di essere addossata a Renzi.

gentiloni e renzigentiloni e renzi

 

Alla fine, il sospirato applauso. L' unico tra i ministri a battere le mani con impegno è Padoan, l' unico ad alzarsi per le congratulazioni è Minniti, grato per la promozione agli Interni. Nel frattempo i parlamentari guadagnano la buvette con la velocità di centometristi alla finale olimpica. L' on. Carbone, non pago dei danni fatti con il tweet del «ciaone», abbraccia e bacia un altro promosso, De Vincenti. L' amico Realacci: «Gentiloni è come me, un ex movimentardo che ha letto l' articolo 54 della Costituzione: gli incarichi pubblici si esercitano con onore e disciplina».

 

Anche le ministre lo difendono. «Dopo la scoppola che abbiamo preso al referendum vi aspettavate tuoni e fulmini?» sorride la Lorenzin. La Pinotti: «Lo stile dimesso era voluto. Giudicatelo da quel che farà». E Orlando: «Non voleva certo prendere applausi. Ora si deve fare la legge elettorale. Noi del Pd faremo un tentativo sul Mattarellum». Brunetta: «Ma li avete visti? Questo Parlamento non farà nessuna legge. La farà la Consulta». Galletti ha la batteria scarica. La scolaresca esce attonita.

 

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)