1. LARGO AI GIOVANI (E AI GIOVANARDI)! UN GRUPPO DI EX RAGAZZI CRESCIUTI NELLA DC, GUIDATO DA LETTA E ALFANO, SFANCULA IL CAINANO CON UN TRADIMENTO SPETTACOLARE 2. CON MEZZO PARTITO CHE GLI VOLTA LE SPALLE, IL CAVALIERE CONDANNATO RISCHIA DI TROVARSI TOTALMENTE ISOLATO, AVVIATO AGLI ARRESTI DOMICILIARI, CONDANNATO ALLA PERDITA DELLA COPERTURA GIUDIZIARIA RAPPRESENTATA DAL SEGGIO SENATORIALE E NON PIÙ RICANDIDABILE SE NON SOTTO LE MENTITE SPOGLIE DELLA FIGLIA MARINA 3. OGGI CI SARÀ LA CONTA DEL SUO DISASTRO, E PROBABILMENTE PASSERÀ IL RESTO DEI SUOI ANNI A DIFENDERE IL PROPRIO PATRIMONIO (POLITICO E FINANZIARIO) DA UNA PLETORA DI ASPIRANTI EREDITIERI. MENTRE I FIGLI QUARANTENNI DELLA VECCHIA DC FANNO FELICEMENTE ROTTA VERSO IL PPE DI FRAU MERKEL, LA PRIMA CHE LO HA PRESO A SCHIAFFI

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. LARGO AI GIOVANI (E AI GIOVANARDI)
Ma ve li ricordate i tiggì Mediaset del biennio '92-'93, prima della famosa discesa in campo del Banana? Erano tutto un peana ai giudici che stavano falciando a colpi di manette e avvisi di garanzia due generazioni di democristiani, da Giulio Andreotti a Vito Bonsignore.

Sono passati vent'anni e ora un gruppo di ex ragazzi cresciuti nella Dc, guidato da Lettanipote e da Angelino Jolie Alfano, spedisce all'inferno Mister Tv con un tradimento spettacolare. Con mezzo partito che gli volta le spalle, il Cainano rischia di trovarsi totalmente isolato, avviato agli arresti domiciliari, condannato alla perdita della copertura giudiziaria rappresentata dal seggio senatoriale e non più ricandidabile se non sotto le mentite spoglie della figlia Marina.

Oggi ci sarà la conta del suo disastro, ma intanto tutti possono finalmente vedere che il Reuccio di Hardcore è nudo e che molto probabilmente passerà il resto dei suoi anni a difendere il proprio patrimonio (politico e finanziario) da una pletora di aspiranti ereditieri. Mentre i figli quarantenni della vecchia Dc lo abbandonano al suo destino e fanno felicemente rotta verso il Ppe di Frau Merkel, la C. I. che per prima lo ha preso a schiaffi in Europa. Era l'autunno del 2011 e noi italiani, a capirlo, ci abbiamo messo altri due anni. Accumulando un ritardo dai costi economici incalcolabili.

2. NANO DECADENCE
Il punto della situazione lo fa bene il Corriere in prima pagina: "Alfano sfida Berlusconi, resa dei conti nel Pdl. Il segretario chiede il sì alla fiducia, no del Cavaliere: caccia ai voti per il Senato. Oggi Letta alle Camere mentre si consuma una drammatica rottura nel centrodestra. Napolitano vuole un ‘impegno non precario'". Il pieno appoggio dei Salotti marci al tradimento di Alfanayev viene certificato dall'editoriale di Polito el Drito: "Non sappiamo ancora se i cinque ministri diversamente berlusconiani vinceranno oggi la sfida senza precedenti che hanno lanciato al loro fondatore (...). Però sappiamo che i cinque ministri stanno facendo la cosa giusta".

Il dramma di Palazzo Grazioli scatena la Repubblica degli Illuminati: "Pdl, il giorno della scissione. Alfano sfida Silvio: sì alla fiducia. Berlusconi: ti tratterò come Fini. Faccia a faccia nella notte. Oggi la conta. Spunta la carta Marina. Nel fronte berlusconiano sta emergendo il tentativo di convincere la figlia di Berlusconi a scendere in politica per fronteggiare le colombe guidate da Alfano" (pp. 2-3). Si ride a tutta ganascia con questo racconto sui dissidenti: "Giovanardi battezza la fronda dei 40. ‘Sarà durissima, ma prima c'è il Paese'. Ultimo consulto al ristorante. Quagliariello: penso alle mie figlie". E ancora: "I transfughi verso ‘Nuova Italia', sezione del Ppe. Tra i senatori dissidenti Colucci, Esposito e Gentile. E in bilico c'è anche Augello" (Repubblica, p. 4). E stikazzi?

Sul Messaggero, prontamente aggiornato il ritratto del segretario che non aveva il quid. "Angelino, grinta da leader ma per il Cav diventa ‘Bruto'. Psicodramma a palazzo Grazioli l'estremo faccia a faccia nella notte. Accusa Silvio: la tua linea è suicida. Dal Senato lo invocano: ora tocca a te. La scelta del coraggio rafforzata anche dall'asse con il Colle. Lupi si affaccia dalla sua finestra a Palazzo Chigi e una piccola folla: Habemus..." (p. 3).

La velinazza di Re Giorgio plana sulle pagine della Stampa con i consueti spunti di comicità involontaria: "Napolitano pretende un chiarimento pieno e un impegno per il 2014. Dal Colle: ‘Nessun duello tra il Presidente e il Cavaliere'. La dialettica: il Capo dello Stato non entra nel merito del rapporto con Berlusconi ma è amareggiato" (p. 4). Ma certo, hanno fatto tutti i ragazzi.

Prima pagina da incorniciare sul Giornale, in piena sindrome da caduta del Fascio. "Alfano tradisce. Drammatica scissione. Un pezzo di Pdl passa con la sinistra in cambio di poltrone. Berlusconi resiste: voto la sfiducia. Voci su Marina in campo". Dentro, lo sfogone del Padrone: "La delusione di Berlusconi: io, vittima di un parricidio. E ora l'ex premier pensa di denunciare i transfughi in pubblico" (p. 3).

Immancabile il ritratto al vetriolo del "traditore": "Il giovane-vecchio politico che ha nostalgia di De Mita. Alla soglia dei 43 anni Alfano ha preferito l'amico Letta a Berlusconi. Da giovane Dc adorava il re di Nusco, da Guardasigilli voleva riformare la giustizia: è stato un flop" (p. 7). Non capiscono, alla corte di Papi Silvio, che in politica il fattore anagrafico conta eccome.

Il Cetriolo Quotidiano si gode lo spettacolo. In prima pagina titola: "Esplode l'inciucio". Poi, a pagina 3, ironizza sui transfughi: "Spartacus Alfano e la rivolta degli schiavi. I ministri non seguono B. e si portano dietro un pezzo di partito. Oggi il capo sarà in aula: "Assisterò alla mia fine o a quella di Angelino". "Dal Celeste a Scilipoti, via dalla nave che affonda".
Intanto, sul fronte giudiziario, guaio si aggiunge a guaio: "Altri versamenti sospetti di Berlusconi'.

Nell'inchiesta dei pm di Bari sulla Began spuntano altri soldi a un produttore cinematografico. Il destinatario di questi bonifici è Umberto Michelazzi, mai comparso in alcun fascicolo" (Corriere, p. 11). Notevole anche questa: "La cresta milionaria dell'Ape regina. Berlusconi regalò oltre un miliardo e mezzo a Sabina Began per comprare una casa che pagò 600 mila euro. La showgirl creò una società ad hoc per l'acquisto di un immobile" (Stampa, p. 9).

4. E ASPENIO LETTA TIRA DRITTO
Un muro di gomma travestito da Nerd in grisaglia. Lettanipote dimostra il fiuto tutto democristiano per la decomposione dell'avversario e rimanda al mittente qualunque ipotesi di mediazione. Lui vuole arrivare al 2015 e che gli altri si arrangino. Ovviamente, oggi qualche rischio lo corre. Per il Corriere, "Il premier prova la carta della fiducia. Il no all'ipotesi di fare un rimpasto e a una trattativa con Berlusconi. Pronto un discorso ‘duro' al Parlamento sul rilancio del governo".

"L'altalena dei numeri: solo 137 voti sicuri. Ne servono altri 24" (p. 8). Repubblica spiega che i mercati sono con Aspenio: "La Borsa punta su scissione del Pdl e bis. Balzo del 3 per cento, tiene lo spread. Accelerazione dopo l'incontro tra premier e vicepremier. Piazza Affari la migliore in Europa" (p. 3).

5. LA BENEDIZIONE DI COMUNIONE & FATTURAZIONE
Avevano acclamato Lettanipote all'ultimo Meeting di Rimini come uno di loro. E oggi i capi di Comunione & Fatturazione benedicono la fronda del Pdl. Lo fa il presidente della Compagnia delle opere, Bernhard Scholz, con un'intervista al Corriere: "I ministri vicini a Cl? Pensano al bene comune. Non giudico le vicende del Pdl, ma senza stabilità non c'è ripresa e aumenta la sfiducia nella politica. Bisogna dare la possibilità a questo governo di fare le riforme, dalla legge elettorale al fisco" (p. 9). Ormai parlano come la Confindustria e del resto gli affari si fanno meglio con un governo di larghe intese che con un tycoon al tramonto, sequestrato da barboncini e pitonesse.

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La macchina del Terrore monetario spara statistiche a ripetizione. "Giovani disoccupati oltre il 40%. Ue e Ocse: ‘L'instabilità italiana rischia di contagiare l'Europa'. Confindustria: con la crisi politica Pil in calo per tutto il 2014" (Repubblica, p. 12). Poi passa il super-speculatore George Soros e ci fa la predica: "il governo andrà avanti ma senza riforma elettorale per l'Italia sarà il disastro. Il vostro Paese è come collassato" (p. 16). Il Messaggero ricorda il programma immediato: "Subito il decreto sul deficit e poi la corsa per evitare l'Imu. La legge di stabilità dovrà affrontare i nodi di service tax e cuneo fiscale. A settembre peggiora il fabbisogno" (p. 10). Sulla Stampa, "Con l'Iva al 22% rincari su benzina e autostrade. Nei negozi e nei supermercati i prezzi sono rimasti fermi" (p. 10).

7. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Il povero Renzie vede sempre più con il binocolo l'agognata poltrona di Palazzo Chigi. Ma Repubblica ci tiene a mostrarlo ancora in partita: "Renzi da Letta a muso duro. ‘Non farò lo sfasciacarrozze ma basta con alibi e rinvii'. Il premier: sarò al sicuro fino al 2015. Ruvido incontro del sindaco con il capo del governo, che gli rinfaccia anche la visita alla Merkel" (p. 9). Ancora? Ma povero Renzie, per una volta che è andato in tournee europea anche lui.

8. AGENZIA MASTIKAZZI
Colpo di genio della Stampa: "Boccia-De Girolamo. ‘Ma noi andiamo avanti'. Lui Pd, lei Pdl: "Sentiamo l'amarezza l'uno dell'altro" (p. 7).

9. COSI' TI STOPPO UN PRODINO
Per la serie Archeo Politics, Alan Friedman intervista Romano Prodi per il suo nuovo libro e viene fuori che il Mortadellone si rese conto di esser stato trombato per il Quirinale quando ricevette la telefonata del Mago Dalemix. Pare che il simpatico Terminator della sinistra gli abbia detto che sul suo nome si sarebbe dovuto coinvolgere i dirigenti del partito. Spiega Mortadellone: "Ne fece, come si fa sempre in questi casi, una questione di metodo e non di merito. E quando ho ascoltato questo ho messo giù il telefono, ho chiamato mia moglie e le ho detto "Flavia, vai pure alla tua riunione perché di sicuro Presidente della Repubblica non divento" (Corriere, p. 11).

10. ULTIME DA MEDIO-SBANCA
La Stampa di Yacht Elkann si preoccupa per la prossima chiusura dei salottini marci milanesi. "Mediobanca perde Groupama ma i Pesenti salvano il patto. Bollorè salirà all'8 per cento e intanto esce dal cda delle Generali. Rinnovato per due anni l'accordo al 30,05%. Verso l'appoggio esterno di un nuovo socio stabile" (p. 25). Siamo all'appoggio esterno, come i biasimati politicanti romani.

11. IN GINOCCHIO DA AIR FRANCE
Come volevasi dimostrare, neanche più la politica può salvare Alitalia dal suo destino. Pezzi de paura sul Messaggero: "No di Cdp, fumata nera su Alitalia. Va male il summit da Letta con banche e fornitori. Rischio default più vicino. Piano da 590 milioni per tenere in piedi la compagnia. Proposta di Leonardo: 150 milioni dai soci, 230 dalle banche, il resto da fornitori e da dismissioni di asset. Fondazioni contrarie" (p. 17).

Racconta la Stampa: "Il governo cerca di evitare il fallimento. Vertice con i fornitori per evitare pressioni sui pagamenti, appello alle banche per le nuove risorse. Alcuni creditori come l'Eni da qualche settimana non ricevono i pagamenti. Gilberto Benetton: il governo chiamò ma forse avremmo dovuto vendere ai francesi" (p. 24). Poi infierisce con questo sacrosanto pezzo: "Debiti e guai con la giustizia. La brutta fine dei patrioti. Il fisco reclama 33 milioni da AirOne. Pagherà Alitalia".

Ma Airone Passera e il Banana chiederanno mai scusa per aver bloccato Prodi in piena campagna elettorale quando con i francesi si poteva ancora trattare (quasi) alla pari?

colinward@autistici.org

 

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