volodymyr zelensky giorgia meloni donald trump

GIORGIA, FA' QUALCOSA DI CAZZUTO: DIFENDI L'EUROPA! - DOPO LA VERGOGNOSA IMBOSCATA DI TRUMP A ZELENSKY, MELONI ANCORA S'ILLUDE DI POTER CONDIZIONARE IL TYCOON? - RITAGLIARSI IL RUOLO DI GROUPIE DI TRUMP, SOLO PER EVITARE I DAZI SUL PARMIGIANO, E' LA MORTE DELLA POLITICA - NON SARA' FORSE CHE LA SUA OSTILITA' A UNA "VIA EUROPEA" NASCONDE LA ROSICATA PER NON ESSERE LEI A DARE LE CARTE NELL'UE? HA MINIMIZZATO L’INIZIATIVA DI STARMER E MACRON (“PIÙ CHE DI UN PIANO PARLEREI DI SPUNTI”) EVOCANDO LA "CORNICE NATO”. MA E' STATO PROPRIO TRUMP A CHIAMARSI FUORI...

 

 

VERTICE A PARIGI - GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

https://www.dagospia.com/politica/posizione-espressa-giorgia-meloni-e-stata-contrario-pensiero-francia-gran-426430

 

 

VOLODYMYR ZELENSKY E GIORGIA MELONI - BILATERALE A LONDRA

MELONI E QUELLA TENSIONE COI PARTNER "CONFRONTO FRANCO, MA SERVE LA NATO"

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

Questa volta ha voglia di parlare, Giorgia Meloni. Dopo giorni di silenzio, lontano dalle domande, incerta su come affrontare lo tsunami scatenato da Donald Trump sull'Ucraina, la premier si ferma a spiegare punto per punto cosa pensa del piano di pace che Francia e Regno Unito stanno definendo e che vogliono poi condividere con il presidente americano.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

[…] «Sono dispiaciuta per quello che è accaduto – replica a chi le chiede se è rimasta indignata e perché non abbia dato la solidarietà a Zelensky– Penso non sia utile per nessuno lasciarsi andare alle tifoserie».

 

Meloni chiarisce immediatamente di credere poco «all'efficacia» della proposta del presidente francese e del primo ministro britannico. Anzi, fa di più: «Più che di un piano parlerei di spunti». È un tentativo di ridimensionarlo, che tra l'altro contrasta con quanto Starmer dirà subito dopo in conferenza stampa.

 

VERTICE DI LONDRA - ZELENSKY STARMER MACRON

Il premier laburista userà proprio il termine «piano», declinato in quattro passaggi: uno di questi prevede una "coalizione di volenterosi", truppe europee e non europee inviate sul terreno ucraino a garantire la pace.

 

Difficile che l'Italia possa sfilarsi dal piano, e le sue parole suonano proprio come un invito a Meloni a non farlo: «Abbiamo bisogno dell'Italia al nostro fianco. Sulla scia di Mario Draghi: dobbiamo rimanere uniti».

 

Al netto del fatto che non le avrà fatto piacere il confronto con il suo predecessore a Palazzo Chigi, fino ad ora l'atteggiamento di Meloni fa emergere una certa freddezza: «Intanto voglio spiegare che non è all'ordine del giorno, al momento, l'invio di soldati italiani. Più in generale, come ho detto ai colleghi, continuo a essere perplessa sull'utilizzo delle truppe europee».

 

DONALD TRUMP INCONTRA VOLODYMYR ZELENSKY ALLA CASA BIANCA - MEME BY VUKIC

Meloni racconta di un «confronto franco» con gli altri leader, rivela di aver espresso tutti i suoi «dubbi», e conferma le indiscrezioni riguardo ad attimi di tensione durante il vertice. Anche se – va detto – Starmer e Macron hanno chiarito che la missione militare arriverebbe dopo il cessate il fuoco, per garantire la pace, dunque presumibilmente a seguito di una risoluzione Onu, con la Russia favorevole in Consiglio di sicurezza: scenario che fa allineare anche l'Italia, come confermato nei giorni scorsi dal governo.

 

[…] Meloni espone la sua teoria politica, senza chiarire però fino in fondo quale possa essere la formula per metterla in pratica. «Per come la vedo io abbiamo corso un po' troppo in avanti. Bisogna riportare al tavolo una strategia che si inserisca nella cornice Nato».

 

VOLODYMYR ZELENSKY E GIORGIA MELONI - BILATERALE A LONDRA

La premier insiste sul punto di tenere compatta l'Alleanza Atlantica e, dunque, Washington agganciata all'Europa: «Dobbiamo arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina, senza fare l'errore di dividere l'Occidente. Non se lo possono permettere l'Ucraina, l'Europa e nemmeno gli Stati Uniti».

 

Cosa significa in concreto? Come fare a tenere dentro la Nato – chiediamo – se il primo che sembra non volerlo è proprio Trump? Pensando «out of the box», risponde, «fuori dagli schemi, in maniera creativa». Torna sull'articolo 5 del trattato sulla Nato, che prevede l'intervento immediato a difesa di un Paese membro aggredito, che però è inapplicabile all'Ucraina: «Non vuol dire per forza il suo ingresso nell'Alleanza – precisa la premier – Ma bisogna partire da lì», da un articolo 5 rimodulato e tagliato su misura di Kiev, che rimetta al centro la difesa atlantica «per come la conosciamo».

 

emmanuel macron keir starmer vertice europeo sull ucraina foto lapresse

«Trump, Putin, Zelensky – continua – gli interlocutori sono tanti». L'aggressore, l'invasore, colui che il presidente democratico americano Joe Biden aveva definito «assassino», torna a essere un interlocutore. Per la prima volta rilegittima l'apertura di un dialogo con Putin, cioè di fatto quello che sta facendo l'amministrazione Usa. Il contrario, invece, di ciò che pensano Macron e Starmer che hanno proposto una tregua di un mese, proprio perché non si fidano del Cremlino.

 

Tenere dentro la Nato, vuole dire tenere dentro gli Stati Uniti. E in questo senso Meloni non sembra interessata nemmeno all'ipotesi di far rientrare sotto l'ombrello del nucleare francese (e inglese) l'architettura di deterrenza europea: «Significherebbe considerare il disimpegno americano, e dunque è uno scenario che non auspico». La premier promette che farà «tutto quello che è necessario per tenere l'Occidente unito». […]

 

SCINTILLE AL VERTICE LA VIA STRETTA DI GIORGIA “VALUTERÒ LA PROPOSTA”

trump meloni

Estratto dell’articolo di T.CI. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/03/03/news/scintille_al_vertice_la_via_stretta_di_meloni_valutero_il_piano-424038323/

 

L’unico istante in cui sorride è davanti al portone di Downing street. Passa un gattino, Keir Starmer glielo indica, Giorgia Meloni risponde fiera: «I have two». Due felini a Roma, mentre due alleati a Londra la sorpassano, un po’ la corteggiano e però intanto graffiano.

 

[…] Tentenna, avanza dubbi. Diplomaticamente: «Valuterò». […] Ecco, di fronte all’accelerazione di Macron e Starmer, istintivamente frena. Tutto si consuma nel palazzo del vertice. «Ho dubbi sull’efficacia di militari europei in Ucraina», scandisce. «E quali soluzioni alternative offri?», le domandano i due. […]

 

DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI

Tutto procede spedito: Starmer che promette di migliorare questa bozza con i partner che ci stanno, per poi sottoporla a Trump. E la premier si ritrova a metà strada: chiede rassicurazioni a Washington, ma frena sui tempi del contingente Ue. E d’altra parte, è il dilemma che la assilla: sedere al tavolo che lavora al testo europeo di pace, oppure sfilarsi?

 

[…] Il Financial Times scrive di un possibile accordo a tre - con l’Italia al fianco di Parigi e Londra - per limare e poi consegnare il progetto al presidente Usa. Subito dopo Macron concede un’intervista al Foglio per “chiamare” Meloni all’unità: «Abbiamo bisogno dell’Italia, forte e che agisca a fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi nazioni».

 

E ancora: «È necessario che Roma sia al nostro fianco – sottolinea – che si impegni in questo percorso, e che lo faccia da grande paese europeo, sulla scia di quanto fece Draghi. Ora restiamo uniti». Il passaggio su Draghi, a ben guardare, è spietato. E infatti a sera il fastidio di Palazzo Chigi straripa. Certo, c’è consapevolezza della difficoltà di sfilarsi dalla partita. «Valuteremo», fa sapere la premier. Valuterà, ma non sarà facile tirarsi fuori.

 

meme sull imboscata di trump a zelensky

MELONI FRENA SULL’INVIO DI TRUPPE “SONO PERPLESSA, CI VUOLE LA NATO”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

[…] È il solito pendolo della premier: Europa, ma anche America. E dunque, per non confliggere con Trump, evita anche di criticare l’assalto politico subito da Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale. «Sono molto dispiaciuta per quello che è accaduto, ma non è utile in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie».

 

Poche ore prima, sempre a Londra, ha incontrato proprio il presidente ucraino, ribadendo il sostegno alla causa di Kiev per una «pace duratura ». «L’ho trovato lucido, vuole lavorare per andare avanti».

 

Trump significa ovviamente anche dazi, forse il principale cruccio di Meloni. Sul punto, la leader ribadisce l’approccio europeo alla questione, ma spera ancora in un patto con Washington: «Siamo ovviamente tutti molto preoccupati...».

 

TRUMP ACCOGLIE ZELENSKY ALLA CASA BIANCA E LO PRENDE IN GIRO PER IL LOOK

La interrompono: “Salvini non lo è, presidente”. Il soggetto della frase cambia: «Sono preoccupata e sarebbe un problema se gli Usa li imponessero, perché la Ue risponderebbe.

 

Si tratterebbe di una escalation che indebolirebbe tutti. Ma si possono trovare soluzioni. Trump è un dealer , uno che fa accordi». O almeno, così sperano davvero a Palazzo Chigi.

GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP IN VERSIONE SPQR (IL FILM DI VANZINA) - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...