GIORGIA MELONI HA FRETTA DI MODIFICARE LA LEGGE ELETTORALE PERCHE’ TEME IL CETRIOLONE, OVVERO UN PAREGGIO ALLE POLITICHE DEL 2027, CON CONSEGUENTI LARGHE INTESE (MAGARI APPOGGIATE DA FORZA ITALIA) E ADDIO AL SOGNO DI ELEGGERE UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI DESTRA NEL 2029 – ANCHE SE TAJANI, IN MODALITA’ CAMERIERE, SERVE E APPARECCHIA I SUOI DESIDERI, GIORGIA MELONI NON SI FIDA DI MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI, VERI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA – PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA POST-VOTO, LA DUCETTA VUOLE AGIRE PER TEMPO E BLINDARE LA VITTORIA…
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
C’è uno scenario che Giorgia Meloni vuole a tutti i costi evitare: il pareggio elettorale. La premier ne ha discusso a lungo con i suoi consiglieri, negli ultimi due mesi. Ma soprattutto, ne hanno ragionato a via della Scrofa i pesi massimi del partito, ripetutamente, nelle ultime due settimane (dopo, cioè, che la destra ha toccato con mano il precipizio di consenso in Puglia e Campania).
MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI
La ragione per andare oltre il Rosatellum non risiede soltanto nella conseguenza più ovvia, vale a dire l'impossibilità di garantire un bis dell'attuale esecutivo nella prossima legislatura. Lo spettro peggiore, quello di cui ragionano ai vertici del melonismo, è che un risultato incerto possa favorire l'avvio di una stagione di larghe intese. Spaccando l'attuale maggioranza. E complicando il vero sogno degli eredi missini: portare un esponente della destra al Quirinale.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Allontanare il rischio di un pareggio, dunque, schivando la possibilità che una delle tre gambe della maggioranza possa dire sì a una stagione di larghe intese, in nome dell'emergenza nazionale. È proprio questo il timore emerso durante gli ultimi incontri sulla legge elettorale che hanno coinvolto tutti i pesi massimi di FdI. Osservata speciale è l'ala moderata, quella che fa capo a Forza Italia e al resto dei cespugli di centro. […] Non è successo soltanto una volta in passato, in effetti: basti pensare al governo di Enrico Letta, o più di recente a quello di Mario Draghi.
MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI
Certo, […] non c'è più Silvio Berlusconi. In secondo luogo, una nuova legge elettorale potrebbe davvero garantire un'altra vittoria e ulteriori cinque anni di potere all'alleanza di centrodestra. Infine Antonio Tajani: […] non ha mai messo agli atti obiezioni sulla necessità di riformare il sistema del voto, limitandosi a fissare semmai alcuni paletti nell'interesse del suo partito.
E però altrettanto evidente che un pareggio frutto di elezioni con il Rosatellum imporrebbe un bivio: immediate elezioni (con il rischio concreto di un altro nulla di fatto) o larghe intese con il contributo di FI. E nuovi equilibri, attorno a cui sancire un patto anche per il prossimo inquilino del Colle, a gennaio del 2029.
giorgia meloni saltella al comizio di napoli con maurizio lupi e antonio tajani
Si diceva di Tajani […] Ma è cosa nota che dietro al ministro degli Esteri si muove la famiglia del Cavaliere, capitanata da Marina e Pier Silvio Berlusconi. Le loro mosse, in alcuni frangenti, sono state osservate con sospetto a Palazzo Chigi.
Marina ha più volte lanciato segnali, nel corso della legislatura: da alcune uscite pubbliche sui diritti, alle critiche di alcuni provvedimenti del governo, fino a un faccia a faccia con Draghi che ha alimentato la curiosità degli osservatori. Il primogenito di Berlusconi, dal canto suo, ha da tempo manifestato interesse per la politica attiva, senza però aver mai sciolto la riserva. Ecco perché FdI intende risolvere alla radice il problema, evitando che una situazione di incertezza possa aprire il varco a soluzioni diverse. […]

