donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

DAGOREPORT

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI MEME

Anche l'irriducibile Giorgia Meloni, davanti agli scatti continui di follia di Donald Trump dai dazi alle minacce di invadere Panana e Groenlandia, dopo le prime perplessità, sta iniziando a cambiare rotta.

 

Per la Statista della Garbatella, dal primo momento rapagazza pom-pon del tycoon, non deve essere facile strambare allontanandosi dal Caligola di Mar-a-Lago, dopo averlo tanto elogiato.

 

Ma la politica impone bagni di realtà, soprattutto a chi governa, e quando il gioco si fa duro e insostenibile, bisogna essere pronti a cambiare idea.

 

L’antico sogno della Ducetta di essere il “ponte” tra Usa e Ue è svanito, cancellato dall’incontenibile egolatria di Trump, che non vuole mediatori ma solo obbedienti vassalli pronti a "baciargli il culo". Spodestata dall’unico possibile incarico che le avrebbe conferito autorevolezza internazionale al pari di Macron e Starmer, la sora Giorgia ha spiegato le vele in direzione Bruxelles.

 

friedrich merz al bundestag foto lapresse

Innanzitutto ha precisato che il suo viaggio a Washington, previsto il 17 aprile, non è “in rappresentanza dell’Europa” ma un mero incontro tra Stati Uniti e Italia. Un’ovvietà, visto che la politica commerciale è di competenza dell’Unione, ma ammetterlo esplicitamente è un enorme passo avanti per la Reginetta di Coattonia.

 

L’incontro del 17 aprile si terrà quindi in un clima profondamente diverso dal blitz del 4 gennaio, quando Meloni volò a Mar-a-Lago per discutere con il tycoon della liberazione di Cecilia Sala dalla galera iraniana. Allora, la Ducetta volle indossare la divisa di “trumpiana doc”: adesso, dopo le mattane daziste delle ultime settimane, sarebbe suicida fare asse con il proprio carnefice.

 

L INCONTRO MELONI-TRUMP VISTO DA MANNELLI

In secondo luogo, ad aprire gli occhi a Giorgia Meloni è intervenuta una lunga telefonata, in inglese, con il cancelliere tedesco in pectore, Friedrich Merz. Un colloquio in cui il politico cristiano-democratico ha provato a offrire alla premier italiana una serie di considerazioni per farle mutare pelle.

 

Le ha detto senza mezzi termini che entrambi hanno in comune un pericoloso “nemico”: per Merz esterno al governo, le svastichelle di Afd, per la Meloni interno alla sua maggioranza, Matteo Salvini.

 

Da primi ministri, devono fronteggiare l’assalto di forze putiniane e turbo-trumpiane, ben confortate dal social del miliardario Elon Musk, sempre più minacciose per la stabilità e per l’economia del Vecchio Continente.

 

Per arginare le insidie dei rispettivi governi, Merz ha proposto alla Meloni di diventare, con Fratelli d’Italia, un puntello per la maggioranza all’Europarlamento, attualmente tenuta insieme dall’asse Popolari e Socialisti.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

Merz ha anche elencato alcuni punti delle 145 pagine di quello che sarà il suo programma da Cancelliere della Repubblica federale tedesca.

 

Sostegno indefesso all’Ucraina, alleanza di ferro con la Polonia in chiave anti-russa, e allargamento del gruppo Weimar (Germania-Francia-Polonia) a Italia, Spagna e, anche se è fuori dall'Ue, Gran Bretagna che dovrà porsi come direttorio guida dell’Unione e dare al Continente quella stabilità politica che con Trump, dopo 80 anni, è venuta a mancare con l'alleato a stelle e strisce.

 

Il pragmatico Merz, da navigato politico, ha provato a ingolosire Giorgia Meloni garantendole l’appoggio politico-economico della Germania se si dimostrerà una vera europeista, sostenendo la rotta tracciata da Ursula von der Leyen e supportata dall'asse franco-tedesco.

 

friedrich merz al bundestag foto lapresse.

La Ducetta, da un lato, ha ribadito al Cancelliere di essere un alleato affidabile, di essere dalla parte dell’Unione europea, rimarcando nello stesso tempo le difficoltà a gestire il guastatore trumputiano Salvini che, a differenza di Afd per Merz, è nella maggioranza di Governo con il ruolo di vicepremier.

 

Con questo carico di cultura del potere elargito e incassato dal prossimo Cancelliere, la premier volerà a Washington per incontrare il Caligola della Casa Bianca.

 

La postura della premier non potrà più essere quella della cheerleader, tutta moine e occhioni spalancati: le mosse di Trump stanno scavando non solo terrorizzando gli elettori di Fratelli d'Italia ma hanno aperto un solco profondo all’interno degli equilibri della maggioranza di governo in Italia, con Salvini ormai a fare guerriglia pro-Donald e anti-Ue creando più di un imbarazzo alla Meloni. I dazi, per quanto sospesi, restano una spada di Damocle sull’export e sull’economia italiana, legata indissolubilmente ai partner europei, in particolare tedeschi.

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

Senza contare che le ultime, indecenti, dichiarazioni del cowboy coatto della Casa bianca sui leader che lo chiamano per “baciargli il culo”, secondo la ricostruzione del “Corriere della Sera”, hanno “scioccato” Giorgia Meloni, al punto che pure il suo ex cognato Francesco Lollobrigida, secondo “Repubblica”, ha dovuto ammettere: “Non ho alcuna simpatia per le politiche di Trump”.

 

Come si comporterà a Washington e nelle prossime settimane la “meravigliosa leader” (copyright Trump) nei confronti della Casa Bianca? Riuscirà finalmente a pensare da Statista e non da leader di un partito d'opposizione, pensando al futuro del Paese e non solo alla sopravvivenza della maggioranza, appesa alle ubbie leghiste? Lo sapremo solo vivendo...

GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI

 

 

SALVINI PUTIN

 

trump salvinisalvini in versione trumpSALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN

 

MATTEO SALVINOV - MEME DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit

IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)