TRUMP È UN PRODOTTO DELL'IDIOZIA DEL PARTITO DEMOCRATICO – GIULIANO DA EMPOLI RACCONTA LA SURREALE CENA INAUGURALE DELLA FONDAZIONE OBAMA, NEL 2017: “UNA GIOVANE PERSONA ACCANTO A NOI PRENDE LA PAROLA. ‘MI CHIAMO HEATHER E SARÒ LA VOSTRA FACILITATRICE DI CONVERSAZIONE’. PER ROMPERE IL GHIACCIO, CI RACCONTA IL SUO PERCORSO DI TRANSGENDER DI RAZZA MISTA” – “COLGO L’ESPRESSIONE SCONSOLATA DEL CAPITANO ROCCA, L’AGENTE DI SICUREZZA CHE CI ACCOMPAGNA. SI È AZZARDATO A RISPONDERE ‘ME STESSO’ ALLA DOMANDA ‘CHI VORRESTI ESSERE’ E GLI ALTRI GLI HANNO DATO ADDOSSO, DICENDOGLIENE DI TUTTI I COLORI, TACCIANDOLO DI EGOCENTRISMO. SE FOSSE STATO UN ELETTORE AMERICANO, SAREBBE USCITO TRUMPIANO DA QUELLA CENA…”
Estratto da “L’ora dei predatori. Il nuovo potere mondiale visto da vicino”, di Giuliano da Empoli (ed. Einaudi Stile Libero)
Chicago, novembre 2017
«L’orto della Casa Bianca era molto potente, perché cosí simbolico.
Coltivare melanzane e zucchine e mostrare immagini della First Lady inginocchiata sulla terra, circondata da bambini, trasmetteva un messaggio molto forte alla nazione e al mondo».
La grande sala del museo della Scienza di Chicago fatica a contenere le attese e l’emozione dei presenti. Siamo alla cena inaugurale della fondazione creata da Barack Obama dopo il suo addio alla Casa Bianca.
GIULIANO DA EMPOLI - L'ORA DEI PREDATORI
È passato un anno dal terremoto che ha scosso la politica mondiale: l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. L’Europa è alle prese con gli effetti catastrofici della Brexit. In Italia, i sondaggi in vista delle elezioni previste per la primavera dell’anno prossimo lasciano prevedere un’onda nazionalpopulista senza precedenti.
Siamo qui in cerca non dico di risposte, ma per lo meno di idee. Negli ultimi anni, pur con i suoi limiti, Obama ha rappresentato il faro dei liberal-democratici di tutto il mondo.
Oggi ancora, il nostro riflesso naturale è di girarci verso di lui. Ecco perché abbiamo accolto con entusiasmo la sua iniziativa di creare una fondazione: finalmente un luogo per pensare la prossima fase, la risposta da contrapporre alla marea illiberale che minaccia di travolgere l’Occidente.
Abbiamo percorso settemila chilometri per essere qui stasera. E ora eccoci qui davanti all’ex cuoco della Casa Bianca che vanta i meriti dell’orto bio di Michelle. Passato il cuoco, un altro oratore si avvicina al palco. Un certo Michael Hebb.
Consultando la sua biografia online, scopro che è stato il pioniere del consumo consapevole di cioccolato sul posto di lavoro, prima di fondare un’organizzazione chiamata Death over Dinner, la morte a tavola.
Un po’ scosso dai discorsi di apertura, rivolgo la mia attenzione al tavolo dei presenti.
Saranno certo persone interessanti, i «leader in fieri» che la fondazione dovrebbe «ispirare, preparare e connettere per cambiare il mondo».
In tavola hanno fatto la loro comparsa i primi broccoli biologici dello chef.
Gli invitati hanno appena cominciato a stabilire qualche timido contatto, quando una giovane persona seduta accanto a noi prende la parola.
«Salve, mi chiamo Heather e stasera sarò la vostra facilitatrice di conversazione».
Dopo questa breve introduzione, scopriamo con orrore che il format della cena non prevede che i commensali interagiscano spontaneamente tra loro, ma sarà piuttosto una conversazione guidata da Heather, che ci permetterà di andare oltre i consueti convenevoli per arrivare a un livello di scambio più profondo.
A tale scopo, a tutti viene chiesto di rispondere a cinque domande a turno: «Perché mi chiamo così? Chi sono quelli della mia cerchia? Chi mi ha influenzato di più? Chi vorrei essere? In che misura mi sento parte della mia comunità?»
Per rompere il ghiaccio, Heather ci racconta in breve e con molta verve il suo percorso di transgender di razza mista in una famiglia adottiva di Chicago. Man mano che il suo racconto va avanti, mi dico che sarà difficile fare di meglio.
Guardando gli altri tavoli, mi rendo conto che lo stesso esercizio si sta svolgendo ovunque. Ogni tavolo ha un animatore che pone a tutti le stesse domande.
Con la coda dell’occhio colgo l’espressione sconsolata del capitano Rocca, l’agente di sicurezza che ci accompagna in questo viaggio.
Nel corso della serata vedrò quest’uomo forte come una quercia, gioviale, coraggioso, che non esiterebbe a beccarsi una pallottola per proteggere uno di noi, farsi sempre più piccolo, fino a ridursi a un fuscello tremante.
donald trump cameriere al drive through del mcdonald in pennsylvania 1
Dopo cena, sorseggiando uno scotch riparatore al bar dell’hotel, mi racconterà il suo calvario.
Dopo l’iniziale sgomento, aveva superato lo shock e tutto era filato più o meno liscio, finché non si era azzardato a rispondere «me stesso» alla domanda «chi vorresti essere».
A quel punto gli altri gli avevano dato addosso, dicendogliene di tutti i colori. Lo stesso facilitatore non aveva esitato a tacciarlo di egocentrismo.
Quella sera ci abbiamo riso su, ma non ho potuto fare a meno di pensare che, se fosse stato un elettore americano, il capitano Rocca – uno dei pochi esponenti del popolo presenti alla cena – sarebbe uscito trumpiano dalla serata di inaugurazione della Fondazione Obama.
meme di barack obama come oj simpson - postato da Donald Trump
E temo che nessuna delle attività previste nelle trentasei ore del meeting gli avrebbe fatto cambiare idea: di certo non la meditazione alle sette del mattino (per fortuna indicata come «facoltativa» nel programma), né il colloquio con il principe Harry sui giovani come vettore di trasformazione sociale, o il dialogo tra Michelle Obama e una poetessa alla moda sulle sue fonti di ispirazione, e nemmeno il concerto privato di Gloria Estefan e del rapper Common – sobriamente ribattezzato «Community Event» – che avrebbe segnato la conclusione dei lavori.
barack obama al convegno per kamala harris 5
Due giorni dopo abbiamo lasciato Chicago con la sensazione di aver incontrato molte persone simpatiche e piene di buone intenzioni, ma ben poco attrezzate per combattere la battaglia che si preannunciava.
Anche Obama era un avvocato, ma, come Bill Clinton prima di lui, il suo carisma e la sua intelligenza politica lo hanno tenuto a lungo lontano dalle insidie del legalismo.
Andato via lui, è rimasto solo il partito degli avvocati. Avendo rinunciato a combattere le disuguaglianze economiche e territoriali che affliggono il Paese, i democratici hanno ripiegato sul più modesto obiettivo di rappresentare le minoranze.
BARACK OBAMA PREMIO NOBEL PER LA PACE
Il che è lodevole di per sé, però non rimette in discussione le dinamiche che hanno plasmato la società americana nel suo complesso a partire dai primi anni Ottanta.
Per compensare la loro mancanza di coraggio sulle sfide decisive, gli avvocati si sono così lanciati in una battaglia sempre più estrema per la difesa dei diritti che li ha portati a adottare posizioni molto più radicali della maggioranza dei loro stessi elettori.
Durante la sua campagna presidenziale per il 2020, Kamala Harris ha prospettato l’abolizione della polizia di frontiera, promuovendo al contempo un finanziamento pubblico per il cambiamento di sesso dei detenuti e degli immigrati clandestini. Non solo questi argomenti si sono rivelati inefficaci tra gli elettori, ma quattro anni dopo si sono rivelati un boomerang per la candidata democratica. Uno degli slogan più efficaci della campagna del 2024 per la rielezione di Trump ha fatto leva sui pronomi non binari: «Kamala is for they/them. President Trump is for you». […]
GIULIANO DA EMPOLI
matteo renzi barack obama
michelle e barack obama sullo yacht di steven spielberg in liguria
michelle, sasha, barack e malia obama
DONALD TRUMP CON IL PUGNO CHIUSO DOPO L ATTENTATO - BUTLER, PENNSYLVANIA
cena di stato obama renzi 3
MICHELLE OBAMA NELL ORTO
DONALD TRUMP E BARACK OBAMA
DONALD TRUMP.
il meme di donald trump su jd vance
michelle obama kamala harris 2
il video deep fake dell arresto di obama pubblicato da trump sui social 2
cena di stato obama renzi 8




