artico trump putin xi

DALLA GUERRA FREDDA ALLA GUERRA GELATA – STATI UNITI, RUSSIA E CINA IN LOTTA PER IL CONTROLLO DELLE ROTTE ARTICHE E PER I GIACIMENTI DI PETROLIO – MOSCA (COME STORIA INSEGNA) PUNTA AL CONTROLLO DELLE LINEE FERROVIARIE, WASHINGTON APRE ALL’ENI LE PERLUSTRAZIONI, PECHINO INVESTE QUASI 90 MILIARDI PER GASDOTTI E GAS LIQUEFATTO

 

Francesco Semprini per la Stampa

 

PETROLIO ARTICO1

Nella conferenza stampa di fine 2017 Vladimir Putin ha voluto mettere le cose in chiaro sulle ambizioni di Mosca al Polo Nord: «La ricchezza della Russia crescerà con l' espansione nell' Artico». Putin ha anche detto che il potenziamento industriale russo in Artico avverrà in cooperazione con la Cina. Un monito a Washington colto da uno che di energia se ne intende, l' ex petroliere Rex Tillerson, il quale ha ribadito che l' Artico diventerà sempre più importante negli anni a venire.

 

Il segretario di Stato ha però anche affermato che gli Stati Uniti sono diventati inseguitori rispetto alle altre cinque «Nazioni artiche» (Canada, Islanda, Groenlandia, Norvegia e Russia), e all' avanzata della Cina. Specie perché le rotte polari sono oggi più percorribili a causa dello scioglimento dei ghiacci.

 

RUSSIA

PETROLIO ARTICO

Il governo russo ha avviato una riorganizzazione delle competenze relative alle rotte del Nord, che conferisce al gigante statale Rosatom le principali deleghe al fine di gestire in maniera organica ed efficiente le attività marittime. A questo si aggiunge il potenziamento delle rotte ferroviarie con il maxi progetto Belkomur, che già dal 2023 collegherebbe Mar Bianco, Komi e Urali, e la costruzione del tratto di ferrovia Vorkuta-Ustkara nella stessa repubblica di Komi.

 

PETROLIO ARTICO2

L' obiettivo di Mosca è avere il controllo del pedaggio della «Northern Sea Route», la rotta Asia-Europa, che dai porti cinesi attraversa lo stretto di Bering, percorre l' Artico e termina a Rotterdam. Con l' abbattimento dei tempi rispetto alla rotta opposta, che da Rotterdam arriva ai porti cinesi passando per Gibilterra e Suez. E la Russia lo farebbe fornendo assistenza, rompighiacci e ponti radio. C' è infine lo Yamal Lng, progetto da 27 miliardi di dollari per la produzione di gas liquefatto, realizzato in collaborazione con la Cina. La gestione è affidata a Novatek e finanziata in parte dai cinesi oltre a una partecipazione della francese Total: consentirà di produrre 16,5 milioni di tonnellate di gas «super-cooled» entro il 2019. L' obiettivo è eludere le sanzioni Usa e diventare un leader nel mercato del gas naturale liquefatto

 

CINA

PETROLIO ARTICO3

Nell' ultimo lustro Pechino si è rivelata l' attore più attivo e generoso nell' Artico con 89,2 miliardi di dollari investiti dal 2012 al luglio 2017. Per capirci, l' intero valore dell' economia della regione artica è di 450 miliardi. Oltre alla partecipazione in Yamal c' è quella nella ferrovia russa Belkomur, l' acquisto da 15,1 miliardi di dollari della canadese Nexen, e le acquisizioni di miniere in Russia, Canada e Groenlandia per miliardi di dollari.

 

Oltre all' accordo siglato da Sinopec, la più grande compagnia petrolifera del Dragone, per lo sviluppo di un gasdotto e un terminal per l' export di gas liquefatto. Il progetto consentirebbe di portare gas naturale dal North Slope in Alaska (che conta riserve per 34-45 mila miliardi di metri cubi di gas) alle coste dello Stato dove verrebbe liquefatto e trasportato in Cina. Pechino sta cercando di migliorare la qualità del suo ambiente contaminato da enormi emissioni nocive, e il gas ha un ruolo fondamentale nel sostituire il carbone.

 

USA

PETROLIO ARTICO4

Gli Usa rimangono il Paese che ha il maggior interscambio commerciale con i partner dell' Artico, ma ogni transazione ha un valore medio di 368 milioni di dollari, mentre quello della Russia è di 790 milioni e quello del Canada di 568 milioni di dollari. Le restrizioni alle esplorazioni petrolifere in Alaska per motivi di tutela ambientale e la perdita di interesse geostrategico del Polo Nord da parte dell' amministrazione di Barack Obama hanno lasciato l' America indietro rispetto ad attori vecchi e nuovi.

 

Con il via libera alle esplorazioni, come quello concesso all' Eni, voluto da Donald Trump, si punta al rilancio degli Usa anche se lo scenario è oggi più competitivo. Anche sul piano militare, con la Russia che conta nella regione 425 insediamenti. La Cina da parte sua rafforza la presenza nei forum regionali al fine di acquisire maggiore influenza.

 

PETROLIO ARTICO5

Gli Usa, da parte loro, hanno lanciato in orbita il primo di quattro «satelliti polari»che monitoreranno l' Artico al fine - è questa la spiegazione ufficiale - di monitorare lo scioglimento dei ghiacci. In realtà il monitoraggio potrebbe essere ben più ampio. Non a caso l' ex sottosegretario di Stato Usa, Paula J. Dobriansky, rivolgendo un appello alla Nato, ha affermato: «È in corso una guerra fredda nell' Artico, con la Russia protagonista di una escalation militare che impone una risposta decisa da parte dell' Occidente».

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)