giuseppe conte rocco casalino luigi di maio

LA GUERRA A MEZZO "STAMPA" TRA CONTE E DI MAIO – DOPO L'INTERVISTA DI "GIUSEPPI" DI IERI, OGGI SU "LA STAMPA" SPUNTANO ALCUNI VIRGOLETTATI VELENOSETTI CONTRO LUIGINO, DA PARTE DI “SENATORI VICINI AL LEADER”: “IL DUALISMO NON CI SARÀ, PERCHÉ, NEL NUOVO MOVIMENTO, DI MAIO NON ESERCITERÀ IL POTERE CHE HA AVUTO FINO A OGGI”, “NON SIEDERÀ NELLA SEGRETERIA DEL PARTITO, NÉ IN ALTRI ORGANI POLITICI”. SARÀ VERO O È UNA CASALINATA (L’ENNESIMA) PER SMONTARE IL MINISTRO DEGLI ESTERI?

Federico Capurso per "la Stampa"

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

 

È mattina presto. Luigi Di Maio sta raggiungendo l'aereo che lo porterà in missione a Tripoli, in Libia. Deve ancora limare i dettagli del calendario fitto di incontri, ma trova comunque il tempo di leggere l'intervista di ieri di Giuseppe Conte su queste pagine. Soprattutto, i passaggi che lo riguardano. Hanno fatto lo stesso anche i parlamentari a lui più vicini, che inviperiti si scrivono: «Hai visto cosa dice di Luigi?».

 

LUIGI DI MAIO IN LIBIA

Il ministro degli Esteri, con loro, si mostra sereno, ma non ha bisogno di interpreti per leggere tra le righe della retorica diplomatica di Conte. A ogni domanda sul rapporto con Di Maio, la risposta nasconde un attacco al ministro, seppur foderato. Il diretto interessato fa buon viso a cattivo gioco e accoglie le rassicurazioni che gli arrivano poco prima della partenza da ambienti vicini all'ex premier: «Nulla contro di te», gli scrivono, anzi, la volontà era quella di «esaltare il vostro rapporto». Nessuna delle parti vuole alimentare l'idea di un conflitto interno.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

Tanto che lo stesso Di Maio, poco dopo, invita gli iscritti M5S a partecipare al voto per approvare il nuovo Statuto proposto dall'ex premier, che si chiuderà oggi: «Inizia una nuova fase per il Movimento con Conte al timone - scrive sui social - e con l'energia di un gruppo che ancora ha tanto da dare al Paese». Così, si chiudono le cerimonie e le riverenze.

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

A palazzo Madama, in un lunedì agostano riempito solo dall'incessante canto delle cicale, l'aria che si respira dopo l'intervista è un tantino più arroventata: «In molti pensiamo che Conte è stato fin troppo morbido nei confronti di Luigi». Qui, dove le truppe fedeli all'ex premier sono folte - e il suo pensiero non viene interpretato, ma riportato fedelmente -, si condivide la posizione di partenza espressa da Conte su La Stampa: «Nessun dualismo con Di Maio».

giuseppe conte e rocco casalino

 

Ma, come spiega uno dei senatori più vicini al leader, si deve fare un passo in più: «Il dualismo non ci sarà, semplicemente perché, nel nuovo Movimento, Di Maio non eserciterà il potere che ha avuto fino a oggi». Il tono si fa acre. La volontà è quella di ridimensionare il ministro degli Esteri, di non renderlo più una voce rappresentativa del volere dell'intero Movimento. E infatti, aggiunge, «Di Maio non siederà nella segreteria del partito, né in altri organi politici».

 

GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE

Le decisioni si prenderanno «altrove». Lasciarlo senza una poltrona nel nuovo organigramma si tradurrebbe in uno smacco. Tale da far riaffiorare in un attimo tutte le voci su un duello interno tra il leader attuale e il predecessore. Per ovviare al problema, dovrebbe arrivare la nomina di Di Maio in quel Comitato di Garanzia ora presieduto da Vito Crimi, dove i nomi - per gli organi «non politici» - vengono scelti da Beppe Grillo. Una presenza, quella nel comitato di Garanzia, che escluderebbe per questioni di opportunità la possibilità di ricoprire altri ruoli all'interno del Movimento. E almeno l'apparenza, così, sarebbe salva.

di maio conte

 

Anche alla Camera c'è chi, in attesa dell'arrivo della riforma della Giustizia, mostra i denti. È un deputato di peso, che ha partecipato alla cabina di regia dei Cinque stelle, approntata la scorsa settimana per arrivare a un accordo sul testo Cartabia. E non gli sono piaciuti gli «atteggiamenti individualisti» del ministro degli Esteri.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

Racconta che a nessuno è piaciuto leggere sui giornali del «merito di Di Maio» di aver convinto Conte a spingere per un accordo al rialzo con Mario Draghi e la Guardasigilli Marta Cartabia: «Eravamo increduli. Lo abbiamo sentito chiaramente avvisare Conte di non alzare troppo l'asticella o sarebbe caduto il governo - assicura, mentre scorre sullo smartphone uno scambio in chat con i presenti alla riunione -. Lo abbiamo detto anche alle agenzie di stampa che la ricostruzione di quanto avvenuto era falsa».

luigi di maio giuseppe conte by osho

 

Resta un problema, che gli riconoscono anche i suoi avversari: «Si è speso per tenere unito il Movimento ed è uno dei pochi che sa fare politica». Insomma, l'idea di alcuni di ridimensionarlo togliendogli una poltrona sembra piuttosto fragile. Per non dire ingenua.

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO - MEMEMatteo Bolle

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....