gherardo colombo raul gardini

“OVUNQUE TI GIRASSI, TROVAVI TANGENTI” (E SUICIDI) – GHERARDO COLOMBO A 25 ANNI DALLA MORTE DI RAUL GARDINI: “AVEVA DORMITO A CASA SUA, ERA LIBERO. ED ERA PREVISTO PER LA MATTINA CHE DI PIETRO LO INTERROGASSE. IL SENSO DI VUOTO CHE QUESTI EVENTI LASCIAVANO ERA INSOPPORTABILE…” - MA NESSUN PENTIMENTO SUI METODI MANETTARI DI MANI PULITE

Estratto dell’articolo di Piero Colaprico per "la Repubblica"

 

GHERARDO COLOMBO

Dottor Gherardo Colombo, 25 anni fa è un quarto di secolo, ma sembra un' era geologica, visti i cambiamenti successivi. Il 23 luglio 1993 Raul Gardini, il Pirata, uno degli uomini più ricchi d' Europa, si spara e un titolo di giornale è "L' Enimont uccide ancora". Ricorda quella mattina?

«(…) Raul Gardini aveva dormito a casa sua, in via Belgioioso, era libero ed era previsto per la mattina che Antonio Di Pietro lo interrogasse.

 

Quando ci arriva la notizia del suicidio, ci troviamo tutti noi del pool Mani Pulite nell' ufficio o di Borrelli, o di D' Ambrosio, non ricordo.

 

RAUL GARDINI1

Erano passati pochi giorni da quando ero andato a San Vittore, in cella, dov' era stato trovato morto Gabriele Cagliari, la figura di riferimento dell' Eni. (…) Erano giorni davvero tragici e drammatici, ed anche preoccupanti: un paio di mesi prima era scoppiata una bomba a Firenze, il 27 luglio sarebbe esplosa l' autobomba di Cosa Nostra in via Palestro, cinque persone uccise sia nel primo che nel secondo attentato. Ero in questa stanza, quando ho sentito il fragore dell' esplosione».

 

(…)

 

GABRIELE CAGLIARI RAUL GARDINI

Il giorno della morte di Gardini, noi cronisti vediamo Di Pietro camminare a testa bassa e lei che dice: "Guardateli a vista, avete capito, a vista". Dopo capimmo che si riferiva agli altri arrestati, a Carlo Sama, il cognato di Gardini, o al finanziere Sergio Cusani.

«Recentemente Sergio Cusani ed io siamo stati invitati a parlare di Tangentopoli in una scuola, e Sergio ha ricordato che aveva delle difficoltà a sottrarsi alla vista degli agenti anche quando andava in bagno, gli dicevano: "Ci spiace, il dottor Colombo ha ordinato così". Raggiunsero poi un compromesso, e Cusani ottenne un minimo di riservatezza».

 

GHERARDO COLOMBO BENEDETTA TOBAGI

E che cosa temevate?

«Temevamo che qualcun altro facesse lo stesso. Era insopportabile il senso di vuoto che questi eventi lasciavano. E ti veniva da pensare ai familiari, al loro dolore.

 

Cercavi di prevenire. Io, nello stesso tempo, ero invaso dagli interrogativi sul perché di quei gesti».

 

Nell' obitorio di Lambrate si trovarono le due salme, di Cagliari per la cremazione e di Gardini per andare a Ravenna, una accanto all' altra. In quei giorni Giorgio Bocca scriveva: "Suonano le campane a morto per i ladri e i corrotti della prima Repubblica"

raul gardini zoomR

«Era emerso con chiarezza il sistema della corruzione. Ovunque ti girassi, trovavi tangenti: per la metropolitana, gli autobus, le strade, i tram, la Malpensa.

 

Quando l' anno prima m' ero occupato dell' Ipab, avevo scoperto che in quel consiglio d' amministrazione tutti, messi lì dai partiti, prendevano soldi.

 

Erano esclusi solo quelli di Democrazia proletaria e del Movimento sociale, non so se per questioni morali o perché non contavano nulla.

 

GHERARDO COLOMBO ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO jpeg

Ad alti livelli la corruzione era un vero e proprio sistema anche perché era connessa rigorosamente con il finanziamento illecito ai partiti; intendo dire che i soldi della corruzione finivano per buona parte nelle casse dei partiti.

 

Sono state coinvolte nelle indagini tutte le imprese di primaria importanza e i vertici dei partiti. Quel che abbiamo scoperto è, o meglio era, sotto gli occhi di tutti».

 

GHERARDO COLOMBO

Era in che senso?

«Oggi in tanti non ricordano molto, e in tanti non sono in grado di ricordare, perché non c' erano ancora e nessuno ha raccontato loro quel che avvenne; o meglio molti hanno scritto di quel che avvenne, ma chi ha la responsabilità di tramandare una memoria storica, anche nel contesto istituzionale, raramente lo fa.

 

GABRIELE CAGLIARI RAUL GARDINI

Del resto succede così un po' per tutto, cambiano le generazioni e si perde il passato. Mi è capitato di parlare in licei in cui i ragazzi attribuiscono la strage di Piazza Fontana alle Brigate Rosse, oppure ignorano completamente la strage di Brescia a Piazza della Loggia».

 

(…)

 

Beh, abbiamo fatto un' inchiesta tra gli universitari di Milano, tra Statale e Cattolica era una risicata minoranza a conoscere la parola "Tangentopoli".

GHERARDO COLOMBO

«(…) Dopo tredici anni di indagini e processi sulla corruzione - tanto è durata Mani Pulite - e dopo due anni come giudice in Cassazione, nel 2007 mi sono dimesso, perché sono convinto che se si vuol contribuire a far sì che le regole vengano osservate è necessario occuparsi di educazione.

 

Bisogna andare nelle scuole per comprendere insieme il senso delle regole che, come le nostre, si basano sulla messa al bando della discriminazione, perché a ciascuno di noi - e quindi anche a lei e a me - siano garantite opportunità pari a quelle degli altri.

 

Senso delle regole che, per tornare al tema della corruzione, dovrebbe indicare il modo di interpretare la funzione pubblica. Non per interesse individuale o di parte, ma per l' interesse di tutti».

 

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