IL GIOCO DEI 4 CANTONE - DA RENZI A MALAGO’, DA SALA A DE LUCA: OGNI VOLTA CHE SI TEME O AFFIORA UNO SCANDALO (L'ULTIMO È AFFITTOPOLI) SI CHIAMA IL LANCILLOTTO DELL’ANTICORRUZIONE - CHE PERÒ NON HA MAI RISOLTO UN PROBLEMA

RENZI CANTONERENZI CANTONE

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

Nei palazzi del potere a Roma l' hanno già ribattezzato il «gioco dei 4 Cantone». Ed è riduttivo. Francesco Paolo Tronca ha scoperto di avere un problemino sugli affitti del Comune di Roma? Ora si cambia tutto: chiamiamo Raffaele Cantone, il Lancilotto che combatte la corruzione.

 

Giovanni Malagò sta preparando le Olimpiadi 2024, e per farle brillare come un gioiellino davanti a tutto il mondo, eccoti qui la «garanzia Cantone». D' altra parte quando proprio alla vigilia dell' Expo 2015 Milano ha scoperto di avere qualche guaio legato agli appalti originari, con vecchie volpi della prima Repubblica che vendevano amicizie, entrature e già avevano preso qualche tangente, la soluzione è stata una sola: Cantone.

 

PISAPIA CANTONE PISAPIA CANTONE

 

E la sua Anac, l' autorità anticorruzione ha dovuto pure istituire una «unità operativa speciale Expo» che garantiva che da lì in poi gli appalti sarebbero stati tutti lindi. Tanto è che quando Giuseppe Sala, il manager commissariato da Cantone ha iniziato la sua lunga corsa per diventare sindaco di Milano, non ha trovato di meglio che dire: «Se vincerò io proporrò un patto su tutti gli appalti a Cantone».

 

Ha detto più o meno le stesse cose Vincenzo De Luca per risolvere i problemi della Terra dei fuochi. E lo dice ogni tre per due l' inventore di Cantone: Matteo Renzi. Quando l' Italia è sembrata un po' indietro sugli appalti concordati con il Vaticano prima della apertura del Giubileo della Misericordia, il premier ha convocato a palazzo Chigi il solito Cantone. E l' Anac si è così allargata un po'.
 

L' originaria unità operativa sull' Expo ha allargato i suoi confini, ed è diventata «sull' Expo e Giubileo straordinario della Misericordia». Non esattamente una macchina da guerra: la struttura non ha nemmeno un dirigente, e la dotazione organica è di «3 unità di personale in posizione fuori ruolo da altre amministrazioni».

 

CANTONE RENZICANTONE RENZI

I poveretti ovviamente non possono fare miracoli, quel che funziona infatti è l' effetto-comunicazione, che è il cuore del «gioco dei 4 Cantone», oltre che di ogni attività della presidenza del Consiglio dei ministri. Non importa che le cose funzionino, basta annunciare che si è cambiato verso, quindi funzioneranno.

 

Se poi salta fuori da una inchiesta della magistratura che questo o quell' appalto era stato conquistato pagando profumate tangenti (è accaduto non solo con l' Expo, ma anche con le prime gare del Giubileo), Cantone punta il dito accusatore: «Corrotti!».

 

A quel punto è un po' come avere scoperto l' acqua calda. Ma fa il suo bell' effetto. Tanto è che Renzi nel novembre scorso si è presentato al vertice del G20 affermando sicuro: «L' Italia è diventata un esempio a livello internazionale nella lotta alla corruzione».

 

Naturalmente Renzi se la cantava e se la suonava da solo, perchè nessuno al mondo hai mai detto una bestialità di questo tipo. Però lui l' ha motivata con la sua personale e fantasmagorica lotta all' evasione fiscale (infatti non ce ne sono più in giro), e con l' altro straordinario esempio: «L' Anac che ha salvato Expo e combatte la corruzione».

 

cantonecantone

Così visto che c' era, Renzi ha affidato a Cantone anche un ruolo che non c' entrava nulla con l' Anac: l' arbitro che deciderà quale risparmiatore potrà avere un indennizzo dopo essere stato truffato (dal governo) sulle proprie obbligazioni subordinate acquistate da Banca Etruria, Cassa di Ferrara, Banca delle Marche o Cassa di Chieti. Cantone che di contratti bancari ne sa sicuramente meno di Maria Elena Boschi, si è calato subito nella parte, perchè è un volenteroso. E a metà gennaio già prometteva: «entro massimo alla fine del mese avremo tutti i decreti per il rimborso, e allora partirà l' arbitrato».

 

Non ce ne è traccia alcuna, e quando è iniziata la prima settimana di febbraio lui stesso si è sentito in dovere di giustificare i ritardi del governo: meglio, perchè la gatta frettolosa fece i gattini ciechi. E se l' ha detto il Lancillotto dell' anticorruzione, tutti zitti. Anche i risparmiatori, perchè criticare non si può: da quando Renzi ha inventato il suo signor Wolf che risolve problemi, è come fosse stato introdotto nel codice penale un nuovo reato: il vilipendio di Cantone.
 

Il presidente dell' Anticorruzione si occupa di tutto, ma spesso arriva quando le uova sono già finite in frittata. All' Anac sono ottimi lettori della stampa nazionale e locale, come di tutti gli atti parlamentari.

renzi cantonerenzi cantone

 

Così quando beccano la Cpl Concordia pagare tangenti, nonostante fosse dotata di un bollino anticorruzione, l' Anac ha acutamente osservato: «sono corrotti». Quindi, via il bollino. Geniale.

 

Così come quando il primo municipio di Roma alla vigilia della festa della Befana ha scoperto che l' assegnazione dei banchetti con dolciumi e presepi era stata conquistata in gran parte da una sola famiglia, quella dei Tredicine, Cantone ci ha messo subito sopra il suo zampino: «No, così non va. L' appalto non è pienamente in linea con il quadro normativo». E il commissario di Roma, Tronca ha potuto revocarlo. L' Anac per altro è invocata da tutti e per tutto, e ormai ci ha fatto il callo.

raffaele cantoneraffaele cantone

 

Il leader radicale Riccardo Magi voleva che si occupasse della nomina di Lapo Pistelli in Eni: «non c' è più Babbo Natale, ma ci è rimasto Raffaele Cantone». E così lo vogliono i 5 stelle, Forza Italia, la Lega Nord e ogni amministratore di Italia per avere il bollino doc. Ma l' Anac ha l' organico che può permettersi: 37 dirigenti (di cui 1 di staff e 10 ispettivi), 180 funzionari e 96 operativi. Con i 5 esterni in tutto 318 persone. Che miracoli non riescono a fare...

cantone camussocantone camussoraffaele cantoneraffaele cantonestriscione per cantonestriscione per cantone

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

luca zaia matteo salvini giorgia meloni

PRONTI? VIA: LE GRANDI MANOVRE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO SONO PARTITE. MATTEO SALVINI SOSTIENE CHE IL VERTICE DI OGGI A PALAZZO CHIGI SULLE CANDIDATURE SIA “ANDATO BENISSIMO”. MA A ZAIA FRULLANO I CABASISI E STA PENSANDO DI APPOGGIARE UN CANDIDATO DELLA LIGA VENETA. SE MELONI E SALVINI METTONO IN CAMPO IL FRATELLO D’ITALIA LUCA DE CARLO, IL “DOGE” LO ASFALTA ALLE URNE – CAOS PD: NELLA ROSSA TOSCANA ELLY SCHLEIN FA UNA FIGURACCIA ED È COSTRETTA A FARE PIPPA DI FRONTE AL CONSENSO DI EUGENIO GIANI – PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL SINDACO DI NAPOLI, MANFREDI, TRATTA CON DE LUCA E CONTE. E ELLY È FUORI DAI GIOCHI…