1. SIAMO VICINI ALLA CRISI MA NON ANCORA ALLE ELEZIONI. GLI AMBIENTI ECONOMICI IN ALLARME E L’HANNO FATTO SAPERE A CONFALONIERI, DORIS E MARINA B., TROVANDO PORTE APERTISSIME. SULLA STESSA LINEA TUTTO L'ALTO MANAGEMENT DI FININVEST E MEDIASET 2. I CATA-FALCHI NON HANNO ANCORA VINTO LA PROPRIA GUERRA, SOLO LA PRIMA BATTAGLIA DI ARCORE. MA LE COLOMBE NON HANNO UNO STRACCIO DI CAPO CHE UCCIDA “PAPI” 3. LA GUERRA E' PERSA? NO, PERCHÉ L’EDITTO DI GUERRA DEL GRAN CONSIGLIO DI ARCORE POTREBBE ESSERE UNA MOSSA TATTICA PER METTERE ALLE STRETTE IL PD E NAPOLITANO 4. COMUNQUE VADA A FINIRE, NULLA SARÀ PIÙ COME PRIMA E QUESTO PASSAGGIO CHE NON HA PRECEDENTI NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA LASCERÀ SEGNI INDELEBILI NELLA SOCIETÀ CIVILE, POLITICA ED ECONOMICA CHE PESERANNO NON POCO SUL FUTURO DEL PAESE

DAGOREPORT

Riassumendo:

1. I falchi/avvoltoi del Pdl, meglio riconoscibili come gli uomini e le donne di Salo' che restarono fedeli al Duce Mussolini Benito fino alla fine con la differenza che tra i giovani di Salo' c'era chi lo faceva per l'ideale mentre oggi chi lo fa lo fa solo per interesse, hanno vinto una battaglia importante ma non ancora la guerra.

2. Cioe', siamo vicini alla crisi ma non ancora alle elezioni.

3. Gli ambienti economici sono molto preoccupati di una accelerazione che porti davvero alle elezioni e lo hanno fatto sapere in queste ore in modo chiaro e diretto a Confalonieri Fedele, Doris Ennio e Berlusconi Marina, trovando porte apertissime. Sulla stessa linea tutto l'alto management di Fininvest e Mediaset.

4. Nel Pdl dopo la riunione di ieri ad Arcore si e' scatenata la caccia grossa alle colombe ma queste hanno l'occasione della vita: scegliere al Senato se stare con il Paese o con il capo mortalmente ferito.

5. Le colombe hanno pero' bisogno di un capo, dell'uomo o della donna che ha il coraggio di usare il pugnale: non sarebbe tradimento ma inizio di una nuova storia, in nome degli interessi del Paese.

6. Attenzione, intorno al vecchio capo branco non c'è più, nonostante lo zelo di alcuni, nessuna mobilitazione popolare in Italia e l'isolamento internazionale e soprattutto europeo.

7. Per Letta Enrico come va va bene, sia se le colombe vincono ai supplementari, sia se si va a cercare un'altra maggioranza. Se si va davvero alle elezioni puo' essere candidato premier (giocandosela sul filo di lana con Renzi Matteo) e/o gestirle da Palazzo Chigi.

8. Anche Re Giorgio II si giocherà tutte le carte parlamentari pur di non andare alle elezioni ed essere costretto, come da suo impegno, a dimettersi.

9. La guerra e' persa? No, perché l'editto di guerra del gran consiglio di Arcore potrebbe essere solo una mossa tattica per mettere alle strette il Pd "giustizialista" e Napolitano.

Comunque vada a finire, nulla sarà più come prima e questo passaggio che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica lascerà segni indelebili nella società civile, politica ed economica che peseranno non poco sul futuro del Paese.

Vediamo più in dettaglio.

"il Cavaliere ha deciso, noi falchi abbiamo vinto, ora faremo cadere il governo". In questa frase attribuita alla pitonessa Santanche' Daniela i figli del Cav e l'alto management delle aziende di famiglia hanno preso coscienza che stiamo per arrivare ad un punto di non ritorno che provocherebbe un disastro per i loro interessi e si sono subito scatenati con telefonate a chi di dovere oltre che all'augusto leader e genitore per cercare rassicurazioni e smentite.

Del resto, i falchi sono soprattutto agli occhi di Marina B una categoria insopportabile, anzi pericolosa. Chi conta nella finanza e nell'economia hanno consegnato messaggi precisi e senza fraintendimenti di sorta alla stessa Marina B e a Doris Ennio: se dovesse prevalere la folle decisione di far saltare il governo, noi vi considereremo responsabili del disastro che ne deriverebbe per le aziende, l'economia, le famiglie dei nostri dipendenti e per la definitiva caduta di credibilità internazionale del nostro Paese e della nostra economia.

Insomma, un alt fermo senza fraintendimento da ambienti, per così dire, amici, vicini al campo dei moderati e storicamente amici di Berlusconi che ha lasciato interdetti gli interlocutori. Una maggioranza silenziosa, ma in questa circostanza che pesa molto nella riflessione conclusiva del Cav non Cav.

Tuttavia la crisi non può accadere solo con un'intervista compiaciuta della Pitonessa o di un Bondi qualsiasi. Si devono dimettere i ministri, bisogna che qualcuno formalmente annunci che il Pdl ritira la fiducia al governo insieme alla propria delegazione anche senza passare da organi statutari di partito, tanto poi questi riti di democrazia di una volta sono caduti in disuso (ma almeno offrivano un quadro di garanzie per tutti, mentre oggi chi urla di più e parla per ultimo passa per aver deciso anche per tutti gli altri).

E a nulla valgono le osservazioni delle colombe che queste posizioni così intransigenti sono agli antipodi con il filone della tradizione moderata e con la sicura esclusione della nuova Forza Italia dal partito popolare europeo.

Ma le colombe che hanno volato su Arcore in questi giorni sono state ad una ad una annientate dall'aggressività e dalla pretesa di ottenere a tutti i costi il risultato di porre Berlusconi sopra la legge, oppure in caso contrario mettere a ferro e a fuoco parlamento, governo e paese fregandosene delle conseguenze.

In realtà i quattro falchi/avvoltoi (ammettiamo di aver preso la definizione da una per ora anonima colomba) che volteggiano sul capo ferito sono perfettamente consapevoli che un ciclo e' finito e i toni così alti ed eccessivi sono funzionali a ben altro: formalmente per difendere il capo stesso oltre ogni ragionevole limite e con ciò, reale obiettivo del loro posizionamento, delimitare sempre più un campo selezionato (naturalmente da loro) di super fedelissimi cui assicurare un posto in Parlamento per oggi o per domani entro quel dieci/dodici per cento che loro giudicano essere lo zoccolo duro di irriducibili berlusconiani anche con un Berlusconi azzoppato. Tutti gli altri si arrangino perché non c'e' posto.

Da questa consapevolezza crescono di ora in ora i mal di pancia e i distinguo di tanti parlamentari del Pdl.
Intanto pero' sono chiare alcune cose, che serviranno anche per il prossimo futuro:

1. Le colombe sono totalmente ostaggio dei falchi, anzi possiamo dire che e' in corso un vero e proprio tentativo di strage delle colombe. I cacciatori sono in azione e sparano a vista, anche perché le colombe in questo momento non hanno una guida riconosciuta e riconoscibile.

2. Alfano dopo che gli e' stato salvato il culo nell'incredibile vicenda kazaka si e' definitivamente qualificato come senza quid, inaffidabile sia per i falchi sia per le colombe, ondeggiante, dubbioso, da ultimo in queste ore blandito con il miraggio di un ruolo nella nuova Forza Italia e preso in giro come furbetto da parte della Pitonessa.

3. In tanti si chiedono chi può avere il quid. Tremonti? Passera? Lupi? Non si sa ne' si può sapere. Peraltro il primo e' incompatibile con tutti i falchi, non amato dalle colombe ma da queste certo rispettato per il prestigio e la statura internazionale. Tutti gli contestano un carattere complesso e difficile, i falchi anche per questo lo detestano in modo assoluto, ma egli avrebbe certo i numeri e la capacita' come primus inter pares di una squadra.

Lupi, dopo che anche Formigoni si schiera con i falchi, e' l'esponente politico più in vista e più in sintonia con la base di Cl, che e' pronta a riconoscerlo come "capo" ma come si sa e come la storia insegna diventare capo per i secondi non e' mai facile ne' semplice. Richiede un coraggio del tutto speciale e soprattutto nella storia tanti sono diventati capi e poi leader anche riconosciuti per le loro capacita' solo dopo avere ucciso, in modo effettivo o figurato, il padre, senza per questo dover scomodare Bruto e Giulio Cesare.

Passera Corrado: la signora Giovanna va ripetendo a tutti che presto vi saranno sorprese, ma fino a quando gli interlocutori privilegiati del marito saranno Marco Follini e qualche ex collega banchiere, difficilmente potrà diventare leader. Ma, soprattutto, non andrà da nessuna parte a causa dell'infelice esperienza di governo. Si agita anche Monti ma questa e' un'altra storia, avendo sinora il bocconiano dato prova di essere al di sotto del quid minimo non ci si deve (per fortuna) aspettare alcunché.

Dunque i falchi/avvoltoi non hanno ancora vinto la propria guerra, solo la prima battaglia di Arcore.

 

ARCORE FAN DI BERLUSCONI DAVANTI ARCOREFAN DI BERLUSCONI DAVANTI ARCOREVILLA SAN MARTINO, ARCORESANTANCHELARA COMI ENTRA AD ARCOREmarina e confalonieri a palazzo graziolimari resize CICCHITTO VA AD ARCOREFAN DI BERLUSCONI , ARCOREEnnio Doris berlusconi alfano santanche verdini lupi big FAN DI BERLUSCONI , ARCORESANTANCHE ENTRA AD ARCORELETTA CON ELMETTO NAPOLITANO BERLUSCONI LETTA TREMONTICorrado e Giovanna Passera SPOON RIVER AD ARCORE

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...