
GIORGIA MELONI VUOLE SPIANARE IL CAMPO LARGO – LA NUOVA LEGGE ELETTORALE IMMAGINATA DA FRATELLI D’ITALIA MANDEREBBE IN TILT L’ALLEANZA TRA PD E CINQUE STELLE. L’INDICAZIONE DEL NOME DEL CANDIDATO PREMIER SULLA SCHEDA E L’ELIMINAZIONE DEI COLLEGI UNINOMINALI COSTRINGEREBBE LA SINISTRA A INDICARE SUBITO IL LEADER, CHE ANDREBBE SCELTO TRAMITE SANGUINOSE PRIMARIE – LA PROPOSTA AGITA ANCHE LUPI E GLI ALTRI PARTITINI DI CENTRO, CHE AVREBBERO MENO SEGGI A DISPOSIZIONE…
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per www.repubblica.it
giorgia meloni a porta a porta 2
In via della Scrofa, quartier generale di Fratelli d’Italia, hanno già studiato le prossime mosse per assicurarsi, almeno questo pensano i meloniani, la seconda vittoria alle Politiche del 2027.
E le mosse si concentrano in un'unica norma: la riforma della legge elettorale. Le idee sono chiare […].
La premier, intervistata a Porta a Porta da Bruno Vespa, ha già fornito una traccia: “Io non sono contro una riforma della legge elettorale. Sarei per dire sì all'indicazione del premier sulla scheda elettorale”, ha detto, aggiungendo: “La legge elettorale non compete al governo, compete al Parlamento.
Per questo non avrebbe senso fare eventualmente un'altra legge elettorale e poi doverne fare ancora un'altra dopo il referendum sul premierato. Tanto vale che se si decida di fare qualcosa immaginando quello che può accadere dopo". Come dire, va bene una legge che guardi al premierato, ma facciamola adesso e poi si vede sulla grande riforma premierato, al momento su un binario fermo.
Fratelli d’Italia punta a rendere obbligatorio l’inserimento del nome del premier nella scheda e a eliminare i collegi uninominali. In questo modo, ragionano in via della Scrofa, il centrosinistra andrebbe in tilt.
Innanzitutto costringerebbe l’altro campo a indicare subito, prima del voto, il candidato premier tra Schlein, Conte o un terzo nome. Di fatto spianando la strada alle primarie, già evocate non a caso da Matteo Renzi, che potrebbe anche sostenere il nome la sindaca di Genova Silvia Salis. Soprattutto, sono convinti a destra, le primarie non farebbero altro che indebolire il campo largo, facendo emergere le diverse vedute sul programma tra Pd, 5 stelle e Avs.
Ma non finisce qui. I meloniani sono convinti anche che l’eliminazione dei collegi uninominali cancellerebbe vero il collante che tiene unito il campo largo. E c’è di più: non è un mistero, sondaggi alla mano, che se il voto dei partiti è polarizzato a vantaggio della destra, il discorso sui seggi in Parlamento cambierebbe in caso di assegnazione in parte con il voto nei collegi, riaprendo la partita e prospettando l’ipotesi di un pareggio sicuramente al Senato, sempre sondaggi attuali alla mano.
[…] Il problema però sono i malumori nei partiti della maggioranza. Perché questo spinge le sigle minori, come Udc e Noi Moderati, ad avere meno possibilità di eleggere parlamentari. Non a caso c’è grande fibrillazione. Negli ultimi mesi si sono registrare uscite da Noi Moderati verso Forza Italia, ultimo il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, e prima di lui era andando nel gruppo degli azzurri il deputato Pino Bicchielli.
E sono stati chiusi accordi proprio guardando alla possibile riforma della legge elettorale, come quello fatto dalla Dc di Cuffaro con la Lega. Salvini, in cambio del sostegno dei cuffariani, dovrà dare posti in lista alla Dc. Stesso discorso per l’Udc, che invece ha ripreso il dialogo con Forza Italia soprattutto. Insomma, qualche mal di pancia per la fine dei collegi uninominali c’è anche nel centrodestra.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
giorgia meloni consiglio dei ministri
DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - G7 KANANASKIS - CANADA
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