hillary house of cards

HILLARY IN CALORE: “BERNARD-HENRI LÉVY ERA UN TIPO APPARISCENTE E FASCINOSO, CON LUNGHI CAPELLI ONDULATI E LA CAMICIA APERTA FIN QUASI ALL’OMBELICO” - LA GUERRA IN LIBIA: “IL DISAPPUNTO DI BERLUSCONI NEI CONFRONTI DI SARKOZY ERA GIUSTIFICATO”

 

1. LE SCELTE DI HILLARY

Da ‘Il Corriere della Sera’

 

«Ciascuno di noi si trova di fronte a scelte difficili». Inizia così il libro di Hillary Rodham Clinton, che racconta i suoi quattro anni da segretario di Stato al fianco di Obama. «Il senso della vita risiede proprio nel compiere simili scelte, e il modo in cui le affrontiamo definisce la nostra identità». Il libro esce in Italia, pubblicato da Sperling & Kupfer (780 pagine, 23,50 euro).

hillary clinton duecentomila dollari a comiziohillary clinton duecentomila dollari a comizio

 

Il Corriere ne pubblica alcuni estratti. Hillary racconta la sconfitta contro Obama nelle primarie democratiche e poi la loro amicizia, i viaggi come capo della diplomazia Usa in 112 Paesi, l’affetto per Bill e per Chelsea. Ci sono le sue idee sulle priorità e sulle scelte che il suo Paese deve compiere. Insomma, un manifesto per l’America. Alla fine resta una domanda: parte da qui la corsa di Hillary alla Casa Bianca nel 2016?

 

2. LA GUERRA IN LIBIA: SARKOZY, SILVIO E IL DOVERE DI AGIRE

Estratto del libro “Scelte difficili” di Hillary Clinton e pubblicato da ‘Il Corriere della Sera’

 

Alla fine, verso le dieci di sera, Jibril si presentò al mio albergo accompagnato da Bernard-Henri Lévy, che aveva aiutato a organizzare l’incontro. A prima vista, era difficile capire quale dei due fosse il ribelle, e quale il filosofo. Basso di statura, stempiato, con gli occhiali e un’aria seria, Jibril sembrava più un tecnocrate che un rivoluzionario. In netto contrasto con lui, Lévy era un tipo appariscente e fascinoso, con lunghi capelli ondulati e la camicia aperta fin quasi all’ombelico...

hillary clinton 6hillary clinton 6

 

Restai molto colpita dai modi eleganti di Jibril e dal rispetto che suscitava la sua persona, soprattutto trattandosi del rappresentante di un consiglio di rivoltosi sull’orlo dell’annientamento... Il Consiglio per la Sicurezza nazionale era ancora diviso sull’ipotesi di un intervento. Alcuni, comprese l’ambasciatrice all’Onu, Susan Rice, e l’assistente del Consiglio, Samantha Power, sostenevano che, avendone la possibilità, era nostra responsabilità proteggere i civili e prevenirne l’eccidio.
 

hillary clinton 5hillary clinton 5

Il segretario della Difesa Gates era assolutamente contrario. Era un veterano dei conflitti in Iraq e Afghanistan, e realista sui limiti del potere americano, dunque non riteneva che i nostri interessi in Libia giustificassero il sacrificio. Sapevamo  tutti che le conseguenze di un intervento potevano rivelarsi imprevedibili. A quel punto, però, i blindati si trovavano ad appena 160 chilometri da Bengasi, e stavano accorciando in fretta le distanze. Ci trovavamo davanti alla prospettiva di una catastrofe umanitaria, con un numero incalcolabile di vite a rischio. Se volevamo impedirlo, bisognava agire subito...
 

Poi, prima ancora dell’inizio della riunione ufficiale, Sarkozy prese da parte me e il premier inglese, David Cameron, e ci confidò che gli aerei da guerra francesi erano già in volo verso la Libia. Quando scoprirono che la Francia era partita prima del via, gli altri Paesi si inalberarono. L’allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, caparbio e smanioso di protagonismo quanto Sarkozy, si dimostrò particolarmente indignato.

 

GIDEON MEIER JOANNA HARBIB E BERNARD HENRY LEVY - Copyright PizziGIDEON MEIER JOANNA HARBIB E BERNARD HENRY LEVY - Copyright Pizzi

Vige una convinzione informale secondo cui alle vecchie potenze coloniali spetterebbe il diritto di assumere il comando nella risoluzione delle crisi nei loro ex possedimenti.. Nel caso della Libia, ex colonia italiana, Berlusconi riteneva che la prima linea spettasse all’Italia, non alla Francia. Data la sua posizione strategica nel Mediterraneo, la penisola offriva una naturale pista di lancio per gran parte delle incursioni aeree in Libia, e aveva già aperto una serie di basi ai jet alleati. Sentendosi messo in ombra da Sarkozy, Berlusconi minacciò di abbandonare la coalizione e sbarrare l’accesso alle basi aeree italiane. Suscettibilità a parte, il disappunto italiano e di altri Paesi era giustificato.

 

3. GUIDARE L’AMERICA? ORA MI GODO BILL

Brano estratto dal libro ‘Scelte difficili’ pubblicato da ‘Il Corriere della Sera’

 

BERNARD HENRY LEVY ARIELLE DONSBALE - Copyright PizziBERNARD HENRY LEVY ARIELLE DONSBALE - Copyright Pizzi

Il presidente mi chiese di raggiungerlo nel suo ufficio, in testa all’aereo. Ero seduta di fronte alla grande scrivania di legno, pronta ad affrontare le complesse questioni diplomatiche... Le situazioni che avevamo visto e affrontato insieme ci avevano aiutati a comprenderci più a fondo, a conoscere meglio noi stessi e il mondo, come mai avremmo potuto fare prima. Eppure, nonostante tutti i momenti che avevamo condiviso, non mi aspettavo ciò che stava per dirmi.

 

«Saresti disposta a rimanere in carica, come segretario di Stato?» mi chiese il presidente. Fin da quando avevo accettato l’incarico, mi ero detta: «Un solo mandato, non di più»... Invece, proprio come quattro anni prima, sentii il richiamo del «cromosoma del servizio»... Quando è il presidente degli Stati Uniti a chiederti di assumere un incarico, come puoi rispondergli di no? E poi c’erano molte faccende incompiute. Il summit in Cambogia e il conflitto di Gaza erano due esempi. Che cosa sarebbe capitato alla democrazia birmana? E ai nostri negoziati segreti con l’Iran? Come avremmo contrastato la sfida sempre più minacciosa della Russia di Putin?

 

Berlusconi a NapoliBerlusconi a Napoli

Ma la diplomazia è una gara di staffetta, e io ero vicina al termine del mio tratto di pista. «Signor presidente, mi dispiace, ma non posso accettare»... Qualche tempo fa, io e Bill abbiamo fatto una lunga passeggiata, con i nostri tre cani, vicino a casa. L’inverno era stato insolitamente lungo, ma stava infine spuntando la primavera. Camminavamo e parlavamo, continuando una conversazione iniziata quarant’anni fa alla facoltà di legge di Yale e mai interrotta. Entrambi sappiamo che mi aspetta una decisione importante.

 

Berlusconi in tribunaleBerlusconi in tribunale

Ho già affrontato una campagna elettorale e so bene quanto sia impegnativa su tutti i fronti: non soltanto per il candidato, ma anche per la sua famiglia. Nel 2008 ho perso, e so che non c’è niente di sicuro, e non si può dare nulla per scontato. So anche che le domande più importanti che un candidato deve porsi non sono: «Vuoi diventare presidente?» e nemmeno: «Sei in grado di vincere?», ma semmai: «Qual è la tua visione per il futuro?»; «Sei in grado di guidare l’America in quella direzione?». La vera sfida è riuscirci senza dividere il Paese e rinnovando il «sogno americano». Quella  è l’asticella da superare, ed è molto alta.
 

In definitiva, ciò che accadrà nel 2016 determinerà il futuro che gli americani desiderano per se stessi e per i loro figli e nipoti... Qualunque sia la mia decisione, sarò sempre grata di aver avuto l’opportunità di rappresentare l’America nel mondo... E la mia famiglia si prepara ad accogliere una nuova vita, un altro americano che merita il futuro migliore che possiamo offrirgli. Per oggi, voglio soltanto distendere le gambe e godermi la primavera. Dappertutto intorno a me c’è la vita che si rinnova. Negli ultimi anni, i momenti di tranquillità sono stati pochi, e adesso voglio assaporarli. Il tempo di fare un’altra scelta difficile arriverà anche troppo presto.

Il tirannico Muammar Gheddafi Il tirannico Muammar Gheddafi El Mismari Nuri Masaud e Gheddafi El Mismari Nuri Masaud e Gheddafi Hillary e Bill Clinton e c a bb d c c ed ffcf Hillary e Bill Clinton e c a bb d c c ed ffcf RENZI E CAMERON A LONDRA RENZI E CAMERON A LONDRA BILL E HILLARY CLINTON BILL E HILLARY CLINTON cameron tory conference DUEMILAUNO cameron tory conference DUEMILAUNO


 

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”