leone cederna

LA “MACCHINA DEL FANGO”? E’ PARCHEGGIATA A SINISTRA - GIANCARLO LEONE: “LA SINISTRA HA LA PRIMOGENITURA DELLA DIFFAMAZIONE A LIVELLO STAMPA E HA MANTENUTO NEL SUO DNA QUESTE CARATTERISTICHE. MIO PADRE ERA UNA PERSONA ONESTA MA È STATO OGGETTO DI UNA CAMPAGNA DIFFAMATORIA INFONDATA DEL GRUPPO REPUBBLICA-L'ESPRESSO, CHE VOLEVA RIBALTARE IL SISTEMA E HA PUNTATO ALLA CARICA PIÙ ALTA, IL CAPO DELLO STATO. CAMILLA CEDERNA SCRISSE UN LIBRO CON TEMI DEL TUTTO INVENTATI” (E FU CONDANNATA A RISARCIRE I DANNI A LEONE)

Donatella Aragozzini per “Libero quotidiano”

 

giancarlo leone foto di bacco

Per 33 anni è stato un uomo Rai, azienda che ha lasciato nel 2016 dopo aver ricoperto pressoché tutti i più importanti ruoli dirigenziali. Oggi, già presidente dell' APA-Associazione Produttori Audiovisivi, Giancarlo Leone è entrato nel Consiglio Superiore del Cinema e dell' Audiovisivo, l' organismo che svolge compiti di consulenza e supporto al MiBac.

 

Perché questa nomina è tanto importante?

«Perché mi permette di presidiare nell' interesse dell' intero sistema dell' audiovisivo, visto che dal Consiglio passano le principali proposte del Ministero».

antonio campo dall orto

 

Il settore audiovisivo sta diventando più forte di quello cinematografico?

«Sicuramente ha una maggiore presenza e i maggiori investimenti, più o meno 750-800 milioni del miliardo di euro circa che ogni anno viene investito nella produzione, per un' occupazione di circa 220.000 persone e il coinvolgimento di circa 6000 aziende. Già l'avvento della pay tv aveva dato un grande stimolo al mercato e negli ultimi anni, con la fruizione on demand, sono cambiate le modalità produttive e distributive. Il prodotto televisivo era considerato "minore" dall' intellighenzia, oggi ha la stessa dignità di quello cinematografico, che pure resta centrale».

 

giancarlo leone

Perché la fiction Rai ha tanto successo?

«Perché ha investito sui produttori indipendenti e su progetti di grande qualità, andando incontro alle esigenze internazionali».

 

E perché invece quella Mediaset stenta?

«Perché per molti anni non hanno creduto nell' investimento sulla serialità, ritenendo il rapporto costo/ascolto non conveniente. Ma se non produci e non metti in palinsesto un prodotto, abitui il pubblico a non guardarlo. La fiction è il genere più popolare, non c' è broadcaster che possa permettersi il lusso di non averla. Con l' attuale direttore, Daniele Cesarano, la situazione sta però cambiando».

 

L'Agcom ha preso posizione contro gli agenti che sono anche produttori, come Lucio Presta e Beppe Caschetto. Che ne pensa?

«Ritengo che ci deve essere una separazione netta delle funzioni, garanzia che tutto proceda senza privilegi da una parte e dall' altra. Gli agenti fanno un mestiere diverso da quello dei produttori e lo fanno in maniera eccellente, ma si altera il sistema se un produttore, rivolgendosi a loro per il cast, dialoga anche con dei concorrenti».

lucio presta (3)

 

Perché ha lasciato la Rai?

«Perché a 60 anni avevo raggiunto i risultati più importanti e sentivo di aver dato tutto. Ho avuto le maggiori soddisfazioni come direttore di Rai1, tra le altre cose sono particolarmente orgoglioso dei due show di Benigni e di aver riportato Dario Fo in Rai. E poi, da amministratore delegato di RaiCinema, ho potuto imprimere una ripresa del cinema italiano perché, ampliando il listino con importanti titoli americani, ho ottenuto che in cambio venissero messi nelle sale anche i nostri film di qualità. Non mi interessava il ruolo di dg, tant' è che quando mi fu offerto dal governo, dopo le dimissioni di Campo Dall' Orto, gentilmente declinai. Era giunto il momento di fare altro».

 

beppe caschetto

Come vede oggi la tv di Stato?

«Non ho un' idea ancora chiara di dove stia andando. Avrebbe senso che concentrasse la propria attenzione sulle sue attività "core" perché non si può finanziare tutto: con troppi canali in chiaro, oltre all' offerta digitale di RaiPlay, il rischio è quello di dare un po' a tutti, senza concentrare lo sforzo su alcuni. Però Salini ha un buon progetto sulla riorganizzazione per generi».

 

Non trova la programmazione Rai un po' datata?

«No, affatto. C' è ripetizione di programmi e modelli ma anche sperimentazione e innovazione. Un esempio per tutti è il Festival di Sanremo, una gara di canzoni che potrebbe essere banalmente ripetitiva e invece ogni anno è capace di rinnovarsi e rigenerarsi. Ci può stare che il Grande Fratello sia stata l' ultima grande invenzione nell' intrattenimento, ma contrasta con la missione del servizio pubblico, è giusto che questi programmi restino sulle reti commerciali».

FABIO FAZIO CON IL PENDOLINO

 

Reputa giusto il passaggio di Fazio a Rai2?

«Dal mio punto di vista l'errore è stato portarlo su Rai1, è stata una scelta incomprensibile.

Sarebbe stato meglio se fosse rimasto su Rai3 perché quel tipo di programma si porta dietro quegli ascolti, lui è stato bravo a non snaturarsi ma non poteva fare di più».

 

Come giudica la situazione politica?

«Sono politicamente apolide, mi astengo dal rispondere».

 

giovanni leone corna

Eppure lei è figlio di Giovanni Leone, ha respirato la politica fin dalla nascita.

«Sì, da 0 a 8 anni ho vissuto a Montecitorio, perché mio padre era Presidente della Camera, e il sabato e la domenica pattinavo nel Transatlantico. E dai 15 ai 22 anni ho vissuto al Quirinale. Ma essere il figlio del Presidente della Repubblica è stato uno sprone a dare sempre il meglio, nello studio e nel lavoro, per dimostrare che quello che facevo non era dovuto al cognome».

 

Ha pensato di seguire le orme paterne?

«No, ho conosciuto talmente bene la politica, da starne lontano il più possibile».

 

Si riferisce allo scandalo che ha travolto suo padre?

giovanni leone andreotti

«Sicuramente quella vicenda mi ha aperto gli occhi sul cinismo della politica. Mio padre era una persona onesta, come è poi stato riconosciuto, ma è stato oggetto di una campagna diffamatoria totalmente infondata del gruppo Repubblica-l' Espresso, perché non si capiva quale importante politico fosse stato corrotto dalla Lockheed (industria aerospaziale americana che pagò tangenti per vendere i propri aerei militari, ndr) e la sinistra, che voleva ribaltare il sistema, ha puntato alla carica più alta, il capo dello Stato. Camilla Cederna scrisse un libro con temi del tutto inventati, lei stessa ammise che la sua fonte principale era stata la OP di Mino Pecorelli, notoriamente un' agenzia diffamatoria».

 

camilla cederna

La macchina del fango della sinistra non si è mai fermata, pensiamo agli attacchi a Berlusconi.

«Non c' è dubbio. La sinistra ha la primogenitura della diffamazione a livello stampa e ha mantenuto nel suo dna queste sue caratteristiche. Ma da quel momento l' attacco ai politici a livello mediatico ha riguardato un po' tutti».

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…