cappato fabo

LA GIUSTIZIA NON È MORTA - LA PM DEL CASO CAPPATO/DJ FABO: ‘MI RIFIUTO DI RICOPRIRE IL RUOLO DI AVVOCATO DELL’ACCUSA. IO SONO IL RAPPRESENTANTE DELLO STATO E LO STATO È ANCHE MARCO CAPPATO. SE FABIANO AVESSE AVUTO ANCHE SOLO 30 SECONDI PER MUOVERSI LIBERAMENTE AVREBBE MESSO FINE ALLE PROPRIE SOFFERENZE DA SOLO’, E CHIEDE L’ASSOLUZIONE

1.DJ FABO: PM CITA TOMMASO MORO,ANCHE ALLORA DIRITTO SCEGLIERE

 (ANSA) - Cinquecento anni fa "nella Città ideale (...) si diceva che se la sofferenza umana è intollerabile vi è un diritto a interromperla dietro il prudente controllo del sacerdote e del magistrato, dell'autorità religiosa e dello Stato".

 

tiziana siciliano

Ha citato anche l'umanista e filosofo inglese Tommaso Moro il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano nelle ultime battute della requisitoria svolta assieme al pm Sara Arduini e con cui è stata chiesta l'assoluzione dell'esponente radicale Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio e di aver rafforzato la sua volontà a morire per aver accompagnato Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, in una clinica svizzera dove nel febbraio 2017 ha messo in pratica il suo proposito di morire con la dolce morte. Il procuratore ha poi aggiunto che Tommaso Moro è stato "giustiziato per le sue idee ma poi fu santificato. Non voglio questo per Cappato, prima giustiziato e poi beatificato", ha detto augurandosi che non si arrivi prima a "una condanna e poi a una revisione del processo".

 

In uno dei passaggi iniziali del suo intervento ha affermato di "rifiutarsi" di ricoprire il ruolo di "avvocato dell'accusa. Io sono il rappresentante dello stato e lo Stato è anche Marco Cappato. Rappresento lo Stato laddove non è stata applicata la legge, ma qui è una cosa diversa". E più avanti "non voglio che i nostri ragionamenti siano interpretati come 'liberi tutti al suicidio'", visto in modo sfavorevole da tutti gli Stati e anche da "tutte le religioni, compresa quella musulmana" nonostante "vediamo attacchi di terroristi" kamikaze.

marco cappato

 

2.DJ FABO: PM, SE AVESSE POTUTO AVREBBE FATTO DA SOLO

“Se Fabiano avesse avuto anche solo 30 secondi per muoversi liberamente avrebbe messo fine alle proprie sofferenze da solo, per recuperare quella dignità che la malattia gli aveva tolto. Aveva bisogno di un braccio meccanico che operasse per lui". Questo uno dei passaggi più toccanti con cui il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano nella sua requisitoria ha chiesto, assieme al pm Sara Arduini, l'assoluzione per Marco Cappato dall'accusa di aiuto al suicidio in relazione alla vicenda di Dj Fabo.

 

Il pm, ricalcando la richiesta di archiviazione per l'esponente radicale respinta l'anno scorso dal gip Luigi Gargiulo, ha sottolineato nel suo intervento in aula che "qualunque diritto deve essere messo in bilanciamento"; che "il metro di valutazione è la dignità della vita e della morte"; che "il diritto alla dignità esiste".

dj fabo

 

Alla luce di questa impostazione, Tiziana Siciliano ha ribadito che "Cappato ha agevolato" dj Fabo "nell'esercizio di un suo diritto". "Diritto che fa sì che in determinate condizioni fisiche renda necessario che questa scelta venga portata a compimento. E se questa scelta, per impossibilità fisiche, richiede un aiuto, che questo aiuto venga dato". Inoltre, ha aggiunto il pubblico ministero, se Antoniani si fosse limitato a rinunciare alle cure sarebbe andato incontro a una "morte indegna", costringendo anche madre e fidanzata "a un trattamento inumano" in quanto "avrebbero assistito a una lunga e rantolante agonia".

 

Ma lui ha scartato questa possibilità perché - ha sottolineato il pm Arduini - non ha voluto far passare anche questo alla famiglia" e ha deciso di rivolgersi alla clinica 'Dignitas' vicino a Zurigo "ancora prima di conoscere Cappato". "Fabiano - ha concluso il pm - vedeva il suicidio assistito come una vittoria. La sua volontà di mettere fine alle sofferenze era fortissima".

 

MARCO CAPPATO

 

3.DJ FABO: DIFESA, CAPPATO LO HA AIUTATO A MORIRE CON DIGNITÀ

 (ANSA) - Marco Cappato ha solo "aiutato Fabiano Antoniani a non subire una grave sofferenza e a realizzare così la propria autodeterminazione" e dunque a mettere in atto la scelta di morire con dignità. Lo hanno sostenuto questo pomeriggio in aula dagli avvocati Massimo Rossi e Francesco Di Paola, che hanno chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste dell'esponente dei Radicali, imputato a Milano davanti alla Corte d'Assise per aiuto al suicidio in quanto ha accompagnato Dj Fabo, tetraplegico e cieco dopo un incidente, a morire in una clinica svizzera nel febbraio scorso.

 

I legali, che in subordine hanno chiesto come la Procura di eccepire l'incostituzionalità dell'articolo 580 del codice penale, hanno sottolineato che il suicidio assistito era "l'unica strada" consentita al 40enne per "affrancarsi dalle sofferenze altrimenti date dall'interruzione delle cure", che avrebbero comportato un'agonia. E ancora: "il suo stato di salute infatti lo costringeva a una totale immobilità, condizione che gli impediva di accedere a questa soluzione autonomamente". Secondo i difensori, nel processo viene "perseguito l'aiuto dato a Fabiano affinché raggiungesse la sua piena autodeterminazione".

DJ FABO

 

Inoltre, secondo gli avvocati, dalle condotte di Cappato manca "il principio di offensività che prevede qualunque reato" e in esse non è presente "la cosciente volontà di offendere che costituisce l'essenza del dolo". E ancora: "Non siamo in presenza, né lo si vuole qui affermare, di un diritto al suicidio. Vogliamo invece ribadire che esiste il diritto per tutti i cittadini ad avere una dignità e non essere sottoposti a condizioni degradanti".

DJ FABO

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