
IL GOVERNO TASSA LE BANCHE PER TAPPARE I BUCHI DI CHI EVADE IL FISCO - L’ESECUTIVO CHIEDE 5 MILIARDI DI EURO COME CONTRIBUITO STRAORDINARIO AGLI ISTITUTO DI CREDITO: UNA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI PER PERMETTERE DI FINANZIARE LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE VOLUTA DA SALVINI. UNA REGALO AGLI EVASORI CHE AVREBBE UN COSTO MOLTO PIÙ ELEVATO DEL MILIARDO DI EURO MESSO A DISPOSIZIONE DAL MEF - E SULLA MAZZATE ALLE BANCHE IL GOVERNO SI SPACCA ANCORA: SALVINI HA TROVATO LA SPONDA DELLA MELONI, MA NON DI TAJANI CHE CONSIDERA L’INTERVENTO ILLIBERALE…
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per www.editorialedomani.it
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Il clima non è certo sereno, il rischio di scontro totale è sempre più alto: la trattativa del governo con le banche, per stabilire l’entità e la modalità del contributo da chiedere per la prossima manovra, sta diventando un braccio di ferro. […]
Sul tavolo l’esecutivo ha portato la richiesta di 5 miliardi di euro da prelevare come un contributo straordinario, una tassa sugli extraprofitti a tutto tondo […]
L’Abi, l’associazione degli istituti di credito, ha cercato di ammorbidire le posizioni dell’esecutivo. L’idea era quella di riproporre il modello dello scorso anno. E ha sorpreso che il governo abbia chiesto cifre più alte e modalità diverse di fare cassa.
Di fronte alla prova muscolare, i vertici dell’Abi hanno messo in conto questa sera una riunione di urgenza per decidere come muoversi nel caso in cui l’esecutivo decidesse di forzare la mano fino in fondo nel Consiglio dei ministri.
Il testo della legge di Bilancio sarà approvato, salvo slittamenti, domani per essere poi trasmesso alla Camere entro la fine della prossima settimana.
Si capirà qualcosa di più.
Una delle opzioni allo studio dell’Abi è quella di denunciare l’incostituzionalità della norma, perché interverrebbe su profitti ottenuti sul mercato. […]
L’offensiva anti banche è stata orchestrata politicamente dalla Lega di Matteo Salvini, alla ricerca delle risorse economiche per finanziare una rottamazione delle cartelle totale, così come aveva scritto il suo partito in una proposta di legge presentata in parlamento.
tassa sugli extraprofitti delle banche
Ma il condono fiscale, in quella maniera, avrebbe un costo molto più elevato del miliardo di euro messo a disposizione dal Mef per la prossima manovra. In sintesi, si tratta di un premio ai furbetti del fisco.
Salvini ha deciso di spingere, trovando la sponda di Fratelli d’Italia e in parte anche di Noi moderati. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva annunciato una misura ecumenica, all’insegna dell’accordo con le banche. Al momento del dunque, l’orientamento è stato diverso. L’obiettivo è pure politico: Fratelli d’Italia vuole portare agli elettori lo scalpo delle banche in campagna elettorale.
L’unico partito della maggioranza davvero contrario al prelievo verso le banche è Forza Italia, che considera l’intervento illiberale. Una misura da «Urss» è la definizione data dal partito di Antonio Tajani, che però si trova in minoranza rispetto agli alleati. Gli azzurri si propongono per il ruolo di mediatori.
C’è infatti chi, in ambienti di maggioranza, prevede un ravvedimento nelle ultime ore, immaginando una chiusura del confronto con un contributo sui 2,5 miliardi di euro. Sarebbe, insomma, una strategia quella di Giorgetti & co.
E, mentre il governo ingaggia il duello con le banche, nemmeno le imprese sono soddisfatte. Le audizioni degli organismi indipendenti in parlamento sul Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) non hanno lasciato spazio a interpretazioni. L’impatto sul Pil sarà invisibile per il 2026, «neutrale» per usare la terminologia tecnica, e di un +0,2 per il biennio successivo.
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