GLI 007 DI WALL STRETT METTONO RENZI SOTTO OSSERVAZIONE - GLI SQUALI DI NEW YORK SCRUTANO PASSO PASSO LE MOSSE DEL SEGRETARIO PD - LE GRANDI BANCHE D'AFFARI SI DIVIDONO

Francesco De Dominicis per "Libero"

Wall Street scruta Matteo Renzi. Ma il nuovo segretario del Partito democratico divide i giganti della finanza. Da una parte Morgan Stanley, che fa «accomodare in casa» possibili nuovi ministri del leader Democrat. Dall'altra Merrill Lynch, convinta che lo stesso Renzi perda tempo a vantaggio del Movimento 5 Stelle.

Il numero uno dei democratici è un osservato speciale degli «squali» di New York: da settimane, ormai, ha gli occhi addosso dei big Usa. Programmi, dichiarazioni e posizoni del sindaco di Firenze sono sistematicamente passati ai raggi X dagli analisti. Non è una novità: rischi e scenari politici, del resto, spostano gli equilibri nelle scelte d'investimento.

Tuttavia, due tra le più grandi banche d'affari mondiali, come accennato, sembrano avere opinioni diametralmente opposte sulle prospettive politiche del sindaco di Firenze, da poche settimane alla guida del Pd. Morgan Stanley pare guardare con un certo favore al leader Democrat. Il numero uno in Italia della major statunitense, Domenico Siniscalco, è in stretto rapporto con Piero Fassino.

E con il sindaco di Torino, che ha sostenuto Renzi nelle primarie del Pd, l'ex presidente di Assogestioni non condivide solo le origini piemontesi. Proprio Siniscalco ha appena spalancato le porte dell'advisory board di Morgan Stanley a Lorenzo Bini Smaghi. L'ex «consigliere» della Banca centrale europea è considerato uno dei possibili candidati alla poltrona di ministro dell'Economia qualora il segretario Pd riuscisse a conquistare Palazzo Chigi.

Non solo. Il nome dello stesso Bini Smaghi e quello di Siniscalco circolano da alcuni giorni come eventuali sostituti (in «quota Renzi») nell'ipotesi in cui l'attuale inquilino di via Venti Settembre, Fabrizio Saccomanni, dovesse rassegnare le dimissioni.

Insomma, Morgan Stanley sta «allevando» uno dei possibili candidati a diventare ministro dell'Economia nel caso in cui Renzi dovesse vincere le prossime elezioni politiche e diventare presidente del consiglio. Nella banca americana guidata nei nostri confini da Siniscalco, peraltro, si è fatto le ossa Davide Serra (poi diventato fondatore e partner del fondo d'investimento Algebris), il finanziere italiano che vive a Londra e che, durante le primarie del Pd, organizzò a Milano una cena di finanziamento per Renzi. Intrecci e legami che ricorrono, anche se, va detto, da parte del colosso Usa non esiste, agli atti, alcun endorsment esplicito nei confronti del segretario Pd.

Un altro player mondiale, invece, ha più di una perplessità rispetto al cammino di Renzi. Merrill Lynch ha messo nero su bianco, in un documento riservato che circola fra gli operatori finanziari, tutti i dubbi sul numero uno dei democratici. Il rapporto «Italy economic viewpoint, Renzi versus the economy» sostiene che il sindaco di Firenze dia priorità alle riforme istituzionali e non a quelle economiche: un atteggiamento che potrebbe spingere l'elettorato verso movimenti «percepiti come più attivi nel rispondere al malessere» delle persone.

Nell'analisi, si fa riferimento alla Lega Nord e Forza Italia, ma è il Movimento 5 Stelle del «famoso comico» Beppe Grillo ad avere le carte in regola, secondo Merrill Lynch, per scippare voti a Renzi e superare il 30% dei consensi.

 

renzi in collegamento da otto e mezzo con dietro la foto di mandela e napolitano matteo renzi a otto e mezzo da lilli gruber Maria Elena Boschi davanti a Palazzo Ruspoli a Firenze resize DAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA MORGAN STANLEY

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