grillo salvini

VERSO UN CARROCCIO A CINQUESTELLE? - GRILLO ELOGIA SALVINI E “L’EMINENZA VERDE” DELLA LEGA, GIANCARLO GIORGETTI PROVA A IMBASTIRE UN PROGRAMMA DI GOVERNO COMUNE: UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO DELL'ITALIA IN EUROPA, RIGORE SULL’IMMIGRAZIONE, FLAT TAX O UNA POLITICA DI INCENTIVI FISCALI AL LAVORO E ALLA PRODUZIONE

Dino Martirano per il “Corriere della Sera”

 

GRILLO SALVINI

Ancora una settimana di mosse tattiche e poi - da martedì 3 aprile, quando inizieranno le consultazioni al Quirinale - i partiti del centrodestra e il M5S, che si candidano al governo del Paese, dovranno elencare al presidente della Repubblica quali sono i punti principali dei loro programmi e, soprattutto, su quali numeri possono contare in Parlamento per realizzarli.

 

In questo difficile gioco ad incastro, per ora si rafforza solo l'asse Lega e M5S. Anche se Matteo Salvini insiste su un punto caro a Silvio Berlusconi: «Nel rispetto di tutti, il prossimo premier non potrà che essere indicato dal centrodestra, la coalizione che ha preso più voti e che ha dimostrato compattezza, intelligenza e rispetto degli elettori. Noi siamo pronti».

 

Però, ora anche da parte di Beppe Grillo, si intensifica il corteggiamento nei confronti di Salvini già avviato da Luigi Di Maio: «Salvini è uno che quando dice una cosa la mantiene, il che è una cosa rara», fa filtrare il comico genovese impegnato con il suo spettacolo a Roma.

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

 

Eppure, nella prospettiva di un governo a due, la questione della leadership (Di Maio o Salvini?) è tutt'altro che risolta. Meglio, allora, parlare dei programmi, come ha fatto Giancarlo Giorgetti - l'eminenza grigia della Lega - intervistato nel Faccia a faccia di Giovanni Minoli in onda su La7. La sua apertura al programma del M5S è «parziale» quando dice che «il reddito di cittadinanza andrebbe declinato in un altro modo» e aggiunge che «di certi temi come lo ius soli con i grillini è meglio non parlarne più perché non sono di attualità».

 

Giancarlo Giorgetti

Invece, insiste Giorgetti - che nel suo Pantheon ideale mette «don Luigi Sturzo, Craxi e Bossi» - la Lega ha «tre priorità irrinunciabili: un atteggiamento diverso dell'Italia in Europa, il tema dell' immigrazione con una politica di rigore, la flat tax o comunque una politica di incentivi fiscali al lavoro e alla produzione».

 

Infine, la legge Fornero. Giorgetti - che ha una laurea alla Bocconi ed è un veterano della presidenza della commissione Bilancio alla Camera - spiega: «La legge Fornero è servita a placare i mercati ma ha creato un'ingiustizia sociale, in qualche caso eccessivamente pronunciata».

 

Alla domanda di Minoli su un ipotetico incarico per la formazione del governo al «mediatore Giorgetti», l'interessato si schermisce: «Io sono utile ma non voglio apparire... Io gioco in porta, altri fanno il centravanti. E poi nessuno mi conosce, nessuno mi voterebbe». Dunque, è la formula usata dal parlamentare leghista, «immagino che sarà Salvini l' incaricato».

berlusconi salvini meloni

 

Su un governo di larghe intese tra M5S e centrodestra unito, la neopresidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati (FI) ha risposto «vedremo quello che succede...» a chi le domandava di un possibile accordo a quattro Di Maio-Salvini-Berlusconi-Meloni.

Cauto anche il neopresidente della Camera, Roberto Fico (M5S): «L'Italia intera si aspetta molto». Intanto, il Pd resta alla finestra («Tocca a loro», dice Maurizio Martina) e aspetta il secondo giro di consultazioni al Quirinale: «Per ora - osserva il dem Ettore Rosato al Giornaleradio Rai - c'è l' asse Di Maio-Salvini. Con Berlusconi ruota di scorta».

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