arianna meloni campidoglio roma

PIJAMOSE ROMA! – GIORGIA MELONI HA UN CHIODO FISSO: VINCERE LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMANE NEL 2027 E PIAZZARE UN SINDACO DI FDI IN CAMPIDOGLIO. I SEGNALI LASCIANO IPOTIZZARE CHE IL CANDIDATO POTREBBE ESSERE ARIANNA MELONI – LA SORELLA D’ITALIA, IERI ALL’EVENTO “SEI GRANDE. TORNERAI, ROMA”, HA INIZIATO LA LUNGA CAMPAGNA ELETTORALE DEL PARTITO: “ROMA È QUALCOSA DI SPECIALE, LA CITTÀ DOVE ABBIAMO INIZIATO A FARE POLITICA DA GIOVANI RIBELLI, FOLLI” – “LA STAMPA”: “IL CALCOLO DI GIORGIA MELONI HA A CHE FARE COL QUANDO SI VOTA. LA LEGISLATURA SCADE NELL’AUTUNNO 2026, MA ALLE URNE SI ANDRÀ L’ANNO SUCCESSIVO PERCHÉ NON C’È PIÙ LA FINESTRA AUTUNNALE UTILIZZATA COL COVID. SOTTOTRACCIA SI RAGIONA SU UN ELECTION DAY PRIMAVERILE CON LE POLITICHE. CALCOLO LUCIFERINO. CHE CONSENTIREBBE DI AVERE UN TRAINO NAZIONALE…”

Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”

 

arianna meloni - piazza italia - foto lapresse

Ripigliamose Roma, dice il militante, con quell’accento e quel petto tronfio, che è rivincita, voglia di possesso, grandeur piena di evocazioni, qui a due passi dall’Eur, trionfo dell’architettura razionalista. Sul palchetto c’è lei, la Sorella della Sorella d’Italia, Arianna Meloni, che a via della Scrofa occupa la stanza che fu di Giorgio Almirante.

 

In verità, a sentirla, è la più pacata di tutti. Con tono quasi romantico, spiega che «Roma è qualcosa di speciale, la città simbolo della storia dell’Occidente, la città dove abbiamo iniziato a fare politica da giovani ribelli, folli, che volevano cambiare il mondo», eccetera eccetera.

 

Insomma, da quelle parti Roma è un chiodo fisso. In fondo, lo spiega anche questa festa del partito capitolino, dedicata al tema con due anni di anticipo rispetto a quando si vota. Come si suol dire: ci si mette avanti col lavoro.

 

[…]

GIOVANNI DONZELLI E ARIANNA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

 C’è poco da fare, la conquista del Campidoglio è vissuta come un ulteriore coronamento di un percorso politico-sentimentale, per chi ha iniziato tra la Garbatella e Colle Oppio. Durante il craxismo, il Psi aveva la Milano da bere e la Roma del potere, durante il berlusconismo, valeva lo stesso per il Cavaliere.

 

Da allora – era il 2008 quando il Pdl la strappò alla lunga gestione della sinistra con Gianni Alemanno – il centrodestra, a Roma, non ha toccato più palla. Ora, quel sindaco – la storia fa strane curve – è a Rebibbia, a scontare la sua condanna nel processo sul “Mondo di mezzo”.

 

arianna e giorgia meloni

E scrive lettere contro il governo che «dorme con l’aria condizionata», mentre nelle carceri si muore di caldo e di sovraffollamento. Un’accusa ai suoi ex compagni di strada che hanno annunciato un piano per i penitenziari ma fatto solo chiacchiere.

 

La volta scorsa, nel 2021, Giorgia Meloni su Roma non puntò più di tanto. La verità è che, memore appunto del “Mondo di mezzo”, temeva quasi la vittoria, che in caso di malgoverno avrebbe azzoppato la sua corsa a Palazzo Chigi. E dilettò i romani (e non solo) con tal Enrico Michetti, uno che a sentirlo parlare sembrava il Gallo Cedrone che arringa le folle col Tevere alle spalle, macchietta della romanità e smorfia grottesca di un irresistibile luogocomunismo.

 

arianna meloni - piazza italia - foto lapresse

Stavolta, invece, la premier ci crede e ci punta davvero. Ce lo racconta anche il programma di questa festa, dal titolo “Sei grande. Tornerai, Roma”, dove ogni panel è già uno slogan da campagna elettorale: “Tornerai bella”, “vincente”, in definitiva simbolo di un “modello Italia”, “dal governo della nazione alla rinascita della capitale”.

 

Ce lo raccontano anche i toni sul palco, dove si alterna tutto il fior fiore dei dirigenti di Fratelli d’Italia: ministri, presidente della Regione Lazio, vertici del gruppo a Roma e Bruxelles. Ecco, citiamo lui, Nicola Procaccini, il co-presidente dei Conservatori, come sintesi del mood: «Stiamo cambiando l’Italia, in Europa stiamo compiendo una piccola grande rivoluzione, ora bisogna lavorare per il riscatto di Roma, che è il riscatto dell’Italia e dell’Europa dell’arte e delle cattedrali».

 

 

enrico michetti 4

[…]  Il progetto ancora non c’è, come in fondo non c’è Roma, come cittadini non militanti, associazioni di categoria, mondi extra partito. L’ambizione, non dichiarata ma piuttosto evidente, è che Giorgia Meloni metterà un candidato del suo partito. Presto per dire quale, ma la musica è chiara. Il calcolo ha a che fare anche col quando si vota.

 

La legislatura scade nell’autunno 2026, ma alle urne si andrà l’anno successivo perché, secondo il decreto del Viminale, non c’è più la finestra autunnale utilizzata col Covid. Quindi sottotraccia si ragiona su un Election Day primaverile con le politiche.

 

arianna meloni - piazza italia - foto lapresse

Calcolo luciferino. Che consentirebbe alla leader di FdI di avere un traino nazionale, in una tornata dove alle urne vanno anche altre città complicate per il centrodestra: Bologna, Napoli, Torino e Milano. E non è un dettaglio neanche il “come” si vota. Se il centrodestra riesce a far passare la legge che abolisce i ballottaggi è tutto più facile, anche un candidato identitario.

 

Che è poi lo schema della premier: vuoi mettere a riprendersi Roma con uno che viene da Colle Oppio. Magari anche Fabio Rampelli, il suo mentore, che dal governo è stato tenuto fuori come in una freudiana “uccisione del padre”, ma che nel partito romano ha una sua forza.

 

Sia come sia, l’aria è di una campagna elettorale già iniziata, e non solo su Roma. E, siamo alle solite, è tutto un già sentito. Più che il progetto, c’è l’ostentazione di una rivincita storica.

 

antonio tajani matteo salvini enrico michetti maurizio lupi a latina

E il solito trionfalismo sul governo dei record che tiene basso lo spread. Proprio così: Arianna è la più moderata, si limita alle ragioni del cuore ad elencare i risultati del governo. Alla propaganda ci pensa Giovanni Donzelli che, a ogni frase, se la prende con la sinistra «fuori dal mondo». E anche il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno, molto apprezzato quando – udite udite – manda un sonoro «vaffa» alla sinistra che, a suo dire, ha abbracciato l’antisemitismo e si schiera con gli ayatollah. Ecco, c’è di tutto. Tranne le domande.

arianna e giorgia meloni in pausa sigaretta fuori dalla palestra foto oggi

 

GIOVANNI DONZELLI E ARIANNA MELONI arianna meloni - piazza italia - foto lapresse

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)