GLI ULTIMI GIORNI DI FORMIGONI - IL VERGINE CELESTE CONTESTATO A MILANO: FISCHI, URLA E UN INVITO RIPETUTO: "VAI A CASA" - LA SENTENZA CONTRO GLI AMICI CIELLINI VILLA E PEREGO - SUI CONTI SVIZZERI DELL’ORGANIZZATORE E TESORIERE DELLE CAMPAGNE ELETTORALI DI FORMIGONI SONO AFFLUITI PIÙ DI 800 MILA DOLLARI PAGATI DA ALENIA DI FINMECCANICA (OLTRE A 700 MILA VERSATI DA COGEP)…

1- FORMIGONI CONTESTATO A MILANO - URLA IN PLATEA: "VATTENE A CASA"
Repubblica.it

Fischi, urla e un invito ripetuto: "Vai a casa". Forte contestazione al teatro Dal Verme a Milano per il presidente della Regione Lombardi, Roberto Formigoni. Tutto è cominciato quando il governatore ha preso la parola sul palco per illustrare i progetti relativi alla riqualificazione della Darsena e alle vie dell'acqua nell'ambito del progetto Expo. Appena il presidente ha cominciato a parlare, dalla platea si sono levati fischi e inviti a lasciare il teatro. Una contestazione che si è allentata solo qualche istante quando Formigoni ha nominato il sindaco Giuliano Pisapia: al suo nome il pubblico ha applaudito, salvo poi riprendere a contestare il governatore.

"L'Expo riuscirà nella misura in cui sarà opera comune e luogo di tutti", ha replicato Formigoni ai contestatori. "Le istituzioni hanno fatto e stanno facendo con grande determinazione uno sforzo per dare al mondo l'immagine di un'Italia unita, di una Lombardia unita e di una Milano unita sulla via ldell'Expo. Evitiamo qualunque faziosità perché questo significherebbe rovinare l'immagine dell'Expo".

Il governatore è stato fischiato quando, subito dopo l'avvio dello spettacolo, è stato invitato sul palco per pronunciare una breve presentazione. Un'interruzione che per qualcuno può aver determinato la contrarietà della platea. Ma il governatore non ne fa un problema: "lo spettacolo prevedeva questo copione. Nessun errore tecnico. Ciascuno ha avuto la sua parte".

Poi, prima di lasciare il teatro, Formigoni ha ribadito: "C'è qualcuno che vuole faziosamente impedire che l'Expo riesca e l'Expo riuscirà nella misura in cui sarà uno sforzo di tutti. Le istituzioni stanno facendo lodevolmente la loro parte, la collaborazione sia con il governo che con il Comune di Milano è molto positiva. Evitiamo che qualche fazioso cerchi di rompere questo clima".

2- LA SENTENZA CONTRO VILLA E PEREGO GETTA ALTRE OMBRE POLITICHE SUL PRESIDENTE DELLA REGIONE
di Gianni Barbacetto per Il Fatto


La condanna inflitta a due uomini di Comunione e liberazione molto vicini a Roberto Formigoni aggiunge una nuova, ulteriore ombra politica sulle attività del presidente della Regione Lombardia. È stata depositata ieri la sentenza, datata 1 febbraio, che infligge ad Alberto Villa e Alberto Perego una condanna a quattro mesi ciascuno, più il pagamento delle spese processuali, per false dichiarazioni al pubblico ministero: Villa e Perego hanno mentito sui conti riferibili al gruppo dei Memores Domini a cui appartiene anche Formigoni.

Una piccola pena, ma con motivazioni durissime: appare "desolante l'atteggiamento menzognero adottato nei confronti della pubblica autorità", scrive il giudice della settima sezione penale del tribunale di Milano Mauro Gallina, "da persone appartenenti ad ambiti sociali portatori di elevati ideali".

Perego è l'organizzatore e il tesoriere delle campagne elettorali di Formigoni. Villa fa parte, come Perego e come Formigoni, dei Memores Domini, il "Gruppo Adulto" di Comunione e liberazione in cui si entra facendo voto di castità, obbedienza e povertà. Entrambi hanno mentito sui soldi: interrogati nel 2006, come persone informate sui fatti, durante l'inchiesta Oil for food condotta dal pm della procura di Milano Alfredo Robledo.

Per quell'indagine è stato condannato in primo grado (e poi salvato dalla prescrizione) Marco Giulio Mazarino De Petro, il braccio destro di Formigoni che teneva i rapporti con l'Iraq di Saddam Hussein. La sentenza gli addebita di aver incassato tangenti dalla Cogep, l'azienda italiana a cui Formigoni aveva fatto ottenere le forniture petrolifere irachene.

Durante le indagini, Perego aveva affermato di non aver "mai usato per i suoi affari" la società Candonly; di non aver "mai avuto rapporti di nessun tipo con la Alenia Marconi Systems" (gruppo Finmeccanica); di non avere "alcun conto in Svizzera con la denominazione Paiolo", né altri conti in Svizzera e all'estero; di non aver "mai di fatto utilizzato" la Fondazione Memalfa, basata a Vaduz.

Invece è risultato che Perego è il beneficiario del conto Paiolo, acceso presso la Banca della Svizzera italiana; che sui conti di Candonly sono affluiti più di 800 mila dollari pagati da Alenia (oltre a 700 mila versati da Cogep); e che sul conto Paiolo sono finiti, nel 2001, i soldi della fondazione Memalfa.

Questa, vera e propria "cassa comune" del gruppo dei Memores, era stata creata "per costituire una riserva di fondi fuori dall'Italia". Anche Villa ha mentito: sulla provenienza dei 10 mila euro da lui versati a De Petro, che li ha poi buttati nel tesoretto usato nel 2002 per comprare Obelix, la barca di cui risulta proprietario Formigoni, insieme a De Petro e a un gruppo di appartenenti ai Memores .

Villa dichiara al pm di non ricordare bene il suo versamento (strano, per un insegnante "con uno stipendio di poco superiore ai mille euro", osserva il giudice). Dice che i 10 mila euro provengono dal suo conto bancario. Poi precisa di averli invece prelevati in contanti "da una cassetta di legno (una di quelle che contengono le bottiglie di whisky)". Credeva fossero la sua quota per la barca, salvo scoprire dal pm che non era tra i proprie-tari (caso unico di non-proprietario "a sua insaputa").

Resta dunque impenetrabile, scrive il giudice, la "permanente nebulosità circa i reali motivi che ne hanno determinato la condotta". Ma ora, dopo la condanna ai suoi due amici, Formigoni, che a loro differenza ha responsabilità politiche davanti agli elettori, potrebbe spiegare che cosa è davvero successo attorno a Obelix, a Candonly, a Paiolo, a Memalfa.

 

 

MASSIMO PONZONI E ROBERTO FORMIGONIFORMIGONI DOSSIER ROBERTO FORMIGONI NELLA FOTO PICCOLA FRANCO NICOLI CRISTIANI ROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALEroberto formigoni e franco nicoli cristianiFORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'Alfredo RobledoGiuseppe Orsi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…