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IL GIGLIO MAGICO ALLA FINESTRA GUARDA GIA’ ALLE PROSSIME ELEZIONI – E PER NON PERDERE POLTRONE IL DUCETTO PUNTA SU MARIA ETRURIA COME SEGRETARIA DEL PD – RENZI TEME CHE LE ALTRE CORRENTI PUNTINO A FARGLI IL CULO NEI POSTI IN LISTA, COSI’ PENSA DI GIOCARE IN ANTICIPO AL CONGRESSO

 

Alessandro Da Rold per la Verità

 

RENZI E BOSCHI

Nella confusione generale del Nazareno, sede del Pd, tra appelli di donne dem inferocite e incertezza sul da farsi dopo le sconfitte elettorali, c' è un punto fermo nell' agenda di Matteo Renzi in vista dell' assemblea del 21 aprile: reggenti o autoreggenti, segretari a tempo o segretari di lungo periodo, per nuovi congressi o primarie, chi avrà in mano la regia dovrà trovare un accordo con l' ex segretario e premier sulle liste elettorali.

 

Sarebbe questo, infatti, il vero punto di rottura e discussione che vede da una parte i renziani e dall' altra l' ala governista capeggiata dai ministri Andrea Orlando e Dario Franceschini, da settimane alle prese con un dialogo sotterraneo con il M5s di Luigi Di Maio. Del resto, in caso di elezioni anticipate tra meno di un anno, chi potrebbe assicurare Renzi e i suoi sulle reali intenzioni di Maurizio Martina? E se le correnti avverse al Giglio Magico ne approfittassero per cancellare il «circolo toscano» dalle elezioni e dal Parlamento?

 

RENZI E BOSCHI

Non è un caso che ieri durante un incontro tra Martina e Lorenzo Guerini, secondo indiscrezioni, si sarebbe trovato un accordo su una reggenza di un anno e un congresso prima delle elezioni europee 2019, a febbraio, data fatidica perché potrebbe essere la scadenza per tornare a votare anche alle politiche, dopo una nuova legge elettorale. Le candidature quindi sono il vero banco di prova per valutare gli umori interni al Nazareno. Il problema non è solo politico, ma anche giudiziario.

 

TIZIANO RENZI ALLA FESTA DELL UNITA DI RIGNANO -3

Restare a Palazzo Madama o Montecitorio dà l' immunità, protezione dalle Procure: ogni atto di richiesta degli inquirenti può affrontare un voto parlamentare. È un vecchio schema di gioco da Prima e Seconda Repubblica, che non perde mai di importanza strategica. Proprio in questi giorni sui quotidiani si è tornato a parlare dell' inchiesta Consip, dove il ministro allo Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, è indagato per favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio.

 

giuseppe pignatone

Il tema è caldo. La scorsa settimana davanti a Giuseppe Pignatone, capo della Procura di Roma, è finito lo stesso Renzi, che ha avrebbe risposto alle domande sui rapporti tra l' ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, e Lotti. La Procura ieri ha smentito le ricostruzioni dell' interrogatorio come persona informata sui fatti, segnale che c' è particolare tensione sul ruolo dell' ex premier, anche perché nell' inchiesta è coinvolto il padre, Tiziano Renzi.

 

Al netto delle indiscrezioni, il timore dei renziani è che proprio Martina, cresciuto politicamente vicino a Walter Veltroni e Pier Luigi Bersani, alla prossima compilazione delle liste elettorali usi la mano pesante. Anche la protesta delle 400 donne del Pd contro i vertici s' intreccia a doppio filo su questo tema. L' obiettivo è demolire il Giglio Magico, perché le pasionarie dem - capitanate da Francesca Puglisi – attaccano i vertici di un Pd «sempre più chiuso» e trincerato «dietro trattative di soli uomini», di cui non ci si può più fidare, proprio per le candidature.

 

BERSANI E MAURIZIO MARTINA ALLA FESTA DELL UNITA

Di più. Proprio ieri sul Manifesto è tornato a farsi sentire Daniele Marantelli, uomo del Nord, corrente Orlando. In merito alla possibilità che i renziani abbiano capito la sconfitta è stato tranchant: «Non posso credere che uno equilibrato come Delrio non capisca che dopo Waterloo riunirsi in una foresteria in zona Dolce Vita è un gesto rivelatore. Il messaggio è: siamo arroganti e non abbiamo capito niente del consenso perso».

 

Il nome di Graziano Delrio, ministro dei Trasporti, è uno di quelli che circola per la segreteria, come anche quello di Debora Serracchiani, ex governatrice del Friuli, o ancora Nicola Zingaretti, governatore del Lazio. Ma a circolare è ora anche quello dell' attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, personaggio chiave perché gode d' ampio consenso, anche se i rapporti con Renzi sono ai minimi termini.

 

orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom

Per blindare il Pd, non a caso, circola in queste ore per la segreteria il nome di Maria Elena Boschi, petalo di spessore nel Giglio Magico renziano. I calcoli e le strategie, però, passano delle consultazioni in corso al Quirinale. Il tira e molla sulla possibilità di dialogo col M5s caratterizza i dialoghi di queste ore al Nazareno.

 

Il presidente emerito Giorgio Napolitano resta l' ago della bilancia. Lo è ormai da settimane. E continua a sostenere responsabilità di governo, nello stile che era del vecchio Pci nella Prima Repubblica. Se ne fanno carico Franceschini, da sempre in ottimi rapporti con l' attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella, e Orlando. Ma i renziani non ci sentono, anche perché sperano, stando all' opposizione, Renzi su tutti, di ottenere la presidenza del Copasir, il controllo parlamentare dei servizi segreti.

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