guccini salvini di maio

“IN ITALIA C’È PROFUMO DI REGIME” - FRANCESCO GUCCINI SVALVOLA A “CIRCO MASSIMO”: “LA RABBIA DI ADESSO È RANCORE, NON COME NEGLI ANNI '60. CHI DICE CHE LE IDEOLOGIE SONO SUPERATE È DI DESTRA. FRA QUESTI I 5 STELLE , CHE SONO COME I TESTIMONI DI GEOVA, VOGLIONO CONVINCERTI CHE IL MONDO È STATO CREATO E NON SI È EVOLUTO” – “LA SINISTRA? È DAL 1921 CHE SEMBRE SEMPRE CHE CI SIA QUALCUNO PIÙ A SINISTRA DI TE. IO MI SONO SENTITO DARE DEL FASCISTA QUANDO…”

Da “Circo Massimo - Radio Capital”

 

guccini

Vita e parole di Francesco Guccini. Il cantautore ha raccolto 40 anni della sua carriera in “Canzoni”,  edito da Bompiani e scritto con la filologa Gabriella Fenocchio. Erano meglio gli anni '70 o è meglio oggi? "Gli anni '70, perché ero più giovane", scherza Guccini a Circo Massimo, su Radio Capital, "adesso non è bellissimo".

 

Da Pavana, il paese in cui è cresciuto e in cui è tornato a vivere, vede un'Italia "abbastanza strana". E a questo proposito racconta un episodio avvenuto nella sua Bologna: "Al Liceo Copernico, un gruppo di insegnanti ha deciso di spiegare il fenomeno della migrazione agli alunni, e mi sembra una cosa giustissima da fare", dice, "C'è stato subito un sollevamento di scudi da parte di Galeazzo Bignami di Forza Italia o di Lucia Borgonzoni della Lega. Hanno sollevato un putiferio. Se si lede la libertà d'insegnamento si va al confine con il regime".

 

Qualche giorno fa Guccini ha ammesso di sentire "aria di Weimar": "Non è uguale, ma un'atmosfera, un certo sentore, un profumo di regime in Italia c'è". E si moltiplicano episodi di intolleranza verso i migranti e gli ebrei: "È incredibile come sia corta la memoria", riflette il cantautore, "Abbiamo dimenticato quanti di noi sono andati a guadagnarsi il pane all'estero? Credo che a Ellis Island ci sia un grande numero di Salvini... Invece no, si ha paura del diverso e si bada solo a quel poco che si ha".

guccini

 

Sono anni arrabbiati, ma "la rabbia degli anni '60 era la rabbia dei giovani che avevano iniziato ad accorgersi di avere un'opinione, di avere qualcosa da dire", distingue Guccini, "La rabbia di adesso è rancore, invidia, paura". L'autore e scrittore è preoccupato perché "oggi pochissimi leggono. Quando entro in una casa e vedo una bella biblioteca e non due libri buttati su un mobiletto, penso 'finalmente una casa di persone serie'.

 

Oggi il sapere viene considerato quasi un disvalore. Prima si parlava di cultura altoborghese e cultura contadina. La cultura contadina era una cultura fondamentale, ma adesso non esiste più. Popolo... cosa si intende, per popolo? Non è certo quello della cultura contadina, fatto di usi, lingua, costumi, tradizioni. Ormai c'è solo la cultura televisiva, e quella dei social, dove la gente trasmette le proprie idee nascondendosi dietro l'anonimato".

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

A proposito di idee, c'è chi dice che destra e sinistra non esistono più e che le ideologie sono superate: "Per me uno che dice che le ideologie sono superate si autodefinisce di destra, automaticamente", taglia corto Guccini.

 

Di Maio come il mago Silvan by GianBoy

Fra questi ci sono i 5 Stelle: il Movimento guidato da Di Maio è il nuovo? "Sì e no. Sì perché certe idee e spinte naturali ci sono, no perché mi sembra che ci sia un'impreparazione generale. Molto spesso parlano come i testimoni di Geova, che vogliono convincerti che il mondo è stato creato e non si è evoluto e i dinosauri non sono esistiti. Con quella convinzione lì, che un po' ti lascia perplesso. Per me le domande sono fondamentali, la fede cieca è roba da altri tempi".

 

guccini

Della sinistra, Guccini ha scritto che "ha sempre avuto una natura autoritaria e intollerante. Quei comunisti che oggi sono leghisti erano già leghisti dentro, solo che non se ne accorgevano": "Ho un amico, ex preside in pensione, che fa il sindaco di un paesino della Brianza: erano tutti del PCI, adesso sono tutti della Lega. Alcuni comunisti di allora non sapevano neanche cosa fosse, il comunismo.

guccini

 

C'erano anche delle persone serie, il Partito Comunista era una cosa complessa, ma aveva questa base enorme che aveva cominciato a dire 'adda venì baffone' non per situazioni che dovevano cambiare ma come invidia sociale di un certo tipo. E aveva un moralismo pesantissimo. Dal 1921, dal congresso di Livorno", continua, "nella sinistra sembra sempre che ci sia qualcuno che sia più a sinistra di te, e quindi ti guardano malissimo. Io mi sono sentito dare del fascista quando non ho fatto canzoni politicizzate. D'altra parte, ho sentito dare del fascista anche a Dario Fo...".

 

meme su di maio e la card per il reddito di cittadinanza 4

Cosa dà gioia e cosa dà tristezza a Francesco Guccini? "Mi dà gioia vedere l'arrivo della primavera e le giornate che si allungano di un granellino ogni giorno. E mi intristisce questo momento politico. Mi preoccupa l'andamento del mercato, non per me ma per l'Italia. E la recessione: in una nazione con due semestri di recessione le cose non vanno bene. E mi preoccupa che la gente non legge e che i giornali crollano. Mi si dice che ora ci sono i giornali online, ma io sono per la carta".

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…