giorgia meloni matteo salvini ue europa mes

MELONI FA MELINA! – LA DUCETTA TENTENNA, MA HA PRATICAMENTE CASSATO L’IPOTESI DI UNA SUA CANDIDATURA ALLE EUROPEE: È TERRORIZZATA CHE NONOSTANTE LA SUA DISCESA IN CAMPO FDI NON RAGGIUNGA IL 30%. SAREBBE UN CLAMOROSO FLOP – LO PSICODRAMMA E LA SOLITUDINE DI SALVINI: POTREBBE FINIRE SORPASSATO ADDIRITTURA DA QUEL MERLUZZONE DI ANTONIO TAJANI, MENTRE IL RAPPORTO CON IL “SUO” MINISTRO PIÙ IMPORTANTE, GIANCARLO GIORGETTI, ORMAI CONVERTITO AL MELONISMO, È GELIDO…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

L’ultima volta che ne ha discusso a Palazzo Chigi con lo staff, ha tentennato. E ha chiesto: devo decidere subito? No, le hanno risposto, c’è tempo. […] Giorgia Meloni ha scelto di archiviare per un paio di mesi il problema. Deciderà se candidarsi come capolista alle Europee ad aprile. […] Dopo aver letto i sondaggi di Fratelli d’Italia, ma soprattutto quelli di Lega e Forza Italia. Perché il dilemma è sempre lo stesso: gli effetti di un trionfo sarebbero direttamente proporzionali al caos generato dalla disfatta degli alleati.

 

giorgia meloni 10

La presidente del Consiglio ha dubbi. Non sa ancora cosa le convenga di più, per il proprio futuro e per quello del governo. Non decidendo, lascia il partito in una posizione un po’ più scomoda: il meccanismo dell’alternanza tra uomo e donna in cima alle liste, infatti, renderebbe fondamentale conoscere le intenzioni della premier. Fratelli d’Italia, comunque, imposterà il lavoro ipotizzando due schemi di gioco e due bozze di listoni: con e senza di lei. Poi, ad aprile, Meloni scioglierà la riserva.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO

[…] Ma perché Meloni tentenna? Tutto si può ridurre a una bilancia: quella che serve a pesare gli effetti della decisione. Primo dubbio: scendere sotto il 26% delle ultime politiche la indebolirebbe. I sondaggi lasciano credere il contrario, ma conviene rischiare? Secondo quesito: un trionfo — sospinto anche dalla sua candidatura — creerebbe scompensi nella maggioranza? E se sì, come tutto lascia supporre, qual è la soglia? Numeri alla mano, si può semplificare così: i problemi peggiori arriverebbero se la somma di Forza Italia e Lega dovesse valere la metà di Fratelli d’Italia. Un’eventualità possibile, se FdI toccasse quota 30%.

 

GIORGIA MELONI BY ALTAN

Ecco, attorno a questo schema si consuma l’altra partita della destra italiana. Coinvolge Antonio Tajani e Matteo Salvini. Entrambi mossi da un obiettivo prioritario: sopravvivere alle Europee. E dalla sua premessa: sorpassare l’alleato. Detta meglio: chi sorpassa l’altro, sopravvive.

 

Vale soprattutto per il leghista. Sondaggi alla mano, si gioca tutto in un fazzoletto di consenso che pesa il 2%: dal 6,5 all’8,5%. In questa forchetta dovrebbero attestarsi i due partiti […]. Chi arriva primo, si salva. Per l’altro, soprattutto dovesse trattarsi dell’uomo che cadde al Papeete, inizierà il processo interno.

 

Salvini non è mai stato così isolato, dentro e fuori da via Bellerio, tanto da spingere i suoi a ipotizzare un congresso lampo prima delle Europee per blindarsi. Al Sud lotta con percentuali bassissime. Per compensare […] è pronto ad affidarsi a due uomini: il generale Roberto Vannacci e il ras di preferenze Aldo Patriciello, strappato proprio a Tajani. Ma anche al Nord il segretario soffre nelle storiche roccaforti: Veneto e Lombardia. Spinge disperatamente per candidare uno tra Max Fedriga e Luca Zaia, che è però sul piede di guerra per il terzo mandato.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Salvini è solo anche rispetto alla compagine di governo. L’intesa con Giancarlo Giorgetti è logora. Due i passaggi che hanno sbrindellato il rapporto. Il Mes, innanzitutto. E poi l’Irpef agricola. Quando la scorsa settimana la maggioranza si era ritrovata a Palazzo Chigi, Giorgetti ha provato a spiegare che qualcosa si sarebbe potuta fare, ma non troppo.

In videocollegamento, a quel punto, interviene Salvini. Un po’ ironico, un po’ criptico: «Mi rivolgo al ministro con il pullover rosso bordeaux…». Gelo in sala, a indossare una tenuta casual è proprio il titolare del Tesoro. Più in generale, il responsabile di via XX settembre è sempre più vicino a Meloni, con cui va d’amore e d’accordo.

 

GIORGIA MELONI E IL TERZO MANDATO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Solo non è invece Tajani, visto che ha raggiunto un’apparente tregua interna. Sa però che deve almeno avvicinarsi ai numeri delle scorse politiche. E anche provare a tallonare o addirittura superare la Lega. La strategia che ha scelto nelle ultime settimane è: dire il contrario dell’alleato leghista.

 

Per farlo, cerca ogni 0,1% che può aiutarlo nell’impresa. Spinge per candidare i governatori azzurri del Sud alle Europee, a partire da Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Al Nord, dove la Lega arranca, si è affidato a Letizia Moratti. […]

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")