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"FU UN ATTO DI GUERRA IN TEMPO DI PACE IN UN PAESE A SOVRANITÀ NAZIONALE LIMITATA” – GIULIANO AMATO PROVA A RIMEDIARE AL PUTIFERIO SCATENATO DALLA SUA INTERVISTA SULLA STRAGE DI USTICA. OGGI TERRÀ UNA CONFERENZA STAMPA, E INTANTO PRENDE CARTA E PENNA E SCRIVE A "REPUBBLICA": "PERCHÉ PROPRIO ORA? LA RICHIESTA CHE MI È ARRIVATA HA INCONTRATO IL MIO BISOGNO DI VERITÀ, CHE A UNA CERTA ETÀ DIVENTA PIÙ URGENTE" - "LA RICOSTRUZIONE SBAGLIATA SU CRAXI? FORSE LA MEMORIA MI HA INGANNATO" - "NESSUNO AVEVA INTERESSE A SCOPERCHIARE UN SEGRETO. FORSE ANCHE IO NON HO AVUTO ALL'EPOCA LA FORZA PER IMPORMI? PUÒ DARSI..."

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1. AMATO, È IL GIORNO DEL «CHIARIMENTO» SISTO: DA LUI SOLO IPOTESI

Estratto dell’articolo di G. Ca. per il “Corriere della Sera”

 

GIULIANO AMATO - INTERVISTA A REPUBBLICA SULLA STRAGE DI USTICA - 2 SETTEMBRE 2023

Si era subito corretto.«Ho solo rimesso sul tavolo una ipotesi, già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi nuovi elementi ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità» aveva precisato Giuliano Amato (al quotidiano La Verità ) dopo l’inevitabile clamore per le rivelazioni sul missile francese che, la sera del 27 giugno 1980, avrebbe colpito il Dc9 dell’Itavia sopra i cieli di Ustica, contenute nell’ intervista a Repubblica .

 

[…] Ma le polemiche sono ormai inarrestabili. «Non si può fare giustizia in base a un’intervista», lo critica il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Se Amato ha da dare nuove informazioni sulla vicenda vada dai magistrati e racconti quello che sa». Più o meno lo stesso invito che gli aveva rivolto Giorgia Meloni.

 

giuliano amato

Così oggi pomeriggio, nella sede romana della Stampa estera, l’ex premier ed ex presidente della Consulta risponderà alle domande dei giornalisti. Dispiaciuto per le polemiche e gli attacchi, Amato spiegherà che la sua intenzione non era «raccontare la verità» sulla strage di Ustica, non avendo alcun elemento nuovo, ma esprimere la convinzione di una responsabilità dei francesi. E chiedere al presidente Macron, all’epoca un bambino, di farsi carico di un chiarimento con l’Italia per migliorare le relazioni tra Roma e Parigi. E sottolineare la necessità , per il nostro Paese, di non piegarsi troppo alla volontà degli Stati Uniti. […]

 

IL RECUPERO DEI RESTI DELL AEREO DC9 DI ITAVIA

2. GIULIANO AMATO E LA STRAGE DI USTICA: “IL MIO BISOGNO DI VERITÀ E QUELL’APPELLO PER DIRE: ADESSO CHI SA PARLI”

Lettera di Giuliano Amato a “la Repubblica”

 

Dopo l’uscita dell’intervista su Ustica, una domanda è circolata insistentemente nei giornali, in tv, sui social: perché proprio ora? Ma se la domanda è lecita per definizione, sono risultate sorprendenti alcune delle risposte che attribuiscono all’intervistato strategie di ogni genere, dall’urgenza di una nuova verginità politica al desiderio di carriera quirinalizia mai esausta, dalla volontà di guastare i rapporti già fragili con la Francia all’impulso distruttivo verso il governo della destra.

 

Salvo poi rimangiarsi l’intervista data a Repubblica — ieri abbiamo letto anche questo — in preda a improvviso pentimento. Dispiace mettere fine a queste congetture di sicuro fascino romanzesco, ma la verità è molto più banale.

 

GIULIANO AMATO - TENNIS CLUB ORBETELLO

Le interviste nascono — pensate che bizzarria! — perché c’è un giornale che le chiede, un direttore che le sollecita, una giornalista che ci lavora sopra. E la richiesta viene accolta se l’intervistato ha maturato nel tempo la volontà di rendere testimonianza.

 

Questo è successo con l’intervista su Ustica uscita sabato scorso su questo giornale: la richiesta che mi è arrivata da Simonetta Fiori ha incontrato il mio bisogno di verità che a una certa età diventa più urgente, con il tempo davanti che si accorcia ogni giorno.

 

Ne è scaturito un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti — come è detto chiaramente nell’articolo — ma ad avvalorare una ricostruzione che è custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di giornalisti bravi come Andrea Purgatori, ma che si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse.

 

Una ricostruzione che ho potuto fare mia e rilanciare grazie a una quarantennale esperienza dentro le istituzioni dello Stato, fin dal 1986 dalla parte dei famigliari delle vittime, come ha ribadito in questi giorni Daria Bonfietti, in una collaborazione stretta con i magistrati inquirenti, con la commissione Stragi e i migliori giornalisti di inchiesta.

craxi amato

 

Non sono mancate quindi le sedi anche istituzionali in cui manifestare i dubbi verso le versioni ufficiali dei militari: in questi 43 anni la mia non è stata una presenza muta. L’amicizia con la professoressa Bonfietti, la promessa di un impegno permanente al suo fianco, non è certo estranea alla decisione di rendere oggi testimonianza a Repubblica, insieme alla dolorosa perdita di Purgatori.

 

Chi sa parli ora: questo il senso dell’appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo (ma curiosamente mi è stato chiesto anche dalla premier di produrre nuove prove). La ricostruzione storica ha confuso tra date diverse? Bettino Craxi ha avvertito Gheddafi che stavano per bombardarlo nell’86, mentre nell’80 Craxi nulla poteva sapere della simulazione di Francia e Nato per far fuori il leader libico?

 

dc9 itavia strage di ustica

Forse la memoria mi ha ingannato o forse è la fonte della mia informazione che è confusa. Nel testo dell’intervista si dice chiaramente che mancano le prove. Ma è un dettaglio rispetto alla sostanza denunciata: l’insofferenza di larga parte della classe politica, Craxi incluso, davanti alla ricerca della verità, contro i tentativi di depistaggio messi in atto da generali e ammiragli.

 

Nessuno aveva interesse a scoperchiare un segreto coperto dalla ragion di Stato o di Stati: la tragedia di Ustica era stato un atto di guerra in tempo di pace in un paese a sovranità nazionale limitata. Forse anche io, pur mosso dalla volontà di far luce, non ho avuto all’epoca la forza per impormi sulle forze ostili e reticenti? Può darsi. Ammetterlo fa parte di quel processo di verità oggi più che mai urgente.

 

giuliano amato bettino craxi

Infine, l’appello a Macron. La richiesta al presidente francese di approfondire la verità su Ustica nasce dalla constatazione che la tragedia del Dc9 risale al 1980: Macron all’epoca non aveva ancora compiuto tre anni. Anche per la sua totale estraneità politica ai fatti, e per la libertà che può derivargliene, Macron potrebbe aiutare a restituire giustizia a 81 vittime innocenti ancora senza colpevoli.

 

giuliano amato foto di bacco

Una straordinaria opportunità per rinsaldare il rapporto tra i due paesi. Il ministero degli Esteri francese l’ha accolta, manifestando una volontà di collaborazione, peraltro senza mai domandarsi: perché ora? Un passo in avanti rispetto a chi in Italia continua ostinatamente a voltarsi indietro. Con l’intervista ho voluto lanciare una sfida per arrivare alla verità su Ustica. Ora tocca a chi ne è in grado raccoglierla, sotto la spinta di una stampa non prigioniera del piccolo cabotaggio.

strage ustica 9STRAGE DI USTICA

 

DOCUMENTI DESECRETATI SU USTICA

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