renzi d alema dalema

A BANCHE IN FACCIA - QUELLO CHE RESTA DEL PD: RINFACCIARSI LE PROPRIE BANCHETTE FALLITE, A SECONDA DELLE CORRENTI - RENZI BRUCIATO DA ETRURIA? ‘NON VEDO L’ORA CHE PARTA QUESTA COMMISSIONE D’INCHIESTA, FINORA SI È PARLATO SOLO DI DUE-TRE BANCHETTE TOSCANE, PARLIAMO DI POP.VICENZA, POP. BARI E BANCA 121’. OVVERO EX FEUDI DEI VARI D’ALEMA ED EMILIANO…

Cinzia Meoni per il Giornale

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Il vertice del Pd finisce letteralmente a banche in faccia.

«Non vedo l' ora che parta questa commissione d' inchiesta sulle banche, è sembrato per mesi che il problema fosse soltanto di due-tre banchette toscane, ma sarà interessante discutere di Banca Popolare di Vicenza, della Banca Popolare di Bari e di Banca 121» ha minacciato il segretario Matteo Renzi nella resa dei conti in corso alla direzione del Pd. Certo è che se la dirigenza del Pd si trovasse attorno a un tavolo a parlare di banche, ognuno potrebbe avere qualcosa da dire rinfacciando al vicino un crac o uno scandalo finanziario.

 

A ciascuno il suo default insomma. Non a caso il Pd è stato spesso definito come il partito delle banche. E non occorre risalire alla notte dei tempi, basta fare i conti con gli ultimi vent' anni per scoprire un intreccio di storie, tra loro collegate, che uniscono la dirigenza del partito agli istituti di credito.

 

zonin popolare vicenzazonin popolare vicenza

In questo scenario, la madre di tutte le crisi bancarie tricolori, quella del Monte dei Paschi, unisce in un solo fil rouge rottamati e rottamatori all' interno del Pd e dei suoi antenati Pci, Pds, Ds e Margherita. Per anni il vertice del Monte è stato nominato in massima parte dalla Fondazione, socio storico del gruppo che a sua volta era espressione della città di Siena, dell' omonima Provincia e della regione Toscana.

 

Tutte istituzioni solidamente rosse; come i conti dissestati del Monte. L' inizio della fine affonda le sue radici al 1999 con la stagione dei «capitani coraggiosi» sostenuti da Palazzo Chigi dove all' epoca sedeva Massimo D' Alema. Nello stesso giorno Mps acquistava Bam e Roberto Colaninno (socio di Bam) annunciava la scalata a Telecom.

 

PIERLUIGI BERSANI E MUSSARIPIERLUIGI BERSANI E MUSSARI

Di fatto Rocca Salimbeni era diventata la cassaforte della «razza di imprenditori padana» da Colaninno a Enrico Grutti con l' avvallo romano. Ma anche Giuliano Amato e Franco Bassanini, tanto per dire, a inizio a Millennio sono stati molto vicini alle vicende di Rocca Salimbeni, difendendone la «senesità» e sponsorizzando l' ascesa dii Giuseppe Mussari, il manager che nel 2007 ha firmato l' acquisizione di Antonveneta, l' operazione che ha di fatto portato alla condanna a morte per Rocca Salimbeni.

 

irl28 vincenzo de bustisirl28 vincenzo de bustis

Ed è proprio sul destino Monte che si sono consumati diversi bracci di ferro interni alla sinistra italiana a iniziare dalla frattura tra l' asse Amato-Bassanini e il tandem tra Massimo D' Alema e Piero Fassino in pressing, secondo le cronache di allora, per spingere la Unipol di Giovanni Consorte nelle mani di Mps. Operazione poi fallita. Peccato che la «rivincita», ovvero l' acquisizione di Antonveneta sia costata a Mps e al Paese un conto salatissimo.

fassino consortefassino consorte

 

È solo poi il caso di ricordare che, proprio in quegli anni, nel 2005, con l' esplosione di «bancopoli», Fassino leader del partito si congratulava con Consorte, in merito al tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol, con la celebre frase «abbiamo una banca».

 

Anche altri dissesti finanziari sono stati poi, alla fine, ricondotti al Monte. Come Banca 121 di Vincenzo De Bustis, ex Banca del Salento, divenuta nota alla cronaca giudiziaria per la vendita di prodotti discutibili (My Way) e affidata nel 2002 a Mps per la non modica cifra di 2.500 miliardi di lire. Dietro l' operazione si diceva che vi fosse D' Alema che tuttavia ha sempre negato ogni coinvolgimento.

 

DALEMA 1DALEMA 1

Insomma le «banchette toscane» citate dall' ex premier, è proprio il caso di dirlo, arrivano alla fine di una consolidata storia di scandali. Certo, il crac dell' Etruria, commissariata a fine 2015 lasciando in panne obbligazionisti e azionisti, è stata l' inizio della fine del governo Renzi.

 

D' altro canto Pierluigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, tra i ministri chiave del precedente governo, era arrivato ai vertici del gruppo bancario insieme all' ascesa politica della figlia. Oggi comunque la fine all' era renziana potrebbe essere messa dal Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, partecipato al 55% dalla Regione governata da Debora Serracchiani e alle prese tra una sfilza di bilanci in rosso e una montagna di crediti deteriorati.

DALEMADALEMA

 

La regione pareva spingere per un' alleanza con Iccrea, ma le trattative sembrano essersi raffreddate. In questo scenario certo è che chi è senza peccato è proprio il caso di dirlo, scagli la prima pietra.

 

 

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…