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GIORGIA MELONI VA ALLA GUERRA CONTRO I MAGISTRATI, DOPO LA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE SUL CASO ALMASRI NEI CONFRONTI DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI E DEL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO: “E’ TUTTO SURREALE” – INTERVISTATA DAL TG5, LA DUCETTA TRATTEGGIA “UN DISEGNO POLITICO INTORNO AD ALCUNE DECISIONI DELLA MAGISTRATURA, PARTICOLARMENTE QUELLE CHE RIGUARDANO I TEMI DELL'IMMIGRAZIONE, COME SE SI VOLESSE FRENARE LA NOSTRA OPERA DI CONTRASTO ALL'IMMIGRAZIONE ILLEGALE” – E’ FAZZOLARI A GESTIRE LA CONTROFFENSIVA MEDIATICA DEL CENTRODESTRA SUL CASO ALMASRI, CON UN DOSSIER PER GLI ELETTI DI FDI - IL DOCUMENTO SERVE AD ALZARE IL TIRO SUI GIUDICI E A DELEGITTIMARE LE LORO MOSSE - SI ACCUSA LA MAGISTRATURA DI AVER INSEGUITO “L'ECO MEDIATICA” PIÙ CHE I FATTI. IL BERSAGLIO È ANCORA UNA VOLTA IL PROCURATORE DI ROMA FRANCESCO LO VOI, CHE HA ISCRITTO MELONI E I MINISTRI NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DOPO LA DENUNCIA DELL'AVVOCATO LUIGI LI GOTTI: “UN'INIZIATIVA NON GIUSTIFICATA”

1 - MELONI ATTACCA LE TOGHE “DA LORO DISEGNO POLITICO COLLEGATO ALLA RIFORMA”

giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse

Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

Per Giorgia Meloni è tutto «surreale». A cominciare dalla richiesta di autorizzazione a procedere sul caso Almasri nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, «che hanno agito nel rispetto della legge, per tutelare la sicurezza degli italiani», ribadisce la premier ai microfoni del Tg5. Ma «ancora più surreale» è che per lei si chieda l'archiviazione, «perché i miei ministri non governano a mia insaputa, perché io non sono Alice nel Paese delle meraviglie – sottolinea Meloni – sono il capo del governo e non sono neanche un Conte qualsiasi, che fingeva di non sapere che cosa facesse il suo ministro degli Interni».

 

GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - ALFREDO MANTOVANO

Chiaro riferimento al governo gialloverde e alla vicenda Open Arms, per cui Matteo Salvini è finito a processo (poi assolto). […] Meloni non se la prende solo con lui. Il principale obiettivo della sua invettiva sono, ancora una volta, i magistrati.

 

Perché «a me non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e, diciamo così, ho messo in conto eventuali conseguenze». Insomma, l'inchiesta sul caso Almasri sarebbe una vendetta contro il governo. Più in generale, la premier vede «un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura, particolarmente quelle che riguardano i temi dell'immigrazione – spiega – come se si volesse frenare la nostra opera di contrasto all'immigrazione illegale».

CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE

 

La strategia anti-magistrati è chiara, tanto che più d'uno, dai partiti di maggioranza, va all'attacco della procura di Roma, accusata di presunti ritardi sull'invio della documentazione giudiziaria sul caso Almasri. Il sospetto fatto circolare è che, dopo l'archiviazione per Meloni arrivata il primo agosto, le carte inviate dai giudici del Tribunale dei ministri sarebbero state trattenute per troppo tempo dai pm romani.

 

Indiscrezioni che hanno indispettito il numero uno di piazzale Clodio Francesco Lo Voi.

Giovanbattista fazzolari

«Gli atti andavano letti, rimessi in ordine, corredati da alcuni provvedimenti necessari per eseguire le decisioni del Tribunale dei ministri e interamente fotocopiati – spiega – il tempo impiegato è stato minimo e cioè dal 4 agosto, giorno di arrivo degli atti in procura, al 5 agosto, giorno di arrivo degli atti alla Camera. Se 24 ore vi sembrano troppe...».

 

[…] servirà un voto della Camera per mettere al sicuro Nordio, Piantedosi e Mantovano: entro la fine di settembre sarà pronta la relazione sul caso preparata dalla Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, poi a ottobre la palla passerà all'Aula.

 

2 - FAZZOLARI DETTA LA LINEA PER ALZARE IL TIRO “INVASO IL CAMPO, UN ASSURDO GIURIDICO”

Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “la Stampa”

 

matteo piantedosi e carlo nordio foto lapresse

«Un assurdo giuridico». «Un'iniziativa tardiva». «Un'invasione di campo». E, comunque, un atto politico più che giudiziario. La controffensiva mediatica del centrodestra sul caso Almasri è cominciata e si muove lungo più direttrici. A spalleggiare la dura intervista di Giorgia Meloni al Tg5 c'è anche un dossier riservato di Fratelli d'Italia. Il testo, visionato da La Stampa e redatto dall'ufficio studi – diretta emanazione del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari – serve a via della Scrofa per indicare agli eletti come alzare il tiro sui giudici e delegittimare mediaticamente le loro mosse.

 

matteo piantedosi e carlo nordio alla camera foto lapresse

La convinzione, nei corridoi del partito, è netta: «Se a livello tecnico il caso morirà con il "no" del Parlamento a procedere contro i ministri e il sottosegretario Mantovano, a livello politico dobbiamo guidare noi la narrazione». Senza cederla alla magistratura. Un po' come ha fatto la premier nel suo post con cui ha annunciato l'archiviazione.

 

Nel dossier l'indagine viene definita «non un atto dovuto» e si accusa la magistratura di aver inseguito «l'eco mediatica» più che i fatti. Il bersaglio è ancora una volta il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, che ha iscritto Meloni e i ministri nel registro degli indagati dopo la denuncia dell'avvocato Luigi Li Gotti.

 

fazzolari meloni

«Un'iniziativa tardiva», si legge, «non giustificata da alcun automatismo normativo». Anzi: un esposto – viene ricordato – può anche non generare un'indagine. Come accaduto con quello contro Conte e Speranza durante la pandemia. Ma è il fronte con l'Associazione nazionale magistrati (Anm) il più caldo. Nel passaggio dedicato allo scontro tra il presidente Cesare Parodi e Carlo Nordio – con il primo che ha evocato la possibilità che la capo di Gabinetto di via Arenula, Giusi Bartolozzi, finisca sotto processo – il testo è netto: «Non è tollerabile che un rappresentante della magistratura utilizzi il proprio ruolo per lanciare messaggi di questo tipo, realizzando delle vere e proprie invasioni di campo».

 

il procuratore di roma francesco lo voi foto today.it

Quella di Bartolozzi, da molti considerata ministro ombra e ritenuta autrice di «dichiarazioni mendaci» dai giudici, è una posizione delicata. Secondo le opposizioni avrebbe preso decisioni chiave tenendo all'oscuro Nordio, e ora rischia di finire al centro di nuove contestazioni. Ma per la maggioranza il finale è già scritto: un nulla di fatto. Per almeno due motivi, in verità soggetti a interpretazioni.

 

Il primo sarebbe legato ad una legge costituzionale del 1989 che prevede l'estensione del "diniego" a procedere anche a soggetti che non sono ministri se il reato è commesso da più soggetti in concorso tra loro. In secondo luogo perché un'eventuale indagine della Procura di Roma, viene fatto notare, «non può insistere sugli stessi reati» già contestati ai ministri e «smontati» dall'immunità che gli accorderà il Parlamento. E, al di là delle intenzioni che trapelano dai magistrati, anche «l'invenzione» di una qualche iniziativa giudiziaria nei suoi confronti – secondo un colonnello del partito – non basterà «ad attaccarla personalmente». La più probabile delle contestazioni è la falsa testimonianza ma per le stesse fonti l'immunità giuridica dei ministri si trasformerà in uno scudo anche contro ogni azione «laterale» e «successiva» nei confronti di Bartolozzi. […]

IL POST DI GIORGIA MELONI SULL ARCHIVIAZIONE PER IL CASO ALMASRI GIUSI BARTOLOZZI carlo nordio e il caso almasriOsama Njeem AlmasriINFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE

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