migranti

GLI SPIETATI – GLI INGLESI PUNIRANNO CON 5 ANNI DI GALERA CHI OSPITA CONSAPEVOLMENTE IMMIGRATI IRREGOLARI – E INTANTO OGNI SERA A CALAIS SI COMBATTE LA GUERRA PER GLI IMBARCHI CLANDESTINI, TRA MANGANELLATE E SPRY URTICANTI

1.MIGRANTI,ORA CAMERON SCEGLIE LA LINEA DURA MA È LITE CON LA FRANCIA

Vincenzo Nigro per “la Repubblica

 

La Gran Bretagna ha lanciato la sua caccia ai migranti irregolari, ma il vero problema ce l’ha la Francia, che non riesce a gestire alcune migliaia di disperati al confine di Calais. A Londra il governo Cameron ha proposto una legge che verrà varata (forse) nei prossimi mesi: permette ai proprietari di casa di sfrattare senza attendere l’ordine del giudice gli inquilini clandestini, e punisce anche con 5 anni di carcere i proprietari di abitazioni che li ospitano consapevolmente.

CALAIS MURO ANTI IMMIGRATI CAMERON CALAIS MURO ANTI IMMIGRATI CAMERON

 

Una misura dura ma nei fatti inutile, perché i migranti, quando arrivano si presentano quasi sempre alle autorità per chiedere asilo ed essere assistiti secondo le leggi del Regno. E al massimo si fanno ospitare dai parenti che li attendono. Il vero problema in queste ore per il governo è invece la fila di migliaia di camion che occupano le strade verso l’Eurotunnel e verso i porti per la Francia, rallentati dagli scioperi dei traghettatori francesi.

 

Un imbuto che sta bloccando i traffici commerciali, ma che in pochi giorni molte linee di trasporti hanno bypassato scegliendo altri punti di imbarco. Tutti problemi amplificati dalla stampa popolare e di destra e dai politici xenofobi. Ieri il Daily Telegraph ha pubblicato un ampio servizio su alcuni immigrati spediti a un centro di assistenza a Londra in taxi al prezzo di 140 sterline «a spese del contribuente». E mentre altri giornali invocano l’utilizzo dei gurkha, i soldati asiatici dell’esercito britannico, il lavoro più concreto lo sta facendo la ministra dell’Interno Theresa May col suo collega francese: rafforzare le recinzioni alla partenza di Calais, raddoppiare il personale e gli strumenti di sorveglianza.

calais clandestini in transito  9calais clandestini in transito 9

 

 Chi non ha imbarazzo a denunziare il clima di allarmismo esagerato è il ministro dell’Immigrazione svedese Morgan Johansson, uno dei paesi in Europa che ha dimostrato non solo apertura, ma anche la massima capacità di gestire e integrare in maniera ordinata gli immigrati. La Svezia accetta 1200 migranti alla settimana, ha detto il ministro, e voi siete in crisi per poche centinaia in un mese, «dovete fare molto di più per gestire il fenomeno».

 

calais clandestini in transito  8calais clandestini in transito 8

E la Germania proprio ieri ha fatto sapere che nel 2014 ha toccato il record di quasi 11 milioni di residenti con un passato “migratorio”. Un problema collaterale, ma assai delicato, è il crescente clima di fastidio per gli stranieri. Partiti come l’Ukip e altri gruppi nazionalisti dopo aver fatto apertamente campagna contro polacchi e romeni adesso indicano tutti i “migranti” dell’Unione europea come pericolosi profittatori del welfare britannico. Nel frattempo si continua a morire per inseguire il sogno di una fuga dal proprio paese. Come è accaduto ieri a un giovane marocchino di 27 anni che ha tentato di entrare in Spagna chiuso in una valigia. Il ragazzo però è morto soffocato poco prima di arrivare sulla costa spagnola. L’allarme è stato lanciato dal fratello, arrestato dalla polizia.

 

2. MANGANELLI E GAS URTICANTE: LA “GUERRA” INFINITA TRA POLIZIOTTI E DISPERATI

Daniele Mastrogiacomo per “la Repubblica

calais clandestini in transito  5calais clandestini in transito 5

 

Ha gli occhi rossi. Il viso pieno di macchie. Se le gratta. Ma gli amici, i connazionali, sudanesi e etiopi, lo rimproverano. «Lascia perdere, non ti toccare». Arriva una ragazza, Lucille, volontaria di una ong. È un’infermiera. «Ecco, prendi questa. Passala sulla faccia». Salan, 30 anni, ingegnere informatico oggi immigrato, esegue l’ordine. Si spalma la crema sulle macchie che rischiano di diventare piaghe. Si calma, respira piano. «Gas - dice con un filo di voce - gas urticante. Ce lo sparano addosso». Chi gli sta attorno annuisce. Mehemet, 28 anni, commerciante del Darfur, rifugiato in attesa di un permesso che non arriva mai, ci mostra le mani: «Hanno colpito anche me. Ho alzato le braccia per proteggermi il viso. Lui non ci è riuscito».

 

calais clandestini in transito  40calais clandestini in transito 40

È tardo pomeriggio. Coquelles è un piccolo borgo che sorge tra i campi profughi, il porto di Calais e l’entrata dell’Eutotunnel. La gente non protesta. Assiste, seria e preoccupata, a quella che è diventata ormai una caccia all’uomo. La luce, a queste latitudini, d’estate è ancora forte. Ma tra qualche ora calerà il sole e la battaglia ricomincerà. Resistenza passiva, con improvvise fughe verso le reti metalliche alte dieci metri e sormontate da filo spinato. Alcuni tratti sono stati elettrificati. Chi li tocca rischia di morire.

 

La scena si ripete da settimane. Ma è negli ultimi quattro giorni che la grande fuga verso l’Inghilterra ha assunto le forme di una guerriglia. Londra e Parigi hanno deciso la linea dura. Tolleranza zero nei confronti di chi cerca di passare clandestinamente le frontiere e per chi ospita uomini e donne senza documenti in regola. Ci hanno provato in 1700 domenica, 1200 sabato, 700 venerdì, 800 il giorno prima.

 

calais clandestini in transito  38calais clandestini in transito 38

I “flic”, i poliziotti in tenuta antisommossa, li attendono ogni sera. «Con il buio facciamo le prime incursioni », racconta un agente che si riposa attorno ad un furgone assieme ai colleghi. «Servono a dissuadere i preparativi. Andiamo nei campi, controlliamo i documenti, li invitiamo a partire. Sappiamo anche che è inutile. In fondo li capisco: non hanno molta scelta. Ma la legge è legge e noi dobbiamo farla rispettare ». La legge, nella guerra contro gli immigrati, significa usare ogni strumento per impedire l’assalto al tunnel della Manica. Accade ogni sera. Anche adesso.

 

calais clandestini in transito  36calais clandestini in transito 36

Gracchia la radio, c’è ordine di muoversi. L’atmosfera diventa improvvisamente tesa. I poliziotti si vestono. Indossano tute con le protezioni. Niente caschi, ci si muove più agili. Basta il manganello e una bomboletta spray. Di quelli urticanti. Sfilano lungo la rete di metallo che divide la foresta dall’ingresso verso il porto e la ferrovia. I migranti spuntano nel buio. Restano a distanza. Intonano canzoni: dolci melodie piene di tristezza. Più tardi, tra i feriti, ci diranno che raccontano storie di viaggi e di sogni infranti. Cantano e lanciano slogan. Poi, a turno, scandiscono dieci nomi: sono quelli degli uomini, delle donne e dei bambini rimasti uccisi dall’inizio dell’anno. Travolti dai camion nei quali cercavano di salire, dai treni merci su cui erano saltati in corsa, dalle macchine sull’autostrada A16 che li hanno falciati come fantasmi apparsi dal nulla.

 

calais clandestini in transito  35calais clandestini in transito 35

Di colpo, un urlo. Per farsi coraggio: a centinaia salgono la collina di terra e ghiaia, scivolano, si aggrappano con le mani, si spingono, si calpestano. Qualcuno cade, rotola in basso, si rialza, fa leva con le braccia, urla ancora per lo sforzo. Molti hanno saltato la rete, alcuni la sollevano per far passare i più deboli: i vecchi, le donne, i bambini. Dall’altra parte i poliziotti attendono l’ondata. Nervosi, tesi, il manganello in mano, la bomboletta nell’altra.

 

Sembra di assistere a una partita di rugby: gli immigrati, snelli e veloci, che corrono a serpentina e con la forza d’urto sfondano il cordone di poliziotti. Gli agenti li bloccano, li placcano, finiscono a terra con le loro prede accecate dai gas urticanti. Solo una decina viene fermata. Gli altri si sparpagliano tra le rotaie, montano al volo sui treni, spariscono dentro e sotto i camion, si perdono in quel buco nero che vedo- no davanti a loro come una salvezza. Gli agenti sparano i gas lacrimogeni, la folla che si accanisce sulla rete arretra, si allontana, scivola sulla collina di ghiaia travolgendo chi c’è dietro.

 

calais clandestini in transito  33calais clandestini in transito 33

Ci sono migliaia di camion fermi da 12 ore. Una fila di 5 chilometri. Le operazioni di imbarco sono lunghe e complesse. Le telecamere a circuito chiuso, i sensori di calore, gli scanner, i cani: non passa uno spillo. Un gruppo di 50 immigrati blocca la grande arteria. Torna a cantare, a urlare i motivi della loro battaglia. Sono stanchi, stravolti, ma non demordono. All’alba arriva l’ordine di caricare. Sono presenti anche giovani dei centri sociali. La scaramuccia è veloce ma violenta.

 

calais clandestini in transito  31calais clandestini in transito 31

Un agente sanguina al capo, è stato colpito da un sasso. Un immigrato, un sudanese, viene fermato. Gli altri, un centinaio, sono già nel tunnel. Niente treno. Questa volta lo attraversano a piedi: 39 chilometri. Troppi. Li fermano, qualcuno si nasconde in qualche anfratto. Viene scoperto. Riportato indietro. Il traffico è interrotto. Ci vorrà l’intera giornata per smaltire la fila dei camion in attesa. Domani si ricomincia.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…