giorgia meloni e matteo salvini nel 2015 - manifestazione contro renzi

SI COMINCIA BENE: MELONI È GIÀ SOTTO RICATTO DI SALVINI – LE FAMIGLIE SONO ALLE PRESE CON LE BOLLETTE ALLE STELLE E LE PRIME DUE PRIORITÀ DEL GOVERNO MELONI SONO IL TETTO DEI CONTANTI E IL LIBERI TUTTI PER I NO-VAX. TUTTA FUFFA PER TENERE BUONO IL "CAPITONE" – MASSIMO FRANCO: "TRA POCHI GIORNI MELONI SARÀ A BRUXELLES E IL TENTATIVO DELLA LEGA DI INSISTERE SU UNO SCOSTAMENTO DEL BILANCIO PUÒ COMPLICARE IL NEGOZIATO. I DISTINGUO SONO IN AGGUATO”

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini giorgia meloni

Non si può dire che le due prime «priorità» del governo siano state scelte con oculatezza. È difficile spiegare che il tema dell'aumento del tetto dei contanti sia uno degli argomenti in cima ai pensieri dell'opinione pubblica. Il modo in cui la Lega lo ha agitato, risucchiando nella polemica la premier Giorgia Meloni, rappresenta probabilmente un assaggio di quanto può accadere. E pazienza se si delinea un compromesso che dimezza le cifre iniziali. È comunque un segno di confusione.

 

matteo salvini fa casino con la mascherina 6

La seconda «priorità» riguarda l'attacco arrivato dal governo di destra-centro al modo in cui è stata gestita la pandemia del Covid. L'ipotesi di creare una commissione d'inchiesta per capire che cosa sia successo sembra fatta per colpire gli avversari politici. Ma c'è da dubitare, visti i precedenti di gran parte di organismi parlamentari del genere, che produca una verità.

 

Dire tra l'altro che la gestione è stata un disastro potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Intanto, una delle emergenze più tragiche, in fatto di contagi, si è verificata in Regioni a guida del centrodestra come la Lombardia. Puntare il dito contro la «limitazione delle libertà fondamentali» per combattere la pandemia rischia di tirare addosso alla nuova maggioranza l'accusa di strizzare l'occhio ai movimenti che si sono opposti alle vaccinazioni.

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2014

 

Oltretutto, è un tema che divide sia le opposizioni, sia la coalizione guidata da Meloni: anche perché non esiste certezza che l'infezione sia vinta del tutto. Un vicepresidente della Camera, il berlusconiano Giorgio Mulé, redarguisce il neo ministro della Sanità che vuole cancellare le multe agli ultracinquantenni contrari a farsi vaccinare. «Amnistia, non amnesia», precisa. Sebbene appoggi l'idea di non pubblicare più bollettini considerati ansiogeni, Mulé puntella le sue riserve con le parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

 

«Come ha ricordato Mattarella, è solo grazie ai vaccini se si sono evitati migliaia di morti in più». Ma il presidente della Repubblica è andato oltre, raccomandando «responsabilità e precauzione» per proteggere «i più fragili e i più anziani». Il pericolo di deviare l'attenzione dalle vere questioni dirimenti, e di essere tentati dalla propaganda, insomma, è palpabile.

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2015 - FRONTE ANTI RENZI

 

Eppure, tra pochi giorni Meloni sarà a Bruxelles per discutere con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, le prospettive del piano per la ripresa. Anche su questo, il tentativo di alleati come la Lega di insistere su uno scostamento del bilancio può complicare il negoziato. Non ci sono margini e la premier l'ha già ribadito. E ieri ha chiamato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per confermagli l'appoggio totale dell'Italia. Ma i distinguo sono in agguato.

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