1. “NON BISOGNA SPECULARE SULLA TRAGEDIA!” DICONO LE BADANTI DEL POLITICAMENTE CORRETTO. MA NON È COSÌ. ANCHE DI FRONTE AI CADAVERI MESSI IN FILA DI LAMPEDUSA, ANZI, PROPRIO DI FRONTE AI CADAVERI MESSI IN FILA, BISOGNA PARLARE DI POLITICA 2. E ALLORA DICIAMOLO CHE HANNO FATTO LA GLOBALIZZAZIONE SBAGLIATA. C’È LA PIENA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI, MA NON C’È LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO DELLE PERSONE 3. LE PERSONE SONO SOLO E UNICAMENTE FORZA LAVORO. IL LAVORO È UNA MERCE. LE PERSONE SONO DIVENTATE MERCI SOGGETTE A DAZI, CONTINGENTAMENTI, PROIBIZIONISMI, MERCATO NERO E TRAFFICI VARI. LEGGE “TURCO-NAPOLITANO” O “BOSSI-FINI” POCO CAMBIA

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. SI', IL DIBATTITO SI'
"Non bisogna speculare sulla tragedia!" dicono le badanti del politicamente corretto. Quindi cattiva la Sega Nord che attacca il duo Kyenge-Boldrinmeier. Buona la ministra che annuncia nuove leggi su immigrazione e diritto d'asilo. Buonissimo Re Giorgio che dice la sua e si mette in scia al papa.

Ma non è così. Anche di fronte ai cadaveri messi in fila, anzi, proprio di fronte ai cadaveri messi in fila, bisogna parlare di politica. E allora diciamolo che hanno fatto la globalizzazione sbagliata. C'è la piena circolazione delle merci, ma non c'è la libertà di movimento delle persone. Le persone sono solo e unicamente forza lavoro. Il lavoro è una merce. Le persone sono diventate merci soggette a dazi, contingentamenti, proibizionismi, mercato nero e traffici vari. Legge "Turco-Napolitano" o "Bossi-Fini" poco cambia.

La logica di un bambino basta e avanza per capire che non si separano i diritti di una donna o di un uomo dalle sue gambe. Non puoi avere i piedi piantati in un Cie-Cpt e la normazione dei tuoi diritti a migliaia di chilometri di distanza. Vuol dire disarticolare un essere umano. In una parola, è dis-umano.

2. E MAGARI IL PAPA SI', MA I TROMBONI INVECE NO
Allora, eccovi intanto le parole di Bergoglio, che fa politica anche lui ma ad altissimo livello. Cioè ha le idee chiare e quindi parla chiarissimo: "La crisi mondiale è un sintomo grave della mancanza di rispetto per l'uomo e per la verità con cui sono state prese decisioni da parte dei governi e dei cittadini. Non sono solamente i principali diritti civili e politici che devono essere garantiti, ma si deve anche offrire a ognuno la possibilità di accedere effettivamente ai mezzi essenziali di sussistenza, il cibo, l'acqua, la casa, le cure sanitarie, l'istruzione e la possibilità di formare e sostenere una famiglia" (Repubblica, p. 3).

Basterebbe fermarsi qui, ma abbiamo il gusto dell'orrido, quindi ecco alcune segnalazioni in ordine sparso. L'idiozia lecchina di questo catenaccio in prima su Repubblica: "Il dolore del Papa e di Napolitano: un orrore". Ci spiace, ma non sono due persone sullo stesso livello. La contraddizione palese in cui cade la ministra Kyenge: "Su quel barcone avrei potuto esserci io e adesso cancelliamo la Bossi-Fini. Che tristezza speculare sulla tragedia" (Repubblica, p. 9).

Ecco appunto. Il grande ‘Estikazzi!" che si leva alla lettura de "L'abbraccio di Alfano al sindaco che ripete: ‘Siamo Italia anche noi" (Corriere, p. 5). E infine l'inno all'autoreferenzialità del giornalista di questo pezzo di Domenico Quirico sulla Stampa: "Io di nuovo sul molo della morte" (p. 1).

3. NANO DECADENCE
Non sa più che pesci pigliare, il Sultanino di Hardcore. E la nuova Dc dei quarantenni mannari se lo vuole mangiare pezzo a pezzo. Con rispetto e simpatia personale, naturalmente. Su Repubblica, "La rassegnazione del Cavaliere. ‘Basta, lascio il partito ad Angelino'. Nuovo faccia a faccia ieri mattina. ‘Dimettiti da senatore'. L'ex premier offre la ‘testa' di Verdini e Santanchè e i due guidano la rivolta dei cento ‘lealisti'" (Repubblica, p. 13). Nell'ora del bisogno e del bisognino volano anche stracci e mutandine: "E la Pascale litiga con Verdini: ‘Vai via subito da casa mia'.

La fidanzata del Cavaliere sbotta per le continue riunioni a palazzo Grazioli" (Repubblica, p. 15). Con tutti quei summit notturni gli perturbano il Pompetta. Sul Corriere, "L'appello di Marina: preservare l'unità del partito. La figlia del Cavaliere e presidente Fininvest: ‘Impegnarmi direttamente? Ho già smentito più volte'. ‘Esercitarsi per restare insieme. Mio padre non è patrimonio né dei falchi né delle colombe" (p. 13).

Ha ragione Marina. Con quel che ha speso in lifting, capelli e pompette, paparino è ormai un patrimonio dell'umanità. Sulla Stampa, esercizi di bella scrittura intorno al catafalco: "Stressato e fragile. Finale di partita amaro per il Cavaliere stanco. Chi gli è vicino lo descrive incline alla lacrima e smarrito. Con un unico punto fermo da difendere: l'unità del partito" (p. 11).

4. ULTIME DA SALO'
Dio ci conservi la fantasia e il coraggio della Banda Sallustioni, asserragliata nella ridotta del Giornale fratello. Oggi si sogna con "Lo zampone della Merkel dietro le telefonate per dividere in due il Pdl. La chiacchierata con Letta e il mistero di quella con Alfano: l'Ue vuole eliminare il Cav scatenandogli contro il partito. Giovanardi si tradisce: la Cancelliera non vuole Forza Italia nel Ppe" (p. 2). Ma povero appuntato Giovanardi. Lui è uno che si tradisce da quando è nato.

5. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Il Rottamatore fiuta aria di pentapartito e di pensione anticipata per se stesso. E allora prova a uscire dall'angolo. Per il Giornale, "Renzi incalza Letta: governa, non hai più alibi. Il sindaco e Cuperlo d'accordo contro l'ipotesi di larghe intese perpetue. La mancata scissione del Pdl mette il premier in difficoltà" (p. 6). Renzie avviato sulla strada di Mariotto Segni?

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Passata la sbornia della fiducia, resta il mal di testa delle tasse. "Casa, si rischia di pagare la seconda rata dell'Imu. La copertura al momento non è prevista nella manovra. Servono 1,6 miliardi per riportare il deficit sotto il 3%" (Corriere, p. 19). "Manovrina subito, poi l'Imu. Moody's accende un faro sui conti italiani: a rischio la ripresa". "Potere d'acquisto in caduta del 4,7%. Mai così in basso dal ‘90" (Sole 24 Ore, p. 1).

Poi passa il Messaggero e sparge governismo senza limitismo: "Tagli e lavoro, manovra da 10 miliardi. Prima la stretta sul deficit 2013, con i risparmi dei ministeri. Poi la legge di stabilità con le risorse della spending review. Per ridurre il cuneo fiscale si punta ad una busta paga più pesante per i dipendenti a giugno del prossimo anno" (p. 9).

7. IL CAPOLAVORO TOTALE DEI NO-TAV
La Torino-Lione per le merci è una puttanata galattica, con costi gonfiati e stime di traffico sbagliate (per tutti, si vedano i calcoli del professor Marco Ponti, del Politecnico di Milano). In più, hanno militarizzato i cantieri, ideologicizzato un mero spreco di denaro pubblico e asservito pletore di politici e giornalisti.

Insomma, le buone ragioni per combattere quel super-treno non mancano, ma come sempre la violenza manda tutto in vacca e adesso si scherza davvero con il fuoco. La notizia è questa: "Bomba a La Stampa, poteva uccidere. Hard disk con 120 grammi di esplosivo recapitato a un cronista: nella rivendicazione si cita l'alta velocità" (Stampa, p. 14).

E' solo l'ultimo episodio di violenza. E sarebbe il caso di ragionarci un attimo. Caro no-tav, se non ti piace un giornale e sei un vero libertario, non sfasci la redazione. Semplicemente non compri più quel giornale. Se non ti piace quello che scrive un cronista, se pensi che sia un velinaro della Digos o un cantore sciocco della "Grande Opera", come direbbe Caparezza, non lo gonfi di botte.

Confuti le sue tesi sul web e fai contro-informazione. Se pensi che un magistrato stia prendendo provvedimenti liberticidi e tenti di criminalizzare il dissenso, magari solo per sentirsi un po' più giovane, non lo vai a contestare in giro per l'Italia impedendogli di parlare. Organizzi una buona rete di avvocati generosi e con le palle e aiuti chi ci va di mezzo ad avere un giusto processo.

Le bugie vanno smontate con le parole, non con l'esplosivo. Solo che per farlo occorre avere la testa. E possibilmente tenerla sulle spalle. Ok, sembra una predica, ma non vuole esserlo. E' solo che i curatori di questa modesta rassegna hanno visto troppi ragazzi avere ragione e perdere la testa. Per la gioia di tanti pezzi di m. in doppio petto.

8. TELECOM-MEDIA
Avendo fatto proprio un gran buon lavoro, come sanno bene migliaia di piccoli azionisti Telecom, Bernabebè viene naturalmente premiato per "aver creato valore". Repubblica: "Bernabè lascia Telecom Italia. Minucci prende la presidenza. Buonuscita da 6,6 milioni. Dissidi tra i consiglieri. ‘Poco supporto dai soci Telco e dalle istituzioni. Lascio per evitare la paralisi" (p. 28).

Sarà anche nato a Vipiteno, ma è proprio un arci-italiano "chiagne e fotte". Del resto perfino il Sole 24 Ore lo concia così: "Gestito il debito ma non la Borsa. Il bilancio di sei anni. Otto miliardi di indebitamento in meno con un titolo passato da 2,3 a 0,64 euro" (p.1 secondo dorso). Completamente ribaltata la visione del Cetriolo Quotidiano: "Bernabè sbatte la porta e lascia la Telecom nel caos. Le dimissioni date al cda con un duro atto di accusa contro gli azionisti (spagnoli e italiani) di Telco. Nuove ipotesi di intervento dello Stato" (p. 13).

9. FREE MARCHETT
Sul Corriere si spende personalmente un vicedirettore per vergare il seguente pezzo: "Letizia Moratti: ‘Cambiare la legge sul non profit'. L'ex ministro dobbiamo cercare di avvicinare la buona finanza e le imprese sociali. ‘Ci sono prestazioni che lo Stato fatica ad erogare e che si possono garantire solo con le imprese di volontari" (p. 31). Lo scopo della campagna è "permettere l'ingresso di soci profit nell'amministrazione" delle imprese sociali. Ecco, può bastare così.

10. DALLE TOGHE AZZURRE ALLE TUTE BLU
Fotonotizia da ritagliare sulla Stampa dei Lingotti in fuga: "Vietti in visita alla Maserati di Grugliasco". Al suo fianco il furbetto di Zug in pulloverino. Sullo sfondo la gabbia con gli operai. Quelli della Fiom (p. 27).

colinward@autistici.org

 

 

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