marcello pera giorgia meloni

“GIORGIA, RICORDATI LA FINE DI RENZI’’ – AVVISATE SUBITO SCURTI E FAZZOLARI: IL SENATORE DI FRATELLI D’ITALIA MARCELLO PERA STRONCA IL PREMIERATO DELLA DUCETTA: “È UN’OPERAZIONE COMPLICATA. LA RIFORMA È PIENA DI CONTRADDIZIONI. NON C’È UN PROFESSORE DI DIRITTO COSTITUZIONALE CHE NE ABBIA DATO UN GIUDIZIO POSITIVO - INOLTRE C’È IL RISCHIO CHE IL CONSEGUENTE REFERENDUM RIMETTA INSIEME L’INTERA OPPOSIZIONE, OFFRA UN’OCCASIONE D’ORO PER FAR RINASCERE UNO SCHIERAMENTO CHE RIUNISCA L’INTERO CENTRO-SINISTRA. UN’ALLEANZA CHE SULLA CARTA POTREBBE PURE VINCERE IL REFERENDUM. E A QUEL PUNTO NON VA DIMENTICATA L’ESPERIENZA DI RENZI CHE PERSE IL REFERENDUM, MA ANCHE PALAZZO CHIGI....”

Augusto Minzolini per “il Tempo” 

marcello pera giorgia meloni

 

Siamo ai prolegomeni della madre di tutte le battaglie per il governo Meloni: il premierato, cioè l’elezione diretta del capo del governo. Continuano a moltiplicarsi i comitati civici favorevoli alla riforma, gli organismi che fronteggeranno il probabile referendum sulla riforma costituzionale.

 

Una mobilitazione generale che non sembra prevedere ripensamenti anche se c’è chi nel campo del centrodestra mette in guardia il premier dai possibili rischi. Qualche giorno fa seduto al tavolino di un bar a due passi dal Pantheon, l’ex-presidente del Senato, Marcello Pera, si è lasciato andare a questo ragionamento: «È un’operazione complicata. Come ho già detto la riforma è piena di contraddizioni. Non c’è un professore di diritto costituzionale che ne abbia dato un giudizio positivo.

 

VOLANTINO DI FRATELLI D'ITALIA SUL PREMIERATO

Inoltre c’è il rischio che il conseguente referendum rimetta insieme l’intera opposizione, offra un’occasione d’oro per far rinascere uno schieramento che riunisca l’intero centro-sinistra. Un’alleanza che sulla carta potrebbe pure vincere il referendum. E a quel punto non va dimenticata l’esperienza di Renzi che perse il referendum, ma anche Palazzo Chigi. Ecco perchè spero ancora che Giorgia ci ripensi».

 

Nelle congetture di Pera ci sono tutti i pericoli e i rischi che il premier corre. Rischi veri perché non bisogna farsi confondere dallo stato dell’opposizione di oggi, dal litigio continuo tra Pd e grillini. È chiaro che lo scontro sul premierato, contro quello che la sinistra considera un feticcio del centrodestra, è l’argomento più funzionale ad una ipotetica resurrezione del campo largo.

 

RENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUM

Certo la mobilitazione popolare contro la riforma non è ancor cominciata, a parte i convegni dei professori d’area e dei magistrati di sinistra, ma si può star sicuri che già nella giornata del 25 aprile ci saranno i primi appelli contro la svolta autoritaria. Il leit motiv per ora, come ripete fino alla noia il vicesegretario del Pd Provenzano, è «pensare alle europee», ma che l’appuntamento sia fissato non lo nasconde nessuno.

 

Isabella Rauti e Marcello Pera

«Loro fanno i comitati civici pro-premierato - spiega l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini - e noi in risposta schiereremo i comitati “contro” la riforma della società civile. In fondo sarà uno sprone per radunare l’intera opposizione. Credo che l’organizzazione sia già in gestazione». Non per nulla la stessa «ratio» la ritrovi nelle parole del leader di sinistra italiana, Nicola Fratoianni: «Certo che li faremo, la lotta contro il premierato farà ripartire l’alleanza di sinistra».

 

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI PATRIZIA SCURTI

E su questo argomento, anche in tempi di spietata competizione elettorale, il Pd può riprendere il filo del dialogo con i grillini. Tutti ci scommettono, i piddini come i 5stelle. «Per me la Meloni- è l’opinione del vicepresidente del movimento, Riccardo Ricciardi - fa una follia a rischiare il referendum.

 

Certo nel Paese non c’è mai stato un momento più favorevole per una riforma del genere visto che non c’è più lo spettro di Berlusconi. Ma per lei è comunque un azzardo, basta ritornare con la mente a Renzi. Noi saremo spinti a fare fronte comune con il resto dell’opposizione e lei deve tenere conto anche della possibilità che i suoi riottosi alleati nel referendum potrebbero tirargli un brutto scherzo. Ecco perché non mi meraviglierei se ci ripensasse evitando questa prova di forza».

GIORGIA E ARIANNA MELONI

 

Già ora, infatti, l’esito della madre di tutte le battaglie appare incerto. Tant’è che si sono moltiplicati in entrambi i campi i fautori di una possibile mediazione, di un possibile compromesso. Spesso tortuoso, a volte incomprensibile. Tutti nomi che da quarant’anni hanno a che fare con il miraggio della grande riforma costituzionale: dai liberali di destra Giuseppe Calderisi e Gaetano Quagliarello, ai piddini Enrico Morando e Peppino Calderisi, all’ex-forzista Fabrizio Cicchitto.

 

Tentativi che per ora non hanno tirato fuori un ragno dal buco. «Abbiamo avanzato la proposta ripresa da un’ipotesi avanzata in passato dal presidente della consulta Augusto Barbera - racconta Ceccanti - di un sistema in due fasi: nella prima i candidati premier vengono legati ai seggi presi dal loro schieramento ; poi, se nessuno raggiunge la maggioranza assoluta dei seggi si va al ballottaggio di fronte agli elettori sui due candidati che hanno avuto più seggi.

RENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUM

 

Solo che questi sono matti, non sentono ragioni né da una parte, né dall’altra. Entrambi sono convinti di poter vincere il referendum. Per cui per ora non ci sono i margini per un compromesso. Ci saranno i comitati civici pro-riforma, e dall’altra parte già nei comizi del 25 aprile chiameranno alla mobilitazione contro la svolta autoritaria. A quel punto io non voterò al referendum, preferirò andare in Thailandia. Purtroppo è il " manicomio Italia"».

 

renzi referendum costituzionalematteo renzi dopo il referendum RENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUMmatteo renzi dopo il referendum

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO