LA MINETTI È IN UNA SCOMODA POSIZIONE (GIUDIZIARIA) - GLI ULTIMI SVILUPPI DEL RUBY-GATE, FANNO EMERGERE COME L’AFFIDAMENTO DI RUBY RUBACAZZI ALLA MINETTI FU SOLO DI FACCIATA - L’ODALISCA MAROCCHINA FINì A CASA DI MICHELLE CONCEICAO CHE LA COSTRINGEVA A PRATICHE SESSUALI CON I SUOI CLIENTI, COME “SPOGLIARSI E FARSI TOCCARE DA LORO” E POI AVEVA TENTATO DI STRANGOLARLA CON IL GUINZAGLIO DEL CANE - LA SERA DELLA LITE RUBY DISSE A UN POLIZIOTTO CHE “AVREBBE POTUTO CHIAMARE BERLUSCONI PER CHIEDERGLI AIUTO”…

Da "Lettera43.it"

Nicole Minetti ha messo in pericolo Ruby 'rubacuori'. È questo l'ultimo sviluppo del processo a carico di Silvio Berlusconi che vede coinvolte la consigliera regionale e la ragazza marocchina. Secondo Massimiliano Ranaldi, il sovrintendente di polizia che intervenne il 5 giugno 2010 per sedare la lite tra Ruby e la sua coinquilina brasiliana Michelle Coincecao, la Minetti «si era resa inottemperante alla gestione della minore determinando una situazione di pericolo».

Il poliziotto, rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Sangermano, ha spiegato quali fossero quel giorno le diposizioni impartite dalla procura dei minori. Ruby, che dopo la lite era finita alla clinica pediatrica De Marchi, «doveva essere prima affidata ai medici dell'ospedale poi a una comunità e non alla Minetti perché si era resa inottemperante alla gestione della minore determinandone una situazione di pericolo. Ci fu il diniego assoluto di affidamento della minorenne alla Minetti».

AFFIDO «FORMALE»
Alle 2 di mattina del 28 maggio 2010, in seguito all'intervento della Presidenza del Consiglio e all'asserita parentela della ragazza con l'ex rais egiziano Hosni Mubarak, Ruby, trattenuta in Questura per via di un furto, venne 'rilasciata' e affidata a Nicole Minetti che si era presentata come «consigliere ministeriale».

Dalle deposizioni della scorsa udienza era emerso che l'affido a Minetti fu solo «formale» e che la minorenne, in realtà, andò a dormire nell'appartamento di via Villoresi dove era ospite di Michelle Coincecao. Antonio Leanza, un altro dei poliziotti che intervennero verso le 6 di mattina in via Villoresi per la lite Ruby-Coincecao, ha svelato che la ragazza marocchina gli disse che «avrebbe potuto chiamare il presidente per chiedergli aiuto».

Leanza ha raccontato che quando portò Karima El Marough alla clinica De Marchi, la ragazza in stato di agitazione e di difficoltà gli aveva confidato di «una certa sua conoscenza con un certo presidente, una persona importante» e gli disse che «lo avrebbe potuto chiamare per un aiuto».

COSTRETTA A PRATICHE SESSUALI
Nel ripercorrere l'intervento per sedare la lite, il poliziotto ha spiegato non solo che Ruby gli aveva raccontato che la Coincecao la costringeva non a rapporti sessuali ma «a pratiche sessuali con i suoi clienti», come «spogliarsi e farsi toccare da loro», ma che quel giorno di giugno il pm minorile vietò tassativamente che la minorenne venisse riaffidata alla consigliera regionale Nicole Minetti, a differenza di quanto era accaduto nella notte tra il 27 e 28 maggio precedente quando la ragazza venne trattenuta in Questura e 'rilasciata' dopo una telefonata della presidenza del Consiglio.

AGGREDITA CON UN MOCHO
Inoltre, quando finì in ospedale dopo il violento litigio con la Coincecao, Ruby disse che «la brasiliana l'aveva prima aggredita con un 'mocho' e poi aveva tentato di strangolarla con il guinzaglio del cane».

Lo ha raccontato in aula Gennaro Marisiglia, uno dei poliziotti che quel giorno 'piantonarono' la ragazza finita in ospedale con «graffi, lividi e un segno sul collo» dopo la lite. Dalle deposizioni dei poliziotti del commissariato di Taormina, è emerso che gli accertamenti sull'identità di Ruby a casa dei genitori in Sicilia e la verifica sulla sua asserita parentela con l'ex rais egiziano Mubarak furono effettuati un paio d'ore dopo l'affido della giovane alla Minetti. Il processo è stato aggiornato al prossimo 9 marzo.

 

RUBY DA CHIRUBY a SILVIO BERLUSCONINicole Minetti Michelle Conceicao dos Santos mubarak

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